(Minghui.org) Ho incontrato un anziano poliziotto in pensione, che era una guardia del centro di detenzione in cui ero stata rinchiusa. In seguito era stato trasferito alla stazione di polizia nella mia zona residenziale. Con la sua corporatura robusta, i grandi occhi gentili e la voce piacevole, c'era in lui qualcosa di indimenticabile; sentivo che era una brava persona.
Mi sono imbattuta in lui molte volte e ogni volta gli ho parlato della Falun Dafa e della persecuzione perché volevo che fosse al sicuro quando alla fine sarebbero arrivate le calamità.
Un muro di resistenza
La prima volta che ci siamo incontrati gli ho parlato della corruzione del Partito Comunista Cinese (PCC), della sua responsabilità nella morte di milioni di persone durante i suoi movimenti politici, delle menzogne che ha fabbricato per incastrare e calunniare la Falun Dafa, e del suo ruolo in numerosi casi di ingiustizia. Gli ho detto che il Cielo è in procinto di eliminare il PCC e gli ho consigliato di dimettersi dalle sue organizzazioni affiliate per assicurarsi un futuro sicuro.
Tuttavia, non ha voluto ascoltare e se ne è andato.
Quando l'ho incontrato per la seconda volta ho provato a parlargli di nuovo, ma ha semplicemente guardato dritto dicendo: “Ascolterò chi mi paga lo stipendio. Se me lo pagherà la Falun Dafa, allora ascolterò la Falun Dafa”.
Una volta, mentre ero per strada a parlare della persecuzione con alcuni studenti, mi è capitato di incrociarlo, quindi l'ho salutato. Ha chiesto: “Cosa ci fai qui?”.
Quando si è reso conto che stavo parlando con quei giovani della Dafa, è sembrato un po' turbato. Tuttavia sapevo che non mi avrebbe denunciato. Mentre si allontanava, ho cercato di raggiungerlo. Si è fermato e ha detto: “Vai a casa. Vai a prenderti cura della tua famiglia”.
Volevo davvero che capisse la vera natura del PCC. Vedendo che ancora non voleva ascoltare, l'ho preso a braccetto e ho continuato a parlargli. Si è liberato dalla mia presa e con tono seccato ha affermato: “Non afferrarmi... non è corretto!”.
Giorni dopo l'ho incontrato per la quarta volta vicino alla stazione di polizia. Gli ho detto: “Posso darti un software per superare il blocco di Internet del PCC. Utilizzandolo puoi leggere notizie veritiere”. Ha risposto categoricamente: “Ce l'ho già!”.
Questi incontri fortuiti sono continuati.
La volta successiva che l'ho incontrato, ho iniziato a spiegargli come il PCC ha inscenato l'auto-immolazione di Piazza Tiananmen per diffamare la Falun Dafa. Ha risposto: “Sono in pensione adesso. Smetti di dirmi cose che non hanno niente a che fare con me”.
La svolta tanto attesa
L'ho visto di nuovo in un mercato agricolo. Era il periodo in cui è iniziata la pandemia del virus di Wuhan. Mi sono avvicinata a lui con una mascherina e gli ho detto: “Signore, mi riconosci?”.
Sorridendo, ha risposto: “Sì, ti riconosco”.
Ho detto: “Ti ho parlato molte volte del PCC e di come solamente lasciandolo saresti potuto essere al sicuro. Tuttavia, non hai voluto ascoltare”.
Ho continuato: “Sai perché il virus è scoppiato per primo a Wuhan? La stazione TV di Wuhan ha fabbricato programmi per diffamare la Falun Dafa e il Maestro Li Hongzhi (il fondatore). Sempre a Wuhan è stato istituito dal PCC l'Ufficio 610 appositamente per perseguitare la Falun Dafa e in quella città sono state tenute le loro conferenze nazionali”.
“Gli ospedali di Wuhan sono stati tra i primi a prelevare organi dai praticanti della Dafa detenuti. Gli abitanti di Wuhan sono profondamente avvelenati dalla propaganda del PCC e ora stanno soffrendo per il fatto di averci creduto. La seconda ondata del virus deve ancora venire. Per favore, dimettiti dal PCC! Non aspettare o sarà troppo tardi!”.
Questa volta ha ascoltato attentamente e ha accettato ciò che ho detto. Quando gli ho offerto di aiutarlo a dimettersi dal PCC, ha acconsentito di farlo con entusiasmo: “Grazie! Grazie! La Falun Dafa è buona; Verità, Compassione e Tolleranza sono buone”.
Gli ho quindi chiesto di aiutare i suoi familiari a presentare online le loro dimissioni dal Partito, e lui, sorridendo, mi ha fatto un cenno d'assenso.