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Vedere la natura del Partito Comunista Cinese fa riflettere sugli eventi durante la guerra civile cinese

05 Ott. 2020 |   Di Shixin

(Minghui.org) Il 9 agosto 1945 è stato un giorno speciale per la storia cinese. Otto anni dopo la massiccia invasione del Giappone in Cina, quel giorno alle 4 del mattino i massimi leader giapponesi hanno appreso che l’Unione Sovietica aveva dichiarato guerra al Giappone. Sette ore dopo, gli Stati Uniti hanno attaccato e lanciato la seconda bomba atomica sul Giappone. Più tardi quella notte, l’imperatore giapponese Hiroito ha deciso di porre fine alla guerra, e il 15 agosto ne è seguita la resa ufficiale.

Ciò ha innescato una serie di cambiamenti anche all’interno della Cina. Sebbene il Kuomintang (KMT) fosse stata la forza principale nel contrastare l’invasione dell’esercito giapponese, il Partito Comunista Cinese (PCC) non ha perso tempo a raccogliere i frutti della vittoria. Tra il 10 e l’11 agosto 1945, l’allora leader del PCC Mao Zedong, ha emesso in 18 ore, 7 ordini che sollecitavano 200.000 effettivi delle sue truppe a reclamare i territori delle regioni occupate dai giapponesi.

Secondo lo storico cinese Xin Haonian, questa era la prima volta che Mao dava ordini ufficiali per contrastare l’esercito giapponese. Prima di allora Mao per favorire la crescita del PCC aveva sempre evitato conflitti diretti, mentre tra il 1937 e il 1945 milioni di soldati del KMT morivano sui campi di battaglia per combattere i giapponesi.

Il doppio gioco del PCC

Tra l’11 e il 23 agosto 1945, l’allora capo del KMT Chiang Kai-shek ha invitato Mao per ben tre volte per un incontro. Sebbene Mao fosse titubante, il leader dell’Unione Sovietica Joseph Stalin gli ha ordinato di andare dicendogli che la sua sicurezza sarebbe stata garantita dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica.

Il 28 agosto 1945, Mao è volato a Chongqing accompagnato da Patric J. Hurley, allora ambasciatore degli Stati Uniti nella Repubblica cinese. Appena sceso dall’aereo, Mao che per decenni aveva combattuto contro Chiang, ha gridato: “Lunga vita al generalissimo Chiang!” Ha tenuto un discorso scritto sul: “garantire la pace interna, attuare politiche democratiche e consolidare l’unità nazionale”.

Mentre Mao apparentemente dava la falsa impressione di essere disposto a cooperare con il KMT, dietro le quinte stava facendo di tutto per raccogliere i frutti della vittoria della guerra contro l’esercito giapponese. Il 25 agosto 1945, prima di partire per Chongqing, Mao aveva ordinato ai suoi comandanti militari Liu-Bocheng e Deng Xiaoping di attaccare con tutte le loro forze l’esercito di Chiang: “Non preoccupatevi della mia sicurezza a Chongqing. Meglio combattete e più sarò al sicuro e otterremo risultati migliori nei negoziati”.

Mentre per 41 giorni i negoziati di Chongqing catturavano l’attenzione dell’intero Paese, l’esercito del PCC ha occupato 200 città e distrutto le strade principali impedendo all’esercito del KMT di accettare la resa giapponese, ciò ha permesso al PCC di sequestrare la maggioranza delle armi delle forze armate giapponesi che si erano arrese.

Il 10 ottobre 1945, il KMT e il PCC hanno firmato un accordo di pace. Tuttavia, meno di un mese dopo, Mao ha completamente distrutto tutti gli accordi e tutte le promesse fatte.

Chiang: “Il Partito Comunista è il più grande nemico dell’umanità”

Chiang avendo avuto a che fare per decenni con il PCC sapeva che non ci sarebbe stata una riconciliazione. Il giorno dopo la firma dell’accordo ha scritto nel suo diario: “Il PCC non solo è inaffidabile, ma anche la sua condotta è spregevole. Sono peggio degli animali”. Sapeva benissimo che l’unico risultato della “pacifica convivenza” con il regime comunista sarebbe stato quello di essere inghiottito dal comunismo demoniaco.

Chiang ha tratto questa conclusione perché conosceva molto bene il comunismo sovietico e il PCC. Nel 1923, durante una visita di tre mesi in Unione Sovietica, consigliata da Sun Yat-sen, si era reso conto che il sistema politico dell’Unione Sovietica era un sistema autocratico di un’organizzazione terroristica.

Nel 1926, quando la spedizione del Nord guidata da Chiang aveva iniziato ad avere un certo successo nello sconfiggere i signori della guerra regionali, il PCC istigava i funzionari favorevoli al partito nel governo KMT per stabilire un altro regime nella città di Wuhan e nella provincia di Hubei che interferisse con la spedizione del Nord. Chiang ha scritto nel “Messaggio a tutti i soldati”: “Mentre il nostro esercito nazionale rivoluzionario combatteva una sanguinosa guerra nello Jiangxi, il Partito Comunista organizzava una ribellione nello Hunan e nello Hubei (per creare problemi); mentre i nostri soldati in prima linea combattevano ferocemente nello Zhejiang e nello Jiangsu, le autorità del PCC a Wuhan trattenevano la paga dei soldati rifiutandosi anche di fornire le munizioni, senza dare loro neppure un proiettile.

Chiang aveva le idee chiare sui trucchi del PCC riguardo al doppio gioco e all’abitudine di accoltellare alle spalle, così lanciò un movimento su larga scala per eliminare i comunisti che lavoravano all’interno del governo del KMT e delle forze militari.

Nel gennaio 1949, alla fine della campagna di Huaihai, una delle ultime battaglie prima che il PCC prendesse il potere in Cina, Chiang ha emesso l’ordine di smettere di combattere e di lasciare la Cina continentale per Taiwan. La sua guardia del corpo ha ricordato la disperazione di Chiang in quel momento: appoggiò la testa e le braccia sulla scrivania e con grande tristezza piangeva, mentre mormorava a se stesso: “Basta combattere, basta combattere, i soldati caduti sono tutti cinesi”, ha aggiunto: “Questo potrebbe essere il mio destino. Ora tutti i cinesi credono in loro (nei funzionari del PCC). Non ha più senso combattere. Quando alla fine il popolo cinese vedrà la verità, bramerà il nostro ritorno”.

Dopo che il PCC ha usurpato il potere, Chiang ha continuato a denunciare la natura maligna del PCC. Nel 1960, Chiang nella sua “Testimonianza del Venerdì Santo” ha detto:

“Gli arroganti gangster comunisti gridavano che avrebbero distrutto tutte le religioni del mondo e tutti gli esseri umani che non adorassero il comunismo che avrebbe dominato il mondo. Tutte le loro persecuzioni, lotte, inquadrature e processi pubblici di oggi, sono proprio come il demoniaco “satana” di 1.900 anni fa, nell’era del Nuovo Testamento”.

“Possiamo calmarci e chiederci se siamo giunti alla fine di un millennio come menzionato nel capitolo 20 dell’Apocalisse? che cita: “Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro canti della terra, Gog e Magog, per adunarle per la battaglia: il loro numero è come la rena del mare. Gli studiosi della Bibbia credono che una volta che Satana fosse rilasciato dalla prigione, potrebbe essere molto potente. Il comunismo, l’incarnazione di satana non solo combatte contro Dio ma gioca anche deliberatamente brutti scherzi”.

Chiang si è reso conto dell’incredibile ritmo dell’aggressione comunista. Dalla fine della seconda guerra mondiale, ben 800 milioni di persone vivevano sotto la cortina di ferro del comunismo, e finché fosse rimasto in circolazione, non ci sarebbe stata pace nel mondo. Credeva che non ci sarebbe stata una via d’uscita nel seguire il Partito Comunista e ha detto: “Ogni tentativo di compromesso con i comunisti equivale a cadere volontariamente nelle trappole del Partito, è come aprire una porta e invitare i ladri. Se il mondo libero seguirà questo percorso, non solo non riuscirà a ricostruire il tempio di Dio, ma aprirà anche una via alla sua stessa annessione. Questo tipo di compromesso consiste nell’invitare satana a governare il mondo”.

Nel 1969, quando il PCC lanciò la Rivoluzione Culturale, Chiang ha affermato che la natura criminale e demoniaca dei gangster di Mao: “Era in assoluta contraddizione con la cultura tradizionale cinese”. Con la pretesa della cosiddetta “Rivoluzione Culturale”, ha commesso orrende atrocità distruggendo la cultura. Poi ha scritto: “Oggi la terraferma è stata trasformata in un’enorme prigione, in cui i sentimenti tra padre e figlio, la gratitudine tra marito e moglie... sono tutti considerati infidi e le persone che mostrano tali sentimenti sono soggette a severe critiche in qualsiasi momento!”

Nel 1972, Chiang ha profetizzato accuratamente la disintegrazione nel 1990 dei paesi comunisti europei, e anche il PCC sarebbe stato disintegrato un po’ più tardi. Chiang ha sempre avuto in mente, fino alla sua morte, l’idea di “salvare la Cina”. In uno dei suoi discorsi ha affermato: “Nessuno può distruggere la cultura cinese! La forza giusta che riflette il carattere indipendente e la capacità della nostra nazione radicata nella nostra cultura tradizionale cinese, alla fine eliminerà i banditi comunisti!”

Il segreto dietro la lotta di classe del PCC

Yan Xishan, è stato prima governatore della provincia dello Shanxi e successivamente è diventato premier della Repubblica Cinese. Nel 1949, durante un’importante conferenza in un discorso ha detto che “alcune persone sia in Cina che negli Stati Uniti considerano erroneamente il Partito Comunista Cinese come un partito politico, senza riuscire a riconoscere che si tratta in realtà di un partito di ribelli traditori”.

Yan dopo tanti anni di grandi sofferenze nella lotta contro il PCC, aveva acquisito una profonda conoscenza delle pratiche del PCC e della sua ideologia fondamentale. Quando era nello Shanxi, ha ottenuto due documenti del Partito Comunista, che gli hanno permesso di capire perché il Partito era così fervente nei confronti della lotta di classe. A quel tempo, la tattica del Partito Comunista nel trattare le persone nella Cina rurale consisteva nel punirle un poco alla volta. In primo luogo, attiravano la classe medio-alta dalla loro parte per punire i ricchi agricoltori, per poi coinvolgere i piccoli agricoltori per regolare i vecchi conti con i contadini della classe media; dopo di che avrebbero istigato i contadini poveri a fare lo stesso con i piccoli agricoltori.

Infine, il PCC si sarebbe occupato dei contadini poveri. Ma i quadri locali non erano d’accordo e pensavano che non fosse necessario farlo. Per unire i loro pensieri, il PCC ha richiesto ai quadri alti delle contee di far circolare segretamente un documento in cui si diceva: “Il nostro obbiettivo rivoluzionario è quello di liberare il mondo intero... questo sarebbe una provocazione per gli imperialisti britannici e americani che ci attaccherebbero con le forze alleate. Se ciò dovesse accadere dovremmo ritirarci in silenzio, portando con noi persone e risorse materiali, in modo che i nostri nemici non si accorgano di nulla. Dopo che ci siamo ritirati a una certa distanza blocchiamo la loro via di fuga, li intrappoliamo e li uccidiamo. Questo è l’unico modo per affrontare l’attacco degli imperialisti. A quel punto non permetteremo nessun controrivoluzionario tra la nostra gente né tollereremo persone con atteggiamenti neutrali. Anche coloro che simpatizzano con noi sono inaffidabili. Dobbiamo assicurarci che nessuno possa sopravvivere senza il nostro regime, e solo allora potrà combattere al nostro fianco senza rivelare la nostra situazione al mondo esterno. Se non regolassimo i conti in sospeso con i contadini poveri, potrebbero vivere dei loro stessi sforzi e se gli imperialisti ci dovessero attaccare, i contadini sarebbero influenti o almeno potrebbero prendere una posizione neutrale. Pertanto dobbiamo regolare i conti anche con loro per garantire la nostra vittoria finale”.

Allora, come comportarsi con i contadini poveri? Il documento sottolineava: “In quanto a come comportarsi con i contadini poveri, non occorre fare niente di speciale, dobbiamo solo spiegare loro: “L’esercito popolare di liberazione sta combattendo per il popolo e coloro che non sono in prima linea devono consegnare il grano come tassa d’imposta al governo”. Prima si chiede loro quello di quest’anno e se hanno ancora quello di riserva, poi viene imposto loro di consegnare sempre come tassa, il grano dell’anno scorso e gli avanzi dell’anno precedente, fino a quando non saranno più in grado di sopravvivere. Quindi, offriremo loro del grano di soccorso e alcuni strumenti per la produzione, in modo che debbano fare affidamento su di noi per guadagnarsi da vivere, e solo in seguito a questo legame, potranno combattere al nostro fianco fino alla fine”.

Yan è rimasto molto scioccato da ciò che era scritto nel documento in quanto mostrava come il PCC avesse preso in ostaggio l’intera popolazione cinese, così aveva ottenuto risorse e mano d’opera uccidendo e saccheggiando e di conseguenza era stato in grado di espandersi rapidamente. Ha quindi affermato: “Siamo uno Stato Nazionale e stiamo facendo del nostro meglio per proteggere la gente. Il PCC è un partito di teppisti che fa di tutto per punire le persone in modo da tenerle sotto il loro controllo. Il PCC non vuole che le persone vivano in pace, hanno bisogno che si crei il caos... cercano le terre delle persone benestanti“con molti soldi e proprietari terrieri” e li usano come fondi per creare problemi. Soprattutto, vogliono che i poveri siano carne da macello nelle loro strategie di combattimento”.

Yan ha anche predetto che una volta che il Partito Comunista avesse trasformato la Cina nel comunismo, lo avrebbe certamente fatto anche con il sud-est asiatico e con l’India e alla fine si sarebbe diffuso in tutto il mondo. Il comunismo è aggressivo a livello internazionale e tutte le guerre lanciate dal Partito Comunista erano guerre internazionali. Yan è venuto in possesso di un altro documento interno al PCC che incoraggiava i quadri del Partito a “Non avere paura delle bombe atomiche” che confermava ulteriormente la sua ambizione di prendere il controllo del mondo. Il documento spiegava che il PCC era in possesso di bombe anti-atomiche. “Gli imperialisti britannici e statunitensi hanno bombe atomiche. Quindi dobbiamo avere bombe anti-atomiche per affrontare i nemici. Loro hanno bombe atomiche militari mentre le nostre sono politiche. Gli imperialisti britannici e statunitensi ci potrebbero attaccare per controllare le aree industriali e bombardare le grandi città, ma noi siamo riusciti ad espandere il comunismo in un vasto territorio dell’Asia, in questo modo le masse sono diventate inseparabili e questo è ciò che abbiamo usato come contromisura verso le bombe atomiche nemiche, rendendo impossibile esercitare i loro effetti. Questo è il nostro approccio contro le bombe atomiche, cioè abbiamo dispositivi anti-bomba atomica e non abbiamo paura degli imperialisti britannici e statunitensi. Inoltre, anche noi abbiamo già la bomba atomica. Volendo possiamo bombardare le grandi città sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti e distruggere le loro aree industriali. Loro non hanno sistemi organizzativi anti-bomba atomica come il nostro. Si sentiranno sicuramente impotenti. Noi non abbiamo paura della terza guerra mondiale, al contrario ne siamo favorevoli”.

Yan nel concludere, credendo che il comunismo si sarebbe diffuso in tutto il mondo, ha detto che l’approccio del Partito Comunista non aveva precedenti nella storia, una strategia politicamente aggressiva come arma di massa. Il Partito Comunista aveva sempre usato la strategia politica per manipolare le tattiche militari e nello stesso tempo ricoprirsi di falsa propaganda.

Ha aggiunto: “Il PCC esteriormente finge di essere un normale partito politico; nella sua propaganda sembra essere molto entusiasta della pace, della democrazia e del progresso; parla sempre di “negoziazioni” e “consultazioni” in politica. Tuttavia, dietro queste splendide e abbaglianti apparenze, è sempre pronto a puntare una pistola al cuore del suo avversario. Quando non può vincere sul campo di battaglia, si presenta nella sala delle riunioni. Quando anche lì non potrà averla vinta, il Partito Comunista Cinese tornerà sul campo di battaglia. “Violenza e pace” sono sempre stati usati come un coltello a doppio taglio a fronte di un governo compromettente!”

Chen Cheng: “Terrorismo e comunismo non si sono mai separati. Il sogno della mia vita è costruire Taiwan e riconquistare la terra ferma

Chen Cheng era il n. 2 nella politica di Taiwan, aveva sempre seguito Chiang, impegnandosi completamente per sradicare i comunisti. Fin dall’inizio, ha difeso lealmente Chiang e lo ha servito come capo di stato maggiore e comandante in capo della marina nazionale durante la guerra civile tra il KMT e il PCC. Per tutta la vita è stato fermamente impegnato nello sradicamento dei comunisti, ha servito il Paese lealmente e non ha mai dimenticato di “riconquistare la Cina continentale”.

Nelle sue memorie, Chen si riferiva all’Armata Rossa del PCC come ai “banditi rossi”, sottolineando che si trattava di banditismo creato dall’Internazionale Comunista Sovietica e che il PCC, fondato 1921, era un’organizzazione traditrice che svendeva gli interessi nazionali.

Chen ha analizzato la strategia di Sun Yat-sen di “cooperare con il comunismo” e ha detto che “cooperare” non sarebbe significato accogliere il comunismo, nonché permettere ai membri del Partito Comunista di aderire al KMT. Quando Li Dazhao (co-fondatore del PCC) e altri comunisti hanno proposto di aderire al KMT, hanno detto che si sarebbero uniti individualmente, piuttosto che aggiungere un altro gruppo al KMT.

“Con la tolleranza e la generosità del “Padre della Nazione” (Sun Yat-sen), non c’era discriminazione contro alcun essere umano. Tuttavia, quando le persone si sono unite al Partito Comunista non avevano più la natura umana. Come poteva il Padre della Nazione capire tutto ciò fin dall’inizio? Dopo che i membri del PCC si sono uniti individualmente al KMT, hanno iniziato immediatamente a disintegrare il KMT, creando: “la sinistra, la destra e i centristi”, il PCC ha rivelato i suoi veri colori.

Chen ha sottolineato che le sanguinose uccisioni del PCC da sole hanno segnato un ricordo senza precedenti. Anche la fame era una forma di massacro cronico. Tra il 1959 e il 1961, durante la Grande Carestia in Cina, sono morte circa 45 milioni di persone. Il PCC era il nemico del valore universale dell’umanità perché: “negano che gli esseri umani siano umani e affermano che sono solo oggetti”. Chen ha aggiunto: “Dall’inizio alla fine, il terrorismo e il regime comunista non si sono mai separati”.

Chen ha presieduto la riforma agraria di Taiwan senza spargere sangue. Allo stesso tempo, ha accumulato il capitale necessario per l’industrializzazione e ha accelerato il rapido sviluppo economico di Taiwan. Al contrario, almeno due milioni di proprietari terrieri sono stati uccisi durante la riforma agraria del PCC, molte persone hanno perso le loro famiglie e i loro cari. La terra che i contadini poveri hanno ottenuto derubando i proprietari fondiari è stata confiscata dal PCC prima ancora che avessero il tempo di ripulirla dalle erbacce.

Sia Chiang che Chen conoscevano bene il PCC, avevano sempre voluto salvare il popolo cinese e la sua civiltà dall’essere avvelenati e distrutti dal PCC. Già 70 anni fa avevano visto la sua natura malvagia attraverso il comunismo e sapevano che erano demoni che miravano a distruggere la Cina rendendo il mondo intero comunista.

Sfortunatamente, molti cittadini cinesi e le persone della comunità internazionale non hanno prestato sufficiente attenzione a questa realtà. Mentre il PCC cresce per dominare il mondo, spingendo il comunismo come da programma, e il mondo intero soffre per la pandemia di coronavirus a causa della cattiva gestione dell’epidemia da parte del PCC, è tempo per noi di riflettere su questi problemi e trovare un modo per andare avanti.