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Shanxi: Donna costretta a letto muore qualche settimana dopo la condanna del marito a sette anni di prigione per la sua fede

20 Maggio 2018 |   Di un corrispondente Minghui nella provincia dello Shanxi, Cina

(Minghui.org) Zhang Yinxiang, 52 anni della città di Taiyuan, è morta meno di un mese dopo che suo marito, unica persona che poteva accudirla, è stato condannato a sette anni di carcere.

La donna e suo marito, Tian Yunfei, sono stati presi di mira da quando nel luglio 1999 il regime comunista cinese ha lanciato una campagna nazionale contro il Falun Gong, una disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza.

Poco dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998 i due coniugi avevano riacquistato la salute e di conseguenza, avendo sperimentato direttamente i benefici di questa pratica, non hanno mai dubitato nella loro fede anche quando è iniziata la persecuzione.

Negli anni la loro casa è stata saccheggiata e i loro salari sospesi molte volte, ed entrambi sono stati ripetutamente arrestati.

In una di queste circostanze Tian è stato picchiato così duramente dalla polizia che ha perso conoscenza. Un'altra volta è stato ustionato con i manganelli elettrici e ha subito gravi lesioni al ginocchio sinistro.

Nel marzo 2003 Zhang era stata inviata in un centro di lavaggio del cervello e la polizia locale le aveva decurtato dallo stipendio 1.000 yuan (circa 130 euro) per coprire le spese della detenzione. Successivamente, come punizione per aver fatto gli esercizi del Falun Gong durante la permanenza nella struttura, le avevano gettato dell’acqua gelata su tutto il corpo e le avevano impedito di dormire.

Nell’agosto del 2008 l'ufficiale Han Zhiliang si era presentato a casa della coppia, ordinando di aprire la porta, ma poiché Tian era solo in casa e si era rifiutato di assecondare la richiesta, l’ufficiale e il suo vice avevano scavalcato il muro del cortile e aperto la porta con un calcio. Una volta entrati l'avevano arrestato e portato alla stazione di polizia locale, dove era stato interrogato per diverse ore.

Nell’agosto del 2013 la polizia aveva nuovamente portato Zhang nel centro di lavaggio del cervello dove era già stata precedentemente detenuta e l’incessante pressione fatta dagli agenti per farle abbandonare la sua fede aveva iniziato a divenire opprimente. Nonostante il rilascio infatti il suo calvario era continuato, poiché la polizia aveva seguitato a molestarla anche a casa.

A poco a poco era diventata mentalmente fragile e alla fine si era ritrovata costretta a letto. Non poteva più prendersi cura di se stessa e doveva affidarsi completamente alle cure del marito.

Il 17 luglio 2017 l'ufficiale Song Quansheng ha arrestato Tian e questo evento aveva fortemente traumatizzato Zhang, a tal punto che avevano dovuto portarla al pronto soccorso. I medici avevano informato i parenti sulle sue condizioni critiche, ma la famiglia, alcuni giorni dopo, aveva dovuto portarla a casa in quanto non poteva sostenere le spese mediche.

Le sue condizioni avevano continuato a peggiorare mentre suo marito veniva perseguitato per la sua fede. L’8 aprile 2018 Tian è stato condannato a sette anni di carcere e il 2 maggio Zhang è morta.