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Jiangxi: Praticante imprigionata e costretta ad assumere 1200 pillole, muore dopo essere stata rilasciata

25 Giugno 2019 |   Di un corrispondente Minghui della provincia del Jiangxi, Cina

(Minghui.org) Una donna di settant’anni è morta quattordici mesi dopo essere stata scarcerata. Nei due anni di torture subite durante la prigionia, per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, era stata ridotta pelle e ossa.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica di coltivazione per il corpo e la mente perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Luo Chunrong

Il 31 marzo 2016 Luo Chunrong, residente a Nanchang nel Jiangxi, era stata arrestata mentre distribuiva del materiale informativo sul Falun Gong. All'inizio di aprile 2017 il Tribunale distrettuale di Xinjian l’aveva condannata a due anni nella prigione femminile di Jiangxi.

Per costringere la donna a rinunciare alla sua fede, le guardie carcerarie avevano posizionato un grande altoparlante nella sua cella, con l’audio al massimo volume per dodici/ventiquattro ore, la tortura era durata diversi giorni fino a farla svenire.

In seguito alle sue lamentele per le torture, gli agenti l’avevano costretta a restare in piedi per più di dodici ore consecutive, di conseguenza le sue gambe si erano gonfiate gravemente. Di notte veniva rinchiusa in una piccola stanza, dove sulle pareti c’erano degli slogan che attaccavano il Falun Gong e il suo fondatore.

Visto che, nonostante le torture fisiche e mentali subite, la donna non aveva rinunciato alla sua fede, gli agenti l’avevano fatta ricoverare nell’ospedale della prigione e l’avevano costretta a prendere dei farmaci per l'ipertensione, sebbene non ne soffrisse. In seguito aveva riferito che durante la sua prigionia l’avevano obbligata a ingerire 1200 pillole.

Nel marzo 2018, tre mesi dopo la sua scarcerazione, Luo aveva iniziato a accusare un lancinante mal di schiena. In breve tempo il dolore si era esteso su tutte le ossa e il suo corpo le dava il tormento, al punto da farla urlare dal dolore. Le sue condizioni erano peggiorate drasticamente e poco dopo non era più in grado di muoversi, fino ad arrivare al decesso il 24 maggio di quest’.

Persecuzioni passate

La praticante era una dipendente in pensione dell’Azienda Idrica di Nanchang. Non aveva una buona salute e frequentemente veniva ricoverata in ospedale. Nel 1995, dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, i suoi disturbi erano completamente scomparsi e si sentiva piena di energia.

Successivamente alla persecuzione del Falun Gong, la donna era stata ripetutamente presa di mira per la sua fede. Era stata arrestata e la sua casa era stata saccheggiata sette volte, la polizia le aveva segretamente tenuto sotto controllo la linea telefonica del cellulare e del telefono di casa. La figlia era stata costretta a licenziarsi dal posto di lavoro a causa del regime comunista che l’aveva indagata con l’accusa di essere colpevole di coinvolgimento.

Oltre ai due anni di detenzione, Luo aveva scontato altri due anni e sette mesi in un campo di lavoro, dove era stata sottoposta a un intenso lavaggio del cervello e costretta a svolgere lavori forzati, a volte senza poter neanche andare in bagno. A causa dell'abuso fisico i suoi capelli erano diventati grigi e le erano caduti i denti.

Durante i precedenti arresti la donna era stata brutalmente picchiata; l’avevano presa a calci all'addome e alla parte inferiore del corpo, e le avevano violentemente calpestato le dita dei piedi.

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