(Minghui.org) Nell’era di Xiantian (713 d.C.), Tang Shao era un dotto e abile studioso di Chang’an, la capitale della Dinastia Tang. Aveva anche ricoperto una posizione di alto rango nella corte imperiale. Era il nipote di Tang Lin, ministro del personale.
Di fronte alla residenza di Tang Shao viveva un uomo di nome Li Miao. I due divennero amici e Tang Shao spesso lo invitava a mangiare e bere qualcosa con la sua famiglia. La moglie di Tang Shao si sentiva perplessa dal suo comportamento e un giorno chiese: “Tu sei un funzionario di alto rango, perché cerchi sempre di compiacere qualcuno che è inferiore a te?”
Tang Shao con un sorriso le rispose: “Te lo farò sapere più tardi”.
Un giorno Tang Shao disse a sua moglie in tono solenne: “Mia cara, ora posso dirti perché sono sempre stato amichevole con Li Miao. Fin dall’infanzia ho avuto un’abilità soprannaturale, che non ho mai detto a nessuno prima d’ora. Ho il ricordo della mia vita precedente”.
“In quella vita, ero una donna e a 16 anni sposai a Baling il figlio della famiglia Wang. Mia suocera era estremamente severa e avevo molta paura di lei”.
“Quando avevo 17 anni, il giorno prima del solstizio d’inverno dopo aver cucinato per la famiglia mi sentivo molto stanca. Ma mia suocera mi chiese di cucirle una gonna, dicendo che l’avrebbe indossata il giorno dopo per intrattenere gli ospiti. Per farla, sono rimasta alzata fino a tardi sotto una lampada ad olio”.
“All’improvviso un cane correndo è entrato dove stavo lavorando e ha fatto cadere la lampada, rovesciando l’olio sulla gonna che stavo cucendo. Ero furiosa, gli ho urlato e lui dallo spavento si è nascosto sotto il letto. Accesi una candela e cercai di pulire la macchia d’olio dalla gonna, ma non ci riuscii. Mi sono sentita spaventata e arrabbiata, così ho preso un paio di forbici e ho accoltellato il cane. Prima l’ho pugnalato sul collo e una parte delle forbici si è rotta. Poi l’ho pugnalato con la parte rimanente delle forbici e il cane è morto”.
“All’età di 19 anni morii, forse a causa di una depressione cronica. Poi in questa vita mi sono reincarnato come uomo e il cane che uccisi è rinato come Li Miao. Spesso lo invito a mangiare e bere con noi per liberarmi dal senso di colpa per avergli tolto la vita”.
Tang Shao ha continuato a spiegare: “Domani morirò e colui che mi ucciderà non sarà altri che Li Miao. Ho tenuto tutto questo per me fino ad ora, nella vita si raccoglie quello che si semina. Questo è un principio celeste che nessuno può cambiare. Quindi, per favore, non sentitevi tristi per quello che mi succederà”.
Il giorno dopo ai piedi del monte Lishan, l’imperatore Xuanzong di Tang tenne una grande parata militare. Duecentomila soldati furono schierati con le bandiere e la fila si estendeva per decine di chilometri. L’Imperatore era così entusiasta da battere personalmente il tamburo per dare energia all’atmosfera.
Improvvisamente, il ministro della Difesa, Guo Yuanzhen, si fece avanti per riferire su alcuni affari militari, di conseguenza l’esercitazione dei soldati fu interrotta. L’Imperatore era furioso e ordinò di far decapitare Guo sotto una grande bandiera.
Il cancelliere Zhang e altri funzionari del tribunale si inginocchiarono per supplicare l’Imperatore, dicendo che Guo era un grande eroe nazionale e che doveva essere graziato dalla morte. L’Imperatore allora decise di far esiliare Guo a Xinzhou (l’attuale contea di Xinxing nella provincia di Guangzhou).
L’Imperatore era comunque ancora arrabbiato, così ordinò di far decapitare Tang Shao per non aver mantenuto l’ordine militare. Prima che qualcuno avesse la possibilità di implorarlo, Li Miao, un generale dell’epoca si fece avanti per eseguire l’ordine. Stranamente, quando la sua spada stava per tagliare la testa di Tang Shao, la spada si spezzò, così dovette trovarne un’altra per ucciderlo. Proprio come quando Tang Shao nella sua vita precedente pugnalò a morte il cane usando due volte le forbici perché la prima volta si spezzarono.
L’imperatore Xuanzong in seguito si pentì di aver ucciso Tang Shao e incolpò Li Miao per averlo giustiziato troppo in fretta. L’Imperatore licenziò Li Miao dal suo incarico e ordinò che non fosse mai più reintegrato.
- Estratto da “Taiping Guangji” (太平廣記) (Estese Raccolte dell’era della Grande Armonia)