(Minghui.org) Negli ultimi diciotto anni Tan Yinzhen, una donna di 66 anni, è stata inesorabilmente perseguitata per la sua fede nel Falun Gong e a causa di ciò ha subito danni mentali e rallentamenti funzionali. Nonostante le sue condizioni critiche attuali viene regolarmente controllata e molestata dalla polizia per costringerla a smettere di praticare.

Nell’ottobre 2017 la corte distrettuale di Xishi ha condannato Tan a diciotto mesi di prigione per “aver minato l'applicazione della legge” e ha poi informato la sua famiglia del verdetto, senza però comunicarlo a lei. I parenti, viste le condizioni fisiche di disabilità e l'anzianità della donna, sono rimasti contrariati dalla sentenza infondata.

Tan è diventata una praticante del Falun Gong nel 1996 e tutti i suoi disturbi sono immediatamente scomparsi – Per chi non lo sapesse il Falun Gong è una pratica di coltivazione della mente e del corpo che viene perseguitata in Cina dal 1999. Purtroppo negli anni la praticante è stata arrestata, detenuta, sottoposta al lavaggio del cervello e ha subito il saccheggio della sua casa molte volte.

Il 25 agosto 2011 la polizia l'ha arrestata a casa di un’altra praticante e prima di essere rilasciata è stata detenuta per due settimane e torturata per diciassette giorni in un centro per il lavaggio del cervello.

Il 28 settembre 2012 una donna ha bussato alla sua porta e le ha detto di aprirla prima che lo facesse la polizia con la forza, tuttavia non appena l'ha aperta otto poliziotti si sono precipitati dentro e l’hanno arrestata perché praticante del Falun Gong. Tan ha poi rifiutato di firmare l’arresto e i mandati di perquisizione.

La praticante è stata portata in primo luogo alla stazione di polizia di Wutaizi e successivamente in un centro di detenzione, dove i funzionari si sono rifiutati di ammetterla perché aveva la pressione sanguigna pericolosamente alta. Quella stessa sera la polizia ha chiamato il marito per venire a prenderla.

Nel gennaio 2013, per evitare ulteriori persecuzioni, la praticante è andata via di casa, ma non appena la polizia e le autorità locali l'hanno scoperto, hanno costantemente chiamato e minacciato il marito affinché la riportasse indietro. Le forze dell'ordine hanno affermato che in caso non fosse tornata, l'avrebbero considerata una fuggiasca e avrebbero mobilitato la polizia armata.