(Minghui.org) Di recente è stato confermato dal sito Minghui che una donna di Jiamusi, nell’Heilongjiang, è deceduta l'11 febbraio dello scorso anno, dopo aver subito anni di persecuzione per la sua fede nel Falun Gong. Suo marito era morto di cancro al fegato un anno prima, la sua salute era peggiorata a causa dello stress per la moglie perseguitata.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Yu Chunlan
Yu Chunlan era in pensione; in passato aveva lavorato in una fabbrica tessile di Jiamusi. Nel 1997 aveva iniziato a praticare il Falun Gong, e attribuiva alla pratica il merito della guarigione dai suoi numerosi problemi di salute.
Da quando il regime comunista ha iniziato la persecuzione, Yu è stata arrestata cinque volte e sottoposta, durante tutti i periodi detenzione, a pesanti torture. Le autorità hanno estorto alla sua famiglia in totale circa 15.000 yuan (1900 euro).
A fine settembre del 2000 la donna venne arrestata per la prima volta ed incarcerata per venti giorni in un centro di detenzione. La polizia confiscò i suoi libri del Falun Gong, la foto del fondatore della pratica ed estorse alla famiglia, per il suo rilascio, 1.600 yuan (200 euro circa).
A luglio 2001, venne nuovamente arrestata dopo che la polizia aveva sorpreso lei ed altri sei praticanti a studiare gli insegnamenti del Falun Gong. Chen Wanyou, un agente dell'Ufficio 610 di Jiamusi, pretese dalla famiglia 3.000 yuan (380 euro circa).
Nel novembre 2001 la praticante si recò a Pechino in Piazza Tiananmen, dove gli agenti l’arrestarono e la condussero alla stazione di polizia di Zhanqian per aver mostrato uno striscione che presentava una petizione per la sua fede.
Yu, poiché rifiutava di rivelare il suo nome, venne trasferita in un altro centro di detenzione della zona suburbana, dove venne interrogata da diversi ufficiali armati. Altri dodici praticanti che come lei avevano manifestato in Piazza Tiananmen e si erano rifiutati di comunicare i loro nomi al momento dell’arresto, furono portati nello stesso centro per essere interrogati.
In carcere, gli ufficiali non le permettevano di dormire, né di chiudere gli occhi, neanche per un istante. La costringevano a rimanere chinata per lunghi periodi di tempo, l’appendevano per i polsi con le braccia allungate dietro la schiena e ogni tanto stringevano le manette per aumentare la sua sofferenza.
Altri praticanti venivano lasciati all'aperto nel freddo gelido e poi veniva versata loro dell’acqua sugli abiti, che si congelavano istantaneamente.
Rievocazione della tortura: chinarsi
Dopo alcuni giorni di torture, Yu aveva detto alla polizia il suo nome e il suo indirizzo, quindi era stata trasferita in un altro centro di detenzione a Pechino, dove veniva monitorata costantemente e picchiata se faceva gli esercizi del Falun Gong. Nella sua cella non c’era il letto, così dormiva sul pavimento di cemento senza coperte.
Tre settimane dopo alcuni agenti della stazione di polizia di Yingjun, nel Jiamusi, avevano riaccompagnato Yu a Pechino ed estorto alla sua famiglia oltre 5.000 yuan (640 euro circa), per coprire le loro spese di viaggio.
La praticante è stata arrestata una quarta volta nel maggio 2007 per aver appeso alcuni striscioni sul Falun Gong. Detenuta nel centro di detenzione di Jiamusi, veniva costretta a fare ogni giorno più di mille decorazioni per gli stuzzicadenti. Se non riusciva a finire la quota giornaliera non le permettevano di dormire. Durante questa detenzione le autorità estorsero alla sua famiglia 4.000 yuan (circa 500 euro).
Il 12 febbraio 2009, poiché Yu non si trovava in casa, alcuni agenti di Yingjun avevano molestato la sua famiglia, perquisito l’abitazione e confiscato il materiale del Falun Gong.
Il 30 luglio 2015, è stata arrestata per la quinta volta, dopo aver presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, ex capo del regime comunista che ha ordinato la persecuzione del Falun Gong. In carcere, per protesta, aveva fatto uno sciopero della fame per tre giorni e successivamente era stata rilasciata.
I continui arresti di Yu e le continue molestie subite nel corso degli anni, hanno traumatizzato suo marito ed anche sua suocera a tal punto che, non appena veniva menzionata la parola “polizia”, iniziava a tremare.
La condizione di costante angoscia mentale ha avuto serie ripercussioni sulla salute di marito e suocera che, in poco tempo, una dopo l’altro sono deceduti.
Le loro morti hanno devastato Yu, così la sua salute ha incominciato a peggiorare. È deceduta l'11 febbraio dell’anno scorso, un anno dopo la morte di suo marito. Aveva 69 anni.