(Minghui.org) Una praticante della città di Jinzhong è stata condannata a 9 anni di prigione per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.
Questa non è la prima volta che la signora Wen Shuoyan è stata presa di mira per la sua fede. Dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999, la donna ha perso il lavoro presso la Commissione per lo Sviluppo e la Riforma nella città di Taiyuan. Successivamente è stata arrestata e ha scontato 5 anni di prigione, durante la quale suo marito ha deciso di divorziare da lei.
Dopo essere stata rilasciata ha aperto un negozio di generi alimentari e l'8 marzo del 2017, mentre era impegnata a preparare gli alimenti, la polizia si è presentata per arrestarla nuovamente.
Sua sorella e l'avvocato hanno presentato le cartelle cliniche del figlio schizofrenico (il quale a 27 anni ha ancora bisogno di cure), chiedendo che la donna venisse rilasciata su cauzione. Shen Jianjun, capo dell'ufficio locale per la sicurezza domestica, li ha minacciati per aver provato a liberarla.
Wen si è presentata in tribunale due volte, rispettivamente il 17 agosto e il 25 dicembre del 2017 e in quelle occasioni il suo avvocato ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza, facendo notare che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong.