Falun Dafa Minghui.org www.minghui.org STAMPA

Guizhou: Donna racconta gli abusi subiti nel campo di lavoro femminile

16 Nov. 2017 |   Di un corrispondente Minghui nella provincia del Guizhou, Cina

(Minghui.org) La signora Xu Xueying è stata immobilizzata da diverse detenute mentre il medico del campo di lavoro la visitava con un dilatatore uterino. In precedenza non aveva alcun problema agli organi riproduttori, ma dopo quell’esame ha sperimentato un forte sanguinamento vaginale per diciotto giorni. Quindici anni dopo avverte ancora ogni tanto dei dolori vaginali.

Questo è solo una parte del calvario subito dalla praticante, quando nel 2002 è stata rinchiusa presso il campo femminile di lavoro forzato della provincia del Guizhou per essersi rifiutata di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Durante i suoi sette mesi di permanenza nella struttura è stata brutalmente abusata per la sua fermezza nella propria fede. Di seguito è riportato il suo resoconto personale:

Un gruppo di detenute sono state incaricate di monitorarmi tutto il giorno e poiché mi sono rifiutata di conformarmi alle loro richieste, sono stata regolarmente picchiata. Una volta una di loro mi ha dato un pugno nell'occhio destro così forte che ho sentito il bulbo oculare sul punto di scoppiare. Istintivamente mi sono protetta coprendo l'occhio, ma lei ha pensato che volevo contrastare il suo pugno e così me ne ha dato un altro. Il mio occhio ha cominciato a sanguinare e da allora ho avuto difficoltà a vedere.

Una volta ho protestato per le incessanti molestie, ma in risposta mi hanno infilato in bocca i loro calzini sporchi.

Hanno anche cercato di convincermi a rinunciare alla mia fede nel Falun Gong e di conseguenza ho provato a farle ragionare, spiegando loro che il Falun Gong non è come viene rappresentato dalla propaganda di Stato. Poiché sono rimasta ferma nel mio credo, mi hanno legata su un letto con gambe e braccia divaricate per molte ore senza interruzione.

Inoltre non mi hanno permesso di cambiarmi i vestiti (tra cui la biancheria intima) e fare la doccia. Alle altre detenute sono stati dati dei prodotti igienico-sanitari, ma non a me, per cui ho dovuto vedere il mio flusso mestruale gocciolare giù per i pantaloni.

Dal momento che ho continuato a rifiutarmi di rinunciare al Falun Gong, hanno cominciato a darmi fastidio anche di notte. Mi picchiavano appena mi assopivo e hanno provato a dire che stavano facendo tutto questo per il mio bene. Ho protestato dicendo loro che erano peggio dei tossicodipendenti e immediatamente mi hanno presa per i capelli e sbattuto la testa contro il pavimento di mattoni, fino a spaccarmi e farmi sanguinare le labbra. Prima di rendermene conto qualcuno mi ha dato un pugno sul viso rompendomi un dente. Non sono riuscita a mangiare per una settimana intera.

Quando hanno visto che nulla poteva scuotere la mia fede nel Falun Gong hanno fatto ricorso a mezzi più spregevoli. Il capo Gu Xingying ha ordinato ad alcune detenute di trascinarmi alla clinica del campo di lavoro, dove un medico soprannominato Chen mi ha infilato un dilatatore uterino nella vagina e l'ha ruotato attorno.

Dopo che sono stata riportata in cella non riuscivo a stare in piedi. Per diciotto giorni di fila ho sentito un forte bruciore, la mia vagina ha iniziato a sanguinare e rilasciare del pus giallastro. La secrezione vaginale aveva un odore nauseante, il che ha favorito ulteriori insulti e imprecazioni da parte delle detenute incaricate di monitorarmi.

Ancora oggi sento ogni tanto del dolore nelle mie parti intime.