(Minghui.org) Il 7 dicembre il Texas ha intentato una causa presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, chiedendo di ribaltare i risultati delle elezioni in 4 Stati contesi, tra cui Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin. Il 9 dicembre, 17 Stati guidati dal Missouri hanno presentato un amicus curiae e si sono uniti agli sforzi del Texas per rinviare la nomina degli elettori.

Un amicus curiae è una memoria difensiva presentata da un “amico della corte”, che è, secondo Merriam-Webster, “una persona (come ad esempio una persona o un’organizzazione professionale) che non è parte di una particolare controversia ma che è autorizzata dal tribunale a consigliarla in merito a qualche questione di legge che influisce direttamente sul caso in questione.”

Lo stesso giorno l’Arizona ha presentato una richiesta di amicus curiae separata, per un totale di 18 Stati a sostegno della causa del Texas.

Il 9 dicembre il presidente Donald Trump ha anche presentato una mozione per contestare i risultati delle elezioni in Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin.

In un messaggio su Twitter del 9 dicembre ha scritto, “INTERVERREMO nella causa del Texas (oltre a molti altri Stati). Questa è una grande cosa. Il nostro Paese ha bisogno di una vittoria!”

Nella mozione che ha presentato, Trump ha affermato che la nazione non è mai stata così divisa dalle elezioni del 1860. Citando un sondaggio di Rasmussen, ha detto che il 47% della popolazione (incluso il 75% dei repubblicani e il 30% dei democratici) pensa che, probabilmente o molto probabilmente, le elezioni siano state rubate.

L’amicus curiae presentato dal procuratore generale del Missouri, Eric Schmitt, è stato sostenuto dai procuratori generali di altri 16 Stati, tra cui Alabama, Arkansas, Florida, Indiana, Kansas, Louisiana, Mississippi, Montana, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Utah e West Virginia.

La causa intentata dal Texas accusa i 4 Stati contesi di violare la Costituzione degli Stati Uniti, che stabilisce che solo i legislatori possono stabilire regole sulle elezioni e la nomina degli elettori. Secondo le decisioni dei tribunali e dell’esecutivo statale, la modifica delle regole da parte dei 4 Stati, terreno di scontro, non solo ha violato la Costituzione e i diritti legali dei residenti, ma ha anche messo a repentaglio l’integrità delle elezioni e portato a gravi frodi.

L’8 dicembre in un messaggio su Twitter, Schmitt ha scritto: “L’integrità elettorale è fondamentale per la nostra repubblica. E la difenderò ogni volta. Come ho fatto in altri casi, aiuterò a guidare lo sforzo a sostegno dell’istanza #SCOTUS presentata oggi dal Texas”, “Il Missouri è in lotta”.

Dopo aver depositato l’amicus curiae il giorno successivo, Schmitt lo ha spiegato in una dichiarazione sul sito web del procuratore generale del Missouri, scrivendo: “Ci sono tre argomenti principali nella memoria difensiva. In primo luogo, la disposizione di separazione dei poteri nella clausola elettorale della Costituzione è un controllo strutturale del governo che salvaguarda la libertà. In secondo luogo, eliminare le garanzie di voto per posta può creare rischi di frode elettorale. E, infine, gli Stati convenuti hanno abolito le garanzie essenziali contro le frodi nel voto per corrispondenza”.

La memoria difensiva riporta che, “Quando personalità non legislative in altri Stati invadono l’autorità della ‘Legislatura’ in quello Stato, per amministrare un’elezione presidenziale, minacciano la libertà, non solo dei propri cittadini, ma di ogni cittadino degli Stati Uniti che vuole uno scrutinio lecito in queste elezioni, compresi i cittadini degli Stati amici”.

Inoltre, spiega che “Il documento del reclamo sostiene che le personalità non legislative in ogni Stato imputato hanno abolito o diluito incostituzionalmente le garanzie legali contro le frodi emanate dai loro legislatori statali, in violazione della clausola degli elettori presidenziali”.

Il 9 dicembre, anche il procuratore generale dell’Arizona, Mark Brnovich, ha depositato una memoria a parte. Nel documento ha scritto, “‘Ogni elettore’ in un’elezione federale ‘ha il diritto ai sensi della Costituzione di far contare il proprio voto in modo equo, senza che sia distorto da voti espressi in modo fraudolento...’ Data questa fondamentale importanza, lo Stato dell’Arizona, attraverso il suo procuratore generale, combatte vigorosamente per garantire l’integrità elettorale, anche per le elezioni del 2020”.