(Minghui.org) Già recentemente imprigionata, una donna di settanta anni è stata nuovamente reclusa per quasi un mese perché non voleva rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 18 aprile scorso Jia Naizhi e la settantanovenne Zhao Yulan, entrambe di Fushun nel Liaoning, sono state arrestate dalla polizia, che dopo aver saccheggiato le loro case le ha portate alla Stazione di polizia di Xinfu per l'interrogatorio e il giorno dopo trasferite al centro di detenzione di Fushun.
Nove giorni più tardi Zhao è stata rilasciata a causa di un disturbo cardiaco e della pressione alta, mentre Jia è rimasta in carcere.
Jia ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1997 e ben presto è guarita dalla neuropatia periferica che la attanagliava da anni. Dopo che nel 1999 il regime comunista ha ordinato la repressione contro la pratica, la donna è stata arrestata ed è finita sotto custodia della polizia numerose volte per aver chiarito la verità alla gente sul Falun Gong, scontando due anni in un campo di lavoro forzato e dieci di prigione, dove in più occasioni è stata cosi violentemente torturata da rimanere in fin di vita.
Nel corso degli anni, i 174.000 yuan (circa 22.600 euro) in contanti in suo possesso, le sono stati confiscati, e prima che l'Ufficio di sicurezza sociale locale accettasse di darle la pensione, ha dovuto consegnare i 148.000 yuan (circa 19.900 euro) di stipendio che aveva ricevuto durante i dieci anni di detenzione.
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