(Minghui.org) Il 10 maggio dello scorso anno un gruppo di agenti di polizia avevano fatto irruzione nella casa di Mu Zhihong, arrestandola. La donna era un’insegnante in pensione di settantacinque anni residente nella città di Shizuishan, nello Ningxia, presa di mira per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Quella sera di maggio era stata rilasciata dopo ore di interrogatorio, ma al ritorno a casa il suo stato di salute aveva iniziato a peggiorare. Era diventata inappetente, aveva spesso le vertigini e la pressione bassa.
Improvvisamente, a ottobre era entrata in coma e si era scoperto che aveva un cancro ai polmoni in fase avanzata. Dopo diversi mesi di lotta, il 18 giugno scorso all’età di settantasei anni è deceduta.
Arrestata undici volte per la sua fede
Negli ultimi vent’anni per la sua fede nel Falun Gong Mu era stata arrestata undici volte, scontando un anno di lavori forzati e tre di prigione.
Difatti nel 2000 la praticante era stata portata nel campo di lavoro forzato femminile dello Ningxia, dove veniva costretta a stare all'aperto per ore durante le giornate invernali più fredde e sotto il sole cocente durante le giornate estive più calde.
A fine maggio del 2007 era stata condannata al carcere e dopo tre mesi reclusa nella prigione femminile di Ningxia, dove era stata sottoposta a torture mentali e fisiche per costringerla a rinunciare alla sua fede. Oltre al lavaggio intensivo del cervello era stata picchiata, rinchiusa in una cella d'isolamento, costretta a fare i lavori forzati, restare seduta su un piccolo sgabello per molte ore, e privata dei fabbisogni fondamentali come dormire, bere e mangiare.
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