(Minghui.org) Dopo quasi tre anni di reclusione nella prigione di Tailai, Zhang Yutang non è più in grado di camminare e soffre spesso di mal di testa, vertigini e vomito.
Anche se dalla fine del 2016 è in condizioni terribili a causa delle implacabili torture subite, le autorità hanno ripetutamente rifiutato di concedergli il rilascio per ragioni mediche. Recentemente è stato trasferito dalla prigione di Tailai a quella di Qiqihar, per via dei lavori d'innalzamento delle mura del carcere.
Zhang Yutang
Il 3 aprile 2014 Zhang di Mishan, nell'Heilongjiang, è stato arrestato perché praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal 1999 dal regime comunista cinese.
Due mesi dopo la cattura l'uomo è stato segretamente condannato al carcere, e successivamente il suo avvocato ha fatto ricorso contro il processo e la condanna illegittimi. Purtroppo una Corte di grado superiore ha annullato il verdetto e lo stesso tribunale al quale è stato ingiunto di ripetere il processo, ha poi negato al difensore l'accesso ai fascicoli e impedito di incontrare il suo cliente.
Il nuovo processo si è svolto in sei udienze, in una delle quali Zhang sembrava essere stato drogato, mentre in un'altra torturato, si è poi concluso nel luglio 2015 con lo stesso verdetto di colpevolezza e la stessa condanna a cinque anni e mezzo di reclusione.
Per tre mesi il praticante è stato imprigionato nel carcere di Mudanjiang e poi trasferito l'8 novembre 2015 a quello di Tailai.
La prigione di Tailai è sempre statauna base strategica utilizzata dai funzionari provinciali per perseguitare i praticantidel Falun Gong, dove vengono spesso trasferiti da altre strutture detentive coloro che si rifiutano di rinunciare alla loro fede, nel tentativo di convincerli a desistere tramite l'uso di torture a lungo termine.
I funzionari hanno considerato Zhang un obiettivo chiave. L'uomo è stato spesso picchiato, maltrattato verbalmente, privato del sonno per molti giorni, denudato durante l'inverno gelido e costretto a sedersi sul pavimento freddo di una stanza con le finestre spalancate. Le guardie l'hanno anche obbligato a tenere delle palle di neve tra le mani, e quando le lasciava cadere, lo picchiavano.
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