(Minghui.org) Come praticanti della Falun Dafa, se non siamo risoluti nella nostra fede nel Maestro e nella Fa, non è cosa da poco. Il Maestro lo ha sottolineato in molti insegnamenti della Fa,. Tuttavia a causa dello scarso studio e della mancanza di una solida coltivazione ho vacillato nel mio credo senza rendermene conto.
Ho sempre pensato di avere una solida fede nel Maestro e nella Fa, ma ora mi rendo conto che questo mio modo di pensare ha influito molto sul mio studio e sulla mia coltivazione.
Un giorno un praticante anziano, che aveva frequentato le lezioni del Maestro in Cina, mi ha detto che aveva difficoltà nei movimenti e si sentiva così pesante da non riuscire neanche a tenere la schiena diritta. Anche se aveva inviato forti pensieri retti per eliminare l'interferenza, era ancora così stanco da riuscire a malapena a tenere gli occhi aperti.
Gli ho chiesto: “Ricordi cosa ha detto il Maestro riguardo alle nostre sensazioni?”.
Lui ha risposto: “Ciò che voi sentite non ha nessuna importanza”. (Zhuan Falun)
Ho replicato: “Allora, secondo il Maestro, come dovresti considerare le tue sensazioni?”.
Ha ribattuto: “Sono tutte false. Non le riconosco! Ma vedi, il mio corpo sembra davvero pesante, e se non starò attento cadrò a terra”.
Allora ho insistito: “Quindi cosa ha detto il Maestro? Non dovremmo ascoltarlo?”.
“Certo che ascolto il Maestro! So che è tutto falso e che non dovrei crederci, ma mi sento così pesante! Mi sembra veramente di poter cadere a terra!”.
Mentre lo ascoltavo parlare così ho improvvisamente perso la pazienza e mi sono sentito pieno di rabbia. Ho allora alzato la voce e l’ho interrotto: “Tu dici che ascolti il Maestro, ma invece segui le tue sensazioni. Stai davvero coltivando? Credi davvero nel Maestro e nella Dafa?”.
Il Maestro ci ha detto: “Lui ha ragione, E io ho torto”. (Chi ha ragione, chi ha torto – Hong YinIII)
Adesso era sulla difensiva. Ha detto: “Certo che credo nel Maestro! Un'ora fa sono andato a prendere Minghui Weekly sotto la pioggia battente. Quando mi sono presentato, anche il praticante è rimasto sorpreso!”.
Vedendo come era sensibile il praticante anziano mi sono reso conto che non avrei dovuto trattarlo così, e ho capito che il mio comportamento non era in linea con i requisiti del Maestro. Mi sono scusato con lui, ma non mi sono fermato a guardarmi dentro, e quando sono andato via dalla sua casa ero ancora turbato. Più tardi ho riflettuto su quanto era accaduto, e dopo aver inviato pensieri retti mi sono guardato dentro e ho scoperto con sorpresa che la mia fede nel Maestro e nella Dafa non era solida.
Guardarsi dentro in base a quello che vediamo negli altri
Il Maestro ci ha insegnato: “Sarebbe bene, se essi potessero riuscire a cercare in sé stessi le cose che sono in grado di trovare negli altri”. (Un dialogo con il Tempo – Elementi essenziali per un ulteriore avanzamento)
Solo se ci guardiamo dentro possiamo trovare ed eliminare gli attaccamenti e migliorare veramente. Non avevo seguito ciò che il Maestro ci ha insegnato riguardo a questo problema. Poiché non ero fermo nel mio credo, sono stato influenzato da quanto mi appariva davanti agli occhi. Non mi guardavo dentro in modo incondizionato e non avevo saldi pensieri retti sulla questione di esaminare se stessi in base a quanto vediamo negli altri. Una volta chiarito questo punto ho continuato a cercare più a fondo dentro me stesso.
Quando avevo sottolineato con arroganza quelli che avevo percepito come “errori” del praticante anziano, ero completamente all'oscuro del fatto che non ero risoluto nella mia fede. Non sto dicendo che non dovremmo segnalare gli errori agli altri praticanti, ma quando lo facciamo, dovremmo coltivare noi stessi con pensieri retti. Dovremmo ricordare le cose agli altri con gentilezza, senza alcuna nozione umana, e comunicare in modo costruttivo.
Troppo desideroso di aiutare gli altri a migliorare?
Di recente ho sentito i praticanti con cui lavoro lamentarsi di diverse questioni. Alcuni hanno ammesso di essersi rilassati nella coltivazione e di avvertire come una sensazione di impotenza. Nel nostro gruppo c’è un praticante anziano che è considerato uno dei migliori, eppure nella mia mente ho giudicato con severità sia lui che molti altri praticanti.
Nella mia mente penso: “La tal dei tali ha forti pensieri retti e posso discutere le cose con lei”. Oppure: “Non si può contare su di lui perché ha molte nozioni umane! Quel praticante spesso causa problemi, quindi non dovrei coinvolgerlo”.
Poi ho ricordato quello che ha scritto il Maestro: “I discepoli della Dafa sono un corpo unico”. (Seguire il Maestro – Hong Yin III)
Quando mi sono guardato dentro e ho scoperto che giudicavo gli altri praticanti in base alla mia limitata esperienza del mondo, ho avuto modo di capire che non avevo neanche una solida e retta fede nel Maestro e nella Dafa. Tendo a vacillare perché non sono veramente in sintonia con la Fa.
Col passare del tempo sono riemersi tutti i miei attaccamenti al successo, alla fama, far affidamento sulle altre persone, al non volere lavoro extra e alla ricerca di soluzioni facili. Ne ero consapevole e sapevo di avere questi attaccamenti prima di diventare un praticante. Avevo considerato importante eliminarli, ma non erano stati sradicati. Ora stavano riemergendo in modo da poterli riconoscere ed eliminare completamente.
Come aiutare
Da qualche parte, lungo il mio percorso di coltivazione, ho perso la sensibilità su quanto gli altri praticanti sono in grado di sopportare. Volevo che migliorassero rapidamente! E volevo farlo anch’io. Nondimeno ho giudicato molti di loro in base a come apparivano in questo mondo. Sembrano pieni di energia dopo aver fatto gli esercizi? Qual è il loro pensiero? Com’è il loro tono di voce? Anche soltanto un breve contatto visivo riusciva ad influenzare i miei pensieri nei loro confronti.
Inoltre sono molto attaccato all’impatto che hanno le tre cose sulla nostra società umana e di conseguenza i miei pensieri e il mio comportamento sono in contraddizione con ciò che richiede il Maestro. Quando mi sono accorto del mio perseguimento, mi sono reso conto che mi mancava la fede nel Maestro e nella Dafa.
Il Maestro ha scritto: “La coltivazione dipende da voi, mentre la trasformazione del gong dipende dal maestro”. (Zhuan Falun)
Il Maestro ci ha anche raccontato la storia di un uomo che aveva gli occhi bendati mentre sentiva l'acqua che gocciolava. Ho allora compreso che ciò che possiamo vedere, udire o provare nel mondo umano sono come bende sugli occhi. L'insegnamento del Maestro sblocca la nostra saggezza, che è semplicemente come togliere le bende dai nostri occhi.
Alcuni praticanti hanno perso gradualmente fiducia nella coltivazione e il motivo potrebbe essere che anche loro sono troppo concentrati sulle proprie sensazioni e non sono consapevoli di indossare una benda.
Il Maestro ha detto:
“Se volete essere veri praticanti, dovete comprendere i problemi da un punto di vista molto elevato e non dovete interpretarli secondo la prospettiva della gente comune”.
“Il processo di evoluzione del gong è veramente complesso, e ciò che voi sentite non ha nessuna importanza. Non dovete quindi basare la vostra coltivazione sulle vostre sensazioni”. (Zhuan Falun)
Non importa in quali situazioni ci troviamo, non importa ciò che possiamo sentire o sperimentare – non importa ciò che dobbiamo affrontare in questo mondo umano – tutte queste cose sono solo scenari nel nostro percorso di coltivazione. Il percorso verso la divinità è stato preparato dal Maestro. Non dobbiamo lasciare che queste illusioni ci bendino gli occhi e ci facciano perdere l'opportunità o la fiducia nella coltivazione.
Il mio livello di comprensione è limitato. Questa condivisione vuole invitare altre persone a valutarsi e migliorare insieme agli altri praticanti.