(Minghui.org) Un falegname della città di Xiangtan è stato segretamente condannato a nove anni di prigione per essersi rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.
Nessuno della sua famiglia e nemmeno il suo avvocato sono stati informati della sua nuova condanna; anche il praticante, un uomo di 54 anni, non ha mai ricevuto una copia dell'accusa e neanche sapeva che sarebbe stato processato il 7 febbraio 2018, fino a quando non è stato condotto in un tribunale improvvisato nel centro di detenzione della città di Xiangtan, dove si trovava fin dal suo arresto avvenuto il 14 agosto 2017.
Siccome non era la prima volta che veniva preso di mira per la sua fede, il praticante Peng Shiqing ha presentato subito ricorso presso il Tribunale Intermedio della città di Xiangtan, infatti già nel 2001 era stato condannato a otto anni e in prigione era stato torturato così gravemente da rendere le sue braccia temporaneamente inutilizzabili.
Arresto violento
Al momento del suo ultimo arresto, suo padre e la sua nipotina di quattro anni vivevano con lui: il 14 agosto del 2017 verso le otto di mattina, suo padre stava uscendo dalla porta di casa e si è trovato di fronte tre agenti in borghese che lo hanno spinto dentro.
Più di ventiquattro agenti, dei quali soltanto tre in uniforme, si sono presentati per arrestare illegalmente il praticante e ammanettarlo. Sua moglie Xiong Chunxia, stava ancora facendo colazione quando è stata immobilizzata anche lei.
Il capo della stazione di polizia di Shuangma Xie Ziliang, sventolando un pezzo di carta ha detto che si trattava di un mandato di perquisizione, quindi ha ordinato ai suoi agenti di saccheggiare la casa.
In fretta hanno aperto due stanze che erano chiuse a chiave con una barra di metallo e vi hanno confiscato tutti i computer, alcuni materiali del Falun Gong e oltre 30.000 yuan (circa 4.000 euro) in contanti.
Successivamente gli agenti hanno condotto il praticante Peng, sua moglie e la loro nipotina, presso l’ufficio di polizia di Gaoxin dove sono stati interrogati.
La bambina è stata presa in consegna da un membro della famiglia e nel pomeriggio i nonni sono stati condotti al centro di detenzione della città di Xiangtan.
Il capo della polizia Xie è ritornato il giorno seguente in casa del praticante e ha confiscato altri effetti personali, inclusi tutti i suoi libretti di banca, le carte bancarie, le schede della previdenza sociale e tutte le carte d'identità trovate.
Il 20 settembre del 2017 sua moglie è stata rilasciata sotto pagamento di una cauzione di 3.000 yuan (circa 400 euro) e subito ha assunto un avvocato per difendere suo marito. L'avvocato ha presentato la sua difesa in procura, ma non ha ricevuto aggiornamenti sul suo cliente fino a fine aprile 2018e non ha saputo che il praticante Xie era stato già condannato.