(Minghui.org) Il 30 aprile 2017 la signora Weng Ping è stata trovata svenuta a casa della figlia. La giovane donna ha portato d'urgenza sua madre al pronto soccorso, ma era troppo tardi e due giorni dopo è morta.
Il decesso della signora Weng ha avuto luogo meno di sette mesi dopo aver scontato un anno e quattro mesi di prigione per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.
Weng, nata nel 1955, era stata arrestata il 2 giugno 2015 e condannata in carcere il 18 settembre 2016. Mentre era in attesa del processo al centro di detenzione di Changning ha sviluppato gravi problemi di salute, tra cui l'ipertensione e i calcoli biliari. La sua famiglia aveva chiesto che fosse rilasciata per motivi di salute, ma le autorità locali avevano persistito a trattenerla. Quando infine era stata liberata, aveva perso un terzo del suo peso corporeo.
L'ultimo arresto di Weng era stato preceduto da anni di stretta sorveglianza da parte del suo datore di lavoro, la Shanghai Turbine Company. La praticante lavorava nell'ufficio dell'amministratore delegato e spesso si sentiva stressata ed era di cattivo umore a causa del suo lavoro impegnativo. I suoi colleghi, tuttavia, avevano notato un grande cambiamento in lei dopo che nel 1996 aveva iniziato a praticare il Falun Gong: Non li salutava più con inquietudine o con un'espressione imbronciata. Lei stessa una volta disse che praticare il Falun Gong era stato un punto di svolta nella sua vita, poiché la pratica le aveva permesso di diventare una persona più tranquilla e più sana.
Nondimeno, dopo l'inizio della persecuzione del 20 luglio 1999, la sua ricerca di una vita senza stress si era imbattuta in una serie di intimidazioni e molestie. Poiché si era rifiutata di rinunciare al Falun Gong la sua compagnia l'aveva retrocessa ad una posizione di basso livello e mandata a lavorare in un negozio di utensili. Inoltre l’avevano fatta monitorare ogni giorno da altre persone fino al suo pensionamento. Nel dicembre 2014, dopo essersi trasferita da sua figlia, era stata arrestata e detenuta per sei giorni. Il 2 giugno 2015, non molto tempo dopo la sua liberazione, era stata nuovamente sequestrata dalla polizia.
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