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​Danimarca: I praticanti del Falun Gong chiedono la fine della persecuzione in Cina

15 Dic. 2017 |   Dal corrispondente Minghui, Shu Hui in Danimarca

(Minghui.org) Il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, i praticanti del Falun Gong di Danimarca e Svezia hanno manifestato nella Piazza del Municipio di Copenaghen, accrescendo la consapevolezza sulla persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) che dura da diciott’anni; in particolare sono stati presentati i fatti inerenti al prelievo forzato di organi dai praticanti ancora in vita e del profitto scaturito dall'industria dei trapianti d’organo.

Chen Yangchao, scrittore cinese che risiede in Danimarca, ha parlato alla manifestazione per mostrare il suo sostegno: "I diritti umani in Cina hanno raggiunto un livello deplorevole; come può essere giusto se non esprimiamo la nostra preoccupazione e il nostro appello? ".

I praticanti dimostrano gli esercizi del Falun Gong

Lo scrittore cinese Chen Yangchao parla al raduno per mostrare il suo sostegno

I sopravvissuti alla persecuzione raccontano le loro esperienze

La praticante del Falun Gong, la signora Chen, ha raccontato la sua esperienza di prigionia durata sette anni in una prigione cinese a causa della sua fede nel Falun Gong e la signora Bao ha parlato delle due volte, in tempi ravvicinati, in cui è stata sottoposta a esami specifici per un possibile prelievo di organi.

La signora Chen racconta i suoi sette anni di sofferenze in una prigione cinese

 La signora Bao racconta di essere stata una potenziale vittima del prelievo forzato di organi

La signora Bao ha ricordato, quando era detenuta nella prigione femminile di Shanghai, di essere stata sottoposta a speciali esami; ogni praticanti veniva esaminato attentamente e i loro organi erano controllati con una serie di test: "Era anormale che i praticanti del Falun Gong venissero da una parte brutalmente torturati, e dall'altra ricevessero accurati esami medici. Alcuni praticanti arrestati che hanno rifiutato di dire il loro nome, a causa della politica implicita del regime, sono spariti dopo gli esami. Probabilmente sono stati uccisi per i loro organi".

Residente: Il prelievo forzato di organi da viventi riguarda ogni essere umano su questo pianeta

Zeenshan, un residente ha detto: "Sono rimasto sorpreso nel sentire i racconti di queste due donne e del signore. È veramente scioccante che qualcosa di simile stia accadendo in Cina e riguarda l'intera umanità, ogni essere umano su questo pianeta e non solo la Cina".

Come Zeenshan, molte persone sono rimaste colpite quando hanno saputo del prelievo forzato d’organi da persone ancora in vita e in particolare che quest’abominio sia organizzato dallo Stato. I cittadini hanno firmato una petizione per chiederne la fine.

Scenario

Il Falun Gong è stato reso pubblico nel 1992, diffondendosi presto in tutta la Cina grazie al suo effetto benefico sul miglioramento della salute e della moralità di chi lo pratica. Nel 1999 i suoi praticanti erano quasi 100 milioni. Jiang Zemin, ex capo del Partito Comunista Cinese (PCC), per gelosia e timore di perdere il controllo della popolazione, iniziò la persecuzione del Falun Gong il 20 luglio 1999.

La persecuzione negli ultimi diciott’anni ha portato alla morte di molti praticanti. Altri invece sono stati torturati per la loro fede e persino uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è il diretto responsabile dell'inizio e della continuazione di questa brutale persecuzione.

Inoltre sotto la sua personale direzione, il 10 giugno 1999, il Partito Comunista Cinese ha istituito un organo di sicurezza extralegale, denominato l'ufficio 610. Questa organizzazione ha la priorità sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario, nell'attuare le direttive di Jiang, riguardo al Falun Gong, che sono: rovinare la loro reputazione, tagliare le loro risorse finanziarie e distruggerli fisicamente.

Il PCC esegue persino il prelievo forzato degli organi dai praticanti vivi a scopo di lucro. A causa della censura delle informazioni attuata dal PCC, non è noto il numero esatto dei praticanti uccisi nella persecuzione.