(Minghui.org) Il 7 dicembre, lo stato del Texas ha intentato una causa presso la Corte Suprema degli Stati Uniti contro gli Stati della Pennsylvania, della Georgia, del Michigan e del Wisconsin, per aver cambiato le procedure elettorali violando le leggi federali. In questo modo hanno allentato le misure in vigore che garantiscono l’integrità delle elezioni, causando gravi frodi e ingiustizie nei confronti degli elettori. Il Texas ha quindi chiesto all'Alta Corte di dichiarare incostituzionali i risultati delle votazioni in questi quattro Stati.
Questa azione ha attirato l'attenzione di esperti legali e di cittadini medi. Alla data del 9 dicembre, 17 stati hanno sostenuto la causa, tra cui Missouri, Alabama, Arkansas, Florida, Indiana, Kansas, Louisiana, Mississippi, Montana, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Utah e West Virginia.
Redatta dal Procuratore generale del Texas Ken Paxton e da due assistenti, questa causa di 154 pagine indica che la clausola degli elettori specificata dall'articolo II, sezione 1, clausola 2 della Costituzione degli Stati Uniti è stata violata in Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin.
La clausola degli elettori richiede che solo i legislatori statali possono stabilire le regole che disciplinano la nomina degli elettori e delle elezioni. I cambiamenti delle regole e procedure di voto da parte dei tribunali o delle decisioni esecutive in questi stati, non solo hanno violato i diritti legali delle loro legislature statali e minato i diritti di voto dei loro residenti, ma hanno anche compromesso i diritti di voto del querelante (Texas) e di altri stati che sono fedeli alla Costituzione.
Inoltre, in questi quattro Stati, sono state modificate anche le regole che disciplinano l'elaborazione delle schede elettorali e la procedura di voto, con variazioni da contea a contea, che hanno violato la clausola di parità di protezione.
Un caso simile si è verificato nel 2000, durante la disputa per il riconteggio nelle elezioni presidenziali in Florida tra George W. Bush e Al Gore. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso sulla base della clausola di uguale protezione, permettendo a Bush di vincere le elezioni.
«La fiducia nell'integrità dei nostri processi elettorali è sacrosanta e unisce i nostri cittadini e gli Stati di questa Unione. Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin hanno distrutto questa fiducia e compromesso la sicurezza e la correttezza delle elezioni del 2020. Gli Stati hanno violato gli statuti emanati dalle loro legislature debitamente elette, violando così la Costituzione. Ignorando sia la legge statale che quella federale. Inoltre, questi stati non solo hanno macchiato l'integrità del voto dei propri cittadini, ma anche del Texas e di ogni altro stato che ha tenuto elezioni legittime», ha detto Paxton in un comunicato stampa dell'8 dicembre. «Il loro mancato rispetto dello stato di diritto getta un'ombra oscura di dubbio sull'esito dell'intera elezione. Chiediamo ora che la Corte Suprema intervenga per correggere questo grave errore».
«Alcuni funzionari degli Stati imputati, hanno presentato la pandemia come la giustificazione per aver ignorato le leggi statali in materia di assenteismo e di voto per corrispondenza. Hanno inondato i loro cittadini con decine di milioni di richieste di voto, e schede elettorali in deroga ai controlli di legge per quanto riguarda la loro legittima ricezione, valutazione e conteggio», ha dichiarato la causa. «Che fossero o meno ben intenzionati, questi atti incostituzionali hanno avuto lo stesso "effetto uniforme" rendendo le elezioni del 2020 meno sicure».
Sulla base delle ragioni di cui sopra, il querelante ha chiesto che la Corte Suprema autorizzi ogni legislatore statale a nominare nuovi elettori presidenziali. I voti espressi dagli elettori già nominati dagli imputati (Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin) dovrebbero essere invalidati in quanto hanno violato la Clausola degli elettori e il quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, le controversie tra due o più Stati possono essere risolte dalla Corte Suprema. In questo caso, quattro stati sono stati nominati imputati e gli argomenti in questione riguardano più giurisdizioni. La causa è quindi di competenza della Corte Suprema.
Parecchie ore dopo aver esaminato il caso, l'8 dicembre la Corte Suprema ha chiesto agli Stati convenuti di rispondere entro le 15.00 del 10 dicembre.