(Minghui.org) Il 4 ottobre 2020 la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha presentato un disegno di legge (HR8491), in cui si designa il Partito Comunista Cinese (PCC) come un’organizzazione criminale transnazionale. Una volta approvato, il disegno di legge fornirebbe una base giuridica per perseguire, punire e sradicare il PCC, così come l’eliminazione completa dell'ombra oscura del comunismo globale.
Per oltre 100 anni, a partire dall'istituzione del sistema comunista, il Partito ha commesso massacri, diffondendo malattie e carestie, ha distrutto culture e commesso genocidi. Secondo “Il Libro Nero del Comunismo” di Karel Bartosek, solo nel XX secolo ben 100 milioni di persone sono morte a causa della rivoluzione comunista, di cui 20 milioni nell'Unione Sovietica, 65 milioni in Cina, 1 milione in Vietnam, 2 milioni in Corea del Nord, 2 milioni in Cambogia, 1 milione nell'Europa orientale, 150.000 in America Latina, 1,7 milioni in Africa e 1,5 milioni in Afghanistan. Gli studiosi, tuttavia, ritengono che queste cifre siano inferiori al numero di vittime reali.
Ad esempio, solo in Cina, ci sono state almeno 80 milioni di vittime dell'ideologia comunista, mentre il bilancio delle vittime della Grande Carestia in Ucraina, nell'ex Unione Sovietica, è stato di 30 milioni.
Nel 2015 i paesi ex comunisti baltici dell'Europa orientale, tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e altri, hanno fatto appello per la formazione di un tribunale internazionale per processare i crimini del comunismo. Alcuni studiosi ritengono che sia più difficile e complicato perseguire il comunismo che il nazismo, perché sotto un sistema comunista molte persone sono sia carnefici che vittime.
Altri studiosi ritengono che sebbene l’accusa penale del sistema comunista abbia più un significato simbolico che un impatto reale, la storia ci mostra che una volta che la cortina di ferro di un regime comunista crolla, i massimi leader del Partito Comunista di un sistema totalitario verranno comunque ritenuti responsabili dei loro crimini.
Il destino dei leader comunisti della Germania orientale
Prima della caduta del Muro di Berlino c'era una barzelletta che circolava nella Germania dell'Est (ufficialmente conosciuta come Repubblica Democratica Tedesca, o RDT): tre prigionieri stanno condividendo il motivo per cui sono stati incarcerati, e il prigioniero A dice: “Ero in ritardo al lavoro, mi hanno accusato di aver distrutto la produttività del Paese e di essere un parassita della società”; Il prigioniero B dice: “Sono arrivato presto al lavoro e hanno detto che dovevo essere una spia inviata dall'Occidente carpire i segreti di Stato”; Il prigioniero C dice: “Sono sempre arrivato al lavoro in orario, né presto né tardi. Hanno detto che il mio orologio doveva essere stato prodotto nella Germania occidentale e che quindi non ero patriottico”.
L'agenzia di polizia segreta della Germania orientale, chiamata “Stasi”, prima che il regime crollasse era composta da 91.000 dipendenti e 173.000 informatori non dipendenti. Dopo la disintegrazione della Germania dell'Est, le persone hanno appreso che i fascicoli della Stasi sul tracciamento, monitoraggio e interrogatori, se raggruppati insieme, avrebbero misurato 180 chilometri di lunghezza. Inoltre c'erano 40 milioni di fascicoli e centinaia di migliaia di registrazioni di intercettazioni telefoniche. Gli archivi hanno coinvolto 5 milioni di persone, quasi 1/3 della popolazione totale.
Dopo la caduta del muro di Berlino, Erich Honecker, leader del Partito socialista unitario della Germania orientale (Partito comunista), è fuggito in Unione Sovietica, ma Gorbaciov non ha vouto accoglierlo. Al ritorno nel suo Paese d'origine è stato imprigionato dal popolo tedesco, ed è stato rilasciato su cauzione, con un cancro in fase avanzata. Sei mesi dopo è morto a Santiago del Cile.
Il successore di Honecker, Egon Krenz, segretario generale del Partito socialista unitario della Germania orientale, il 5 agosto 1997 è stato arrestato dal presidente del tribunale federale di Berlino. Il 60enne leader del Partito comunista è stato accusato di aver ucciso persone che cercavano di fuggire dalla Germania dell'Est. Successivamente gli sono stati concessi sei anni e mezzo di prigione. I suoi seguaci, l'ex membro del Politburo ed economista Günther Kleiber, 65 anni, e l'ex Primo Segretario di Berlino Est Günter Schabowski, 67 anni, hanno ricevuto ciascuno una condanna di tre anni.
Markus Wolf, ex capo della divisione di intelligence straniera della polizia segreta della Germania dell'Est, è stato segnalato come un criminale ricercato in fuga. Gli è stato negato l'ingresso ovunque cercasse rifugio ed è tornato in Germania per poi essere arrestato. È stato condannato a 6 anni di prigione nel 1993 per tradimento, corruzione e altri crimini. Le accuse sono state successivamente ritirate, ma è stato nuovamente condannato nel 1997 per detenzione illegale, coercizione e lesioni personali, e gli è stata inflitta una pena con condizionale di due anni di reclusione.
Il 17 agosto 1962 due guardie di frontiera tedesche hanno sparato e ucciso il diciottenne Peter Fechter, un giovane che aveva tentato di attraversare il muro di Berlino. Hanno frantumato l’osso pelvico di Fechter che è poi caduto in una pozza del suo stesso sangue. Prima di morire ha sofferto per 50 minuti. Trentacinque anni dopo le due ex guardie di frontiera di circa cinquant’anni sono state accusate di omicidio colposo e condannate alla reclusione in libertà vigilata dal tribunale di Stato di Berlino. La sorella minore di Fechter ha testimoniato contro i criminali dicendo: “Sono venuta qui oggi solo per avere giustizia, non per odio”.
Il leader comunista rumeno Ceausescu e sua moglie vengono giustiziati
Nicolae Ceausescu, leader del Partito comunista rumeno, ha lasciato l'eredità di una dittatura folle e crudele. Nel 1980 ha emanato il grande decreto sulle macchine da scrivere rumene, per controllarle come se fossero armi del delitto. Aveva anche un cane, chiamato “compagno Corbu”, a cui era stato attribuito il grado di colonnello. Quando ha visitato un ospedale di Bucarest, il “colonnello Corbu” è stato morso da un gatto. Ceausescu si è infuriato così tanto per l'incidente che ha ordinato la demolizione dell'ospedale che curava 50.000 pazienti ogni anno.
Ceausescu aveva un totale di 62 palazzi e ville, 22 capanne di caccia in tutta la Romania e 17 jet privati di lusso. Lui e sua moglie avevano migliaia di addetti alla gestione e alla sicurezza e più di cento addetti all'assistenza. Durante i suoi 24 anni al potere, le spese primarie per il cibo della famiglia erano equivalenti a 15 milioni di yuan (o 2,3 milioni di dollari). Le spese per vivere del “compagno Corbu” ammontavano a 3 milioni di yuan (o 460.000 dollari). Prendiamo ad esempio il menu del “Colonnello Corbu” del 2 dicembre 1982. Comprendeva: due croissant francesi, 1 Kg di involtini di carne Bersania, 1 Kg di latte e biscotti per cani LATZ per colazione; 4 Kg di zuppa di verdure di manzo (pezzi di manzo, 500 gr. di tagliatelle o riso, carote, sedano, sale) per il pranzo; 1 Kg di involtini Bersania, 500 gr. di maccheroni o vermicelli, e 500 gr. di formaggio e budino dolce per cena. Il cibo e le bevande dovevano essere assaggiati da un “medico specialista” che ne confermava la sicurezza prima di somministrarli al “colonnello Corbu”. Tutto questo accadeva mentre i rumeni comuni dovevano attendere in lunghe file per la strada per avere un pezzo di pane.
Il 21 dicembre 1989 si è tenuto nella piazza centrale di Bucarest un raduno di massa di 100.000 persone, durante il quale Ceausescu avrebbe tenuto un altro dei suoi discorsi pubblici. Tuttavia, con suo grande sgomento, non ha udito dalla gente il solito “Viva Ceausescu”, ma un fragoroso “Abbasso Ceausescu!”. La situazione è andata presto fuori controllo ed i suoi ordini non sono stati eseguiti; l'esercito si è schierato dalla parte del popolo e Ceausescu è fuggito con sua moglie e alcuni stretti seguaci. Lui e sua moglie sono stati arrestati il giorno successivo e, quattro dopo, nel giorno di Natale, un tribunale militare speciale li ha condannati a morte. Sono stati giustiziati a colpi d'arma da fuoco, in uno spiazzo davanti al blocco dei servizi igienici di una caserma militare.
Gli ex leader comunisti della Repubblica Ceca sotto processo
Nel 2019 è stato avviato un procedimento penale contro Miloš Jakeš, 97 anni, l'ultimo leader del Partito comunista ceco, Lubomír Štrougal, 95 anni, ex primo ministro della Repubblica cecoslovacca, e Vratislav Vajnar, 89 anni, ex capo del ministero dell'Interno.
Jan Leleko, Procuratore generale della Procura della Repubblica della regione di Praga, ha affermato che l'Ufficio per le indagini sulla criminalità comunista aveva accusato questi uomini di abuso di potere e di aver causato uccisioni, usando armi militari al confine ceco. Jakeš è stato leader del Comitato Centrale del Partito Comunista Cecoslovacco dal 1987 al 1989. Il 24 novembre 1989, una settimana dopo lo scoppio della “Rivoluzione di velluto” che ha cambiato la storia, Jakeš si è dimesso tra ondate di proteste nazionali. Il 29 novembre il regime comunista cecoslovacco è crollato.
Secondo i documenti forniti dalla polizia e i dati dell'Ufficio investigativo sul crimine comunista, 9 persone sono state uccise a colpi d'arma da fuoco dal marzo 1976 alla fine del 1989 e non meno di 7 persone sono state attaccate dai cani della polizia di frontiera. Nel 1976 è entrato in vigore il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che ha garantito ad ogni cittadino la libertà di lasciare qualsiasi paese, compreso il proprio.
Leleko ha affermato che queste tre persone sapevano che negli incidenti al confine con la Cecoslovacchia le guardie di frontiera avevano usato armi sui cittadini che si erano allontanati troppo, cercando di lasciare la Repubblica Ceca. “Tuttavia, non hanno fatto nulla per vietare l'uso di armi militari sui civili”.
Miloš Jakeš è stato accusato di molteplici crimini tra cui tradimento. È morto per cause naturali il 10 luglio 2020.
Ex leader del partito comunista ungherese arrestato per aver represso la rivolta civile
L'ex leader del Partito comunista ungherese Béla Biszku è stato arrestato verso la fine del 2012, dopo essere stato accusato di aver represso con la forza la rivolta popolare nel 1956. È l'unico membro del Comitato esecutivo provvisorio del Partito comunista del 1956 ad essere ancora vivo, ed stato anche il primo leader del Partito Comunista ad essere stato sottoposto ad un’indagine penale in quel periodo.
Il 23 ottobre 1956 il popolo ungherese ha organizzato una rivolta contro il dominio dell'Unione Sovietica. Per sopprimere la rivolta, i carri armati sovietici sono entrati a Budapest. Entro il 4 novembre, almeno 3.000 civili ungheresi sono stati uccisi e 200.000 sono fuggiti nei paesi occidentali.
Béla Biszku è stato ministro degli Interni nel governo fantoccio ungherese controllato dall'Unione Sovietica. Durante la guerra, non è riuscito a proteggere i civili e ha ordinato alle forze di sicurezza di sparare ed uccidere 51 persone. Se condannato, potrebbe essere condannato all'ergastolo. Il 14 maggio 2014 il tribunale di Budapest ha condannato Biszku a 5 anni e 6 mesi per crimini di guerra e altri reati.
Il leader del Partito comunista bulgaro Todor Zhivkov accusato di abuso di potere
Todor Zhivkov è diventato capo del Partito comunista bulgaro nel 1954. Nel novembre 1989, dopo i drammatici cambiamenti nell'Europa orientale, è stato sollevato dal suo incarico di Segretario generale del Comitato centrale, come membro del Politburo e Presidente del Consiglio di Stato ed è stato espulso dal Partito nel dicembre dello stesso anno. Nel gennaio 1990 è stato arrestato e interrogato; nel settembre 1992 è stato condannato a 7 anni di carcere dalla Corte Suprema bulgara, per il reato di “abuso di potere per aver ottenuto benefici per sé e per altri”. È morto di malattia il 5 agosto 1998.
L’ex leader della Polonia Wojciech Jaruzelski e il suo tentativo di reprimere il popolo
Dal 1973 Wojciech Jaruzelski è stato l'unico generale della Polonia ed è diventato leader del Paese nel 1980. Successivamente ha ricoperto posizioni di vertice come Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito, Primo Ministro e Ministro della Difesa. Quando la Polonia ha intrapreso un cambiamento radicale nel 1989, Jaruzelski è stato eletto presidente della Polonia, ma a quel punto aveva già perso il potere reale. Il 12 settembre 2008, Wojciech Jaruzelski, all’età di 85 anni, è stato processato dal tribunale, principalmente perché ha usato l'esercito per reprimere la gente quando era al potere. Poi è morto nel 2014.
Milošević in Jugoslavia accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità
Milošević è stato eletto segretario del Comitato della città di Belgrado in Jugoslavia nel 1984 e da subito ha iniziato ad eliminare gli anticomunisti. Nel 1989 ha abolito l'autonomia del Kosovo, nel 1991 ha dichiarato guerra alla Croazia e nel 1992 alla Bosnia. Nel maggio 1999 il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia dell'Aia ha denunciato Milošević e altri quattro politici serbi di alto livello per crimini di guerra ed ha emesso mandati d'arresto. Le accuse includevano l'omicidio di albanesi nella regione del Kosovo e gravi violazioni sui diritti umani internazionali. È stato il primo capo di stato in carica nella storia ad essere accusato di tali crimini. Anche sua moglie ed i suoi figli sono stati accusati di molteplici crimini. Milošević è morto in prigione nell'aprile 2001.
Ex leader dei Khmer rossi condannato all’ergastolo
Durante il regno dei Khmer rossi, da 1,5 a 3 milioni di cambogiani sono morti per cause innaturali in tutto il Paese, circa un quarto della popolazione totale della Cambogia dell'epoca. Pol Pot e i Khmer Rossi hanno ricevuto un forte sostegno e aiuti dal PCC, e dallo stesso Mao Zedong. Secondo delle ipotesi statistiche, solo nel 1975 il PCC ha offerto ai Khmer Rossi almeno 1 miliardo di dollari sotto forma di benefici economici e militari senza interessi, e 20 milioni di dollari in “donazioni”.
Dopo che nell'aprile 1975 i Khmer Rossi hanno ottenuto il potere effettivo in Cambogia, hanno iniziato a promuovere vigorosamente il comunismo. Durante questo periodo, Mao Zedong ha incontrato personalmente Pol Pot e Zhang Chunqiao (uno della “Banda dei Quattro”, stretti seguaci di Mao), visitando personalmente la Cambogia. Il regime dei Khmer Rossi ha copiato il “Grande balzo in avanti” del PCC e ha costretto tutta la popolazione urbana a migrare nelle campagne, dove un numero enorme di persone è morto a causa di malattie, eccesso di lavoro o malnutrizione. Pol Pot ha dichiarato che avrebbe “purificato i civili” ed ha iniziato le uccisioni di massa e le purghe all'interno del partito. Allo stesso tempo ha compiuto un massacro a Baju, in Vietnam.
Pol Pot è morto nel 1998 e quindi non ha potuto essere processato. Nel 2006, il tribunale speciale della Cambogia, finanziato dalle Nazioni Unite, ha condannato all'ergastolo il famigerato capo della prigione di Tuol Sleng dei Khmer rossi, Kaing Guek Eav (meglio noto come "compagno Duch"). Nel 2014, il tribunale speciale ha condannato il capo ideologo dei Khmer rossi, Nong Chea, per crimini contro umanità, accanto a Khieu Samphan, ex capo del presidium statale della Kampuchea democratica. Nel 2018, Chea, 92 anni, e Khieu Samphan, 87 anni, sono stati condannati per genocidio e incarcerati a vita.
Il dottor Yang Jianli, fondatore dell'organizzazione per i diritti umani Citizen Power, ha affermato che sebbene un simile processo fosse un po’ in ritardo, è stato comunque importante e necessario. Questo perché i regimi terroristici rossi, fondati sulla base del comunismo, continuano ad esistere nel mondo, iin Paesi come Cina, Corea del Nord, Cuba e Vietnam. Il processo in Cambogia dimostra a tutti che la brutalità di qualsiasi governante alla fine sarà giudicata dalla storia.
Il dittatore Saddam Hussein condannato a morte per impiccagione
Quando Saddam Hussein era al potere, si stima che 2 milioni di iracheni siano stati uccisi e 4 milioni siano fuggiti dal Paese. L'organizzazione irachena per i diritti umani all'estero, Iraq Foundation, ha sottolineato che l'Iraq, dopo che nel luglio 1968 Saddam e i suoi complici Baathisti sono saliti al potere con un colpo di stato, è stato trasformato in uno stato di polizia in stile nazista. Quarantadue anni dopo, il 5 novembre 2006, dopo la guerra USA-Iraq, il tribunale speciale iracheno ha condannato Saddam a morte per impiccagione.
La fine del dittatore Gheddafi
L'ex dittatore libico Muammar Gheddafi aveva sempre una frase sulla punta della lingua: “Non sono io ad essere al potere, ma il popolo”. Nel maggio 1973 ha presentato la sua Terza Teoria Universale e ha scritto tre “Libri Verdi”, che sono stati redatti per il popolo libico come testi da leggere assolutamente fin dall'infanzia. Durante i 42 anni di governo di Gheddafi, in Libia sono scomparse tra le 4.000 e le 5.000 persone. In un'occasione, in una prigione, le mitragliatrici hanno sparato per due ore per massacrare i dissidenti politici. Il 20 ottobre 2011 il governo provvisorio libico ha annunciato che l'ex leader del Paese Gheddafi era stato ucciso in un attacco nella sua città natale, Sirte, dalle forze armate del governo stesso.
L’ex presidente egiziano Mubarak condannato all’ergastolo
Hosni Mubarak, ex presidente egiziano, è stato raccomandato dal PCC come un “vecchio amico del popolo cinese”. È stato poi estromesso dal popolo egiziano nel 2011. Nel giugno 2012 il tribunale penale del Cairo lo ha dichiarato colpevole di aver ordinato una repressione di manifestanti che ha provocato centinaia di morti. È stato condannato all'ergastolo ed è morto al Cairo il 25 febbraio 2020.
L’ex leader del PCC Jiang Zemin sta affrontando circa 200.000 denunce penali contro di lui
Nel 1999 Jiang Zemin e il PCC hanno lanciato una brutale persecuzione dei praticanti del Falun Gong, che ha portato alla repressione illegale di centinaia di milioni di persone. Più di 100.000 persone sono state rinchiuse in prigioni o campi di lavoro forzato, dove sono state sottoposte a torture e persino al prelievo forzato degli organi, per ricavarne profitti enormi in operazioni di trapianto; i corpi delle vittime sono poi stati bruciati per distruggere le prove. Il programma di prelievo forzato di organi approvato dallo stato è stato designato dall'avvocato canadese per i diritti umani David Matas, come una “forma di malvagità mai vista su questo pianeta”.
Il 17 dicembre 2009 il giudice Octavio Araoz de Lamadrid della Corte Federale Argentina n.9 ha preso una decisione storica, emettendo mandati di arresto internazionali per l'ex leader del PCC Jiang Zemin e Luo Gan, ex capo dell'Ufficio 610, per il loro ruolo nella persecuzione del Falun Gong. In precedenza, anche la Corte nazionale spagnola, con una manovra senza precedenti, aveva intentato un’azione contro l'ex capo di stato cinese Jiang Zemin e altri cinque alti funzionari del PCC, per aver perseguitato il Falun Gong ed il loro stretto coinvolgimento nelle torture e nei massacri.
Nel 2015 almeno 200.000 persone in Cina hanno presentato denunce penali contro Jiang Zemin alla Procura della Corte Suprema, al Ministero della Pubblica Sicurezza e ad altri dipartimenti centrali, usando i loro veri nomi; hanno chiesto che le autorità punissero Jiang in conformità con la legge, per crimini contro l'umanità, commessi nella persecuzione del Falun Gong.
WOIPFG ha completato la preparazione delle prove per il processo al PCC
Il 20 luglio 2017 l'Organizzazione mondiale per le indagini sulla persecuzione del Falun Gong (WOIPFG), ha annunciato ad una manifestazione anti-persecuzione a Washington DC di aver completato la preparazione delle prove per il processo al PCC.
WOIPFG ha dichiarato: “Secondo le massicce prove ottenute dalle indagini sistematiche di WOIPFG negli ultimi 10 anni, possiamo confermare che dal 1999, il gruppo criminale del PCC guidato dall'ex leader del PCC Jiang Zemin, ha manipolato l'intero apparato statale, incluso il Partito, il governo, i militari, la polizia armata, il sistema giudiziario e le istituzioni mediche perseguitando sistematicamente i praticanti del Falun Gong. In particolare, hanno compiuto il genocidio dei praticanti del Falun Gong in tutta la Cina espiantando forzatamente i loro organi. Questo è un crimine contro l'umanità sanzionato dallo stato, ordinato da Jiang Zemin e messo in atto dal PCC”.
Fino al 29 giugno 2020 sono stati segnalati un totale di 26.117 unità responsabili e 88.483 persone, tra cui 11.682 provenienti dalla sezione dell’Ufficio 610 e 15.709 dalla sezione del comitato politico e giuridico; 9.519 medici sono sospettati di partecipare al prelievo forzato di organi da praticanti del Falun Gong ancora vivi, con 891 ospedali coinvolti.
Il 17 giugno 2019 un tribunale indipendente del popolo a Londra, China Tribunal, ha emesso una sentenza definitiva, concludendo che il regime del PCC ha condotto su larga scala l'espianto forzato di organi contro un gruppo di persone, principalmente praticanti del Falun Gong, ed è colpevole oltre ogni dubbio di torture e crimini contro l'umanità. Il tribunale ha stabilito che il governo del PCC rappresenta un regime criminale.
Nel corso dei secoli il bene e il male sono stati debitamente ricompensati o puniti. Coloro che lavorano all'interno del sistema del PCC, che considerano ancora la persecuzione del Falun Gong come il loro “lavoro”, dovrebbero immediatamente fermarsi e non andare oltre l'orlo del precipizio, riconoscere la natura malvagia del PCC, essere lucidi riguardo all'imminente fine del Partito e trovare una via d'uscita in questo momento cruciale della storia.