(Minghui.org) Una donna di settanta anni sta affrontando un processo per aver parlato della sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La signora Hao Guangju, residente a Jinan, provincia del Shandong, è stata denunciata da un suo vicino di casa, per aver distribuito informazioni sul Falun Gong nel suo condominio durante il blocco per il coronavirus. La polizia ha rintracciato il suo indirizzo dopo aver esaminato i video di sorveglianza.
Il 27 aprile scorso, la polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione e l’ha arrestata. Sono stati confiscati computer, stampante, libri del Falun Gong e alcune fotocopie. Un agente le ha fatto firmare la lista del materiale confiscato ed è stata rilasciata su cauzione lo stesso giorno.
Il 6 ottobre, Hao è stata richiamata presso la stazione di polizia per firmare nuovamente la lista di sei pagine del materiale confiscato. L'ha firmata e alla fine ha scritto: «La Costituzione protegge la libertà di credo dei cittadini e io non ho violato alcuna legge».
Circa una settimana dopo, due uomini che si sono identificati come membri dello staff del procuratore e del tribunale, hanno chiamato per due giorni consecutivi il marito chiedendogli di presentarsi in procura e in tribunale, il quale però arrabbiatosi molto per la persecuzione nei confronti della moglie da parte delle autorità, ha riattaccato il telefono entrambe le volte.
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