(Minghui.org) Il 20 luglio, per il ventunesimo anniversario dell'inizio della persecuzione del Falun Gong in Cina, i praticanti italiani si sono ritrovati a Roma per tre giorni di attività.
Nella prima giornata, il 20 luglio, i praticanti sono andati all'ambasciata cinese di Roma per chiedere al Partito Comunista Cinese di porre fine alla persecuzione che da due decenni colpisce in modo crudele i praticanti del Falun Gong nella Cina continentale. Il loro messaggio chiaro e forte era sui numerosi striscioni legati alla cancellata: “La Falun Dafa è buona”, “Fermare la persecuzione del Falun Gong” e “Stop al prelievo forzato di organi in Cina”. Inoltre, per mostrare la natura pacifica e benevolente della pratica, i praticanti italiani hanno mostrato i quattro esercizi e la meditazione seduta.
Una signora ha visto il gruppo in strada dalla finestra di casa sua ed è scesa per capire di più. Colpita dalla natura pacifica della pratica e dalla dolcezza degli esercizi, emozionata ha detto: «Con la vostra pratica sembra che vogliate comunicare con il Cielo».
All'Ambasciata cinese a Roma, per chiedere la fine della persecuzione in Cina
Il pomeriggio dello stesso giorno, nel parco di Villa Borghese, i praticanti hanno mostrato nuovamente gli esercizi, per offrire alle persone che si fermavano di saperne di più e di conoscere, insieme alla malvagità della persecuzione, anche la bellezza della pratica. Verso sera hanno poi dedicato un momento di silenzio con delle piccole luci e le fotografie dei praticanti che sono stati uccisi dalla persecuzione. Ad oggi, sono oltre 4.300 le morti di praticanti che sono state documentate dal sito Minghui, sebbene il numero reale dovrebbe essere molto più alto considerando le difficoltà di far trapelare informazioni dalla Cina e il grande numero di praticanti che secondo le indagini indipendenti di questi anni sono state vittime del prelievo forzato di organi.
Veglia al parco di Villa Borghese, per ricordare i praticanti uccisi dalla persecuzione
Giovani praticanti eseguono il quinto esercizio della Falun Dafa a Villa Borghese il 20 luglio 2020
Martedì 21 luglio i praticanti hanno tenuto un evento in Piazza Montecitorio per chiedere al Parlamento italiano di intervenire e fermare la persecuzione. Diversi parlamentari hanno voluto partecipare per manifestare la loro vicinanza e il loro sostegno.
Praticanti del Falun Gong di fronte al Parlamento italiano
Alcuni dei deputati intervenuti avevano firmato la Dichiarazione congiunta interparlamentare per porre fine alla persecuzione del Falun Gong, firmata da oltre 600 parlamentari in tutto il mondo, e hanno voluto portare il loro saluto e sostegno ai praticanti. Tra di loro, l'Onorevole Lino Pettazzi, che dopo aver affermato di essere rimasto molto scosso dal prelievo forzato di organi e che porterà l'istanza del Falun Gong nelle istituzioni italiane e europee, ha detto: «Sappiate che siamo con voi e saremo sempre con voi».
L'Onorevole Lino Pettazzi ascolta la testimonianza di una praticante che racconta il suo ricordo dell'inizio della persecuzione il 20 luglio 1999 e la persecuzione subita in Cina
Durante la manifestazione davanti al Parlamento, hanno portato la loro testimonianza due praticanti cinesi che sono stati perseguitati in Cina e hanno trovato asilo politico in Italia: Lili Zhao, praticante cinese che è in Italia dal 2000 ed è stata arrestata tre volte quando era in Cina e il marito Li Shunqiang che ha raccontato di essere stato rinchiuso in prigione per 22 mesi, torturato e costretto ai lavori forzati. Lili ha raccontato, come dopo aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione illegale, è stata alimentata con la forza, e un giorno, come tortura, due poliziotti le hanno bloccato le gambe, altri due le braccia, e altri due ancora le hanno infilato un tubo dal naso fino allo stomaco. Altri praticanti che erano in prigione con lei sono stati costretti ad assistere. Infine ha concluso dicendo che, solo dopo molto tempo che era in Italia ha saputo che suo marito era ancora vivo e così quando nel 2008 Shuqiang è riuscito a scappare, hanno finalmente potuto riunirsi.
L'ex parlamentare Elisabetta Zamparutti, da anni vicina ai praticanti del Falun Gong rifugiati in Italia, ha detto: «Avete fatto bene a organizzare questa manifestazione davanti al Parlamento italiano […] perché io sono convinta che se la Cina, se il regime cinese, si è così tanto rafforzato e se entra oggi nel nostro Paese e in Europa con la violenza e con tutto quello che porta di male e di negativo, è anche per responsabilità nostra, per non essere stati in grado di affermare quando bisognava farlo, il rispetto dei vostri diritti umani, della vostra libertà di espressione e la manifestazione del vostro credo religioso. E siamo stati zitti».
Ha portato la sua vicinanza e il suo impegno per il Falun Gong anche l'On. Lucio Malan, co-presidente per l'Italia dell'Alleanza Interparlamentare sulla Cina (IPAC): «Vi ringrazio per la vostra testimonianza, per la vostra resilienza, per non aver ceduto davanti alla persecuzione…bisogna continuare a portare avanti questi bellissimi principi della Falun Dafa che sono la verità, cominciamo dalla verità e poi potremo ottenere anche la benevolenza e la tolleranza. La gente deve essere consapevole di quello che sta accadendo, come il prelievo forzato degli organi. Qualcuno pensa che sia addirittura un'invenzione, una cosa troppo mostruosa per essere vera. Purtroppo è vera, bisogna averne coscienza e chiedere ai governi di schierarsi, ai governi di non stare zitti e di portare avanti la cultura dei diritti. Grande vicinanza e grande solidarietà».
L'Onorevole Lucio Malan, co-presidente per l'Italia dell'Alleanza Interparlamentare sulla Cina (IPAC) ha espresso solidarietà e vicinanza al Falun Gong
I primi testimoni hanno rivelato il prelievo forzato di organi nel 2006, e nel giugno 2019 un tribunale internazionale popolare conosciuto come “China Tribunal”, ha affermato che il prelievo forzato di organi da prigionieri ha avuto luogo “su scala sostanziale, operato da organizzazioni e individui sostenuti o approvati dallo Stato” e ha riconosciuto come il Falun Gong sia la principale vittima di questo crimine contro l'umanità.
All'evento davanti a Montecitorio ha partecipato anche la responsabile italiana di DAFOH (Medici contro il prelievo forzato di organi), la dottoressa Katerina Angelakopoulou che ha messo in luce come “di fronte alle denunce, alle prove, il Partito Comunista Cinese ha reagito con quella stessa strategia dell'inganno che è divenuta palese e che abbiamo potuto vedere in azione nella pandemia di Covid-19, la quale ha sconvolto la comunità globale presentando una minaccia virale senza precedenti, e vista la sua natura contagiosa, si è rapidamente diffusa in tutto il mondo.”
“Il rimedio alla strategia cinese dell'inganno sono la verità e la trasparenza. La comunità internazionale dovrebbe chiedere incessantemente trasparenza sul COVID-19 e sul prelievo forzato di organi da parte dei praticanti del Falun Gong e di altri prigionieri di coscienza per prevenire crimini continui e futuri contro l'umanità.”
Diversi parlamentari hanno sollecitato i praticanti a spronare i parlamentari e le istituzioni per fermare le violenze del Partito Comunista Cinese contro il Falun Gong e a non restare in silenzio. Così l'onorevole Vito Comencini: «È nostro dovere essere qua a sostenervi e a portare avanti le vostre istanze, che come dicevo sono istanze di tutti noi, della nostra civiltà, e dobbiamo innanzitutto fare in modo che i cittadini sappiano, le istituzioni sappiano, e porre la mano sulla coscienza di ognuno perché non ci si volti dall'altra parte e si faccia finta di non vedere quello che sta succedendo in Cina.[...] Sono dalla vostra parte e vi ringrazio. Contate su di noi, continuate a spronarci, a spronare le istituzioni e tutti coloro che hanno ruoli per poter aiutare il popolo cinese, e tutti i popoli che in questo momento soffrono questa tragedia”.
Praticanti da tutta Italia, italiani, cinesi e vietnamiti hanno partecipato a questi eventi e ritrovarsi insieme è stata anche occasione per poter studiare gli insegnamenti della Falun Dafa e praticare gli esercizi in gruppo. È stata un'esperienza preziosa, che ha aiutato ad essere più diligenti nella coltivazione e a vedere le proprie mancanze. Alcuni praticanti hanno anche condiviso le esperienze di come hanno migliorato il loro carattere e lasciato andare i loro attaccamenti. Tutti hanno sentito la responsabilità di coltivare bene se stessi, di migliorarsi attraverso Verità-Compassione-Tolleranza, per aiutare le persone e i parlamentari a prendere la loro posizione nei confronti del Partito Comunista Cinese e mettere fine alla persecuzione in Cina.