(Minghui.org)Una donna di ottantacinque anni residente nella città di Jinan, provincia dello Shandong, è sotto accusa per aver diffuso informazioni sulla sua fede, il Falun Gong, un’antica disciplina spirituale e di meditazione che dal 1999 è perseguitata dal Partito Comunista Cinese (PCC). Il marito della signora Chen Lanzhi è morto solo due mesi fa a causa delle molestie subite da parte della polizia.
Il 20 febbraio scorso Chen ha consegnato ad un giovane un opuscolo sulla persecuzione del Falun Gong da parte del P.C.C. e sulla copertura dell'epidemia di coronavirus. Il giovane le ha detto: «Come osi distribuire queste cose per strada?» e subito dopo l’ha denunciata alla polizia.
Sono arrivati diversi agenti ed hanno portato Chen alla stazione di polizia. Le hanno chiesto dove avesse preso il materiale, ma lei si è rifiutata di rispondere. In seguito gli agenti hanno saccheggiato il suo appartamento e le hanno confiscato molti libri e riviste sul Falun Gong ed anche tre radio e la sua rubrica dei contatti.
Il marito di Chen, a causa dalla retata della polizia e delle molestie subite, subito dopo si è ammalato. Dopo essere stato costretto a letto per alcuni mesi è morto intorno al settembre scorso.
Verso giugno un agente di polizia ha rintracciato la figlia chiedendole di riferire alla madre di presentarsi presso il tribunale di Zhangqiu, ma Chen si è rifiutata di andarci.
A settembre, due membri dello staff del Procuratore di Zhangqiu, hanno rintracciato Chen e le hanno ordinato di presentarsi in Procura per firmare un documento. Quando si è rifiutata di ottemperare a quanto richiesto hanno chiamato la figlia, ma anche lei si è rifiutata di partecipare alla persecuzione della madre.