(Minghui.org) Due donne residenti nella città di Baoding, provincia dell’Hebei, sono state arrestate il 3 dicembre scorso per aver distribuito informazioni sul Falun Gong. La polizia ha interrogato e torturato la signora Yin Shufen, sessatun anni, e la signora Tian Yanhong, cinquantasei anni, fino a quando hanno vomitato sangue e avuto convulsioni involontarie. La polizia le ha rilasciate tre giorni dopo, solo perché il centro di detenzione locale si è rifiutato di accettarle.
Da quando, nel luglio 1999, il regime comunista cinese ha lanciato la persecuzione del Falun Gong, un'antica disciplina spirituale e di meditazione, tutti i praticanti in Cina corrono il costante pericolo di essere molestati, arrestati e torturati per aver sostenuto la loro fede o aver diffuso informazioni a riguardo.
Interrogatorio ed estorsione
Il capo della polizia, Li Chao, ed altri tre agenti della stazione di polizia della municipalità di Bailong, hanno interrogato le due donne in assenza del loro consulente legale. Hanno chiesto chi avesse prodotto i volantini del Falun Gong da distribuire. Le praticanti non hanno risposto alla domanda, ma hanno sostenuto che praticare il Falun Gong era un loro diritto costituzionale. Oltraggiato dalla loro risposta, ha gridato: «Gettatele nelle gabbie!».
Li ha ordinato ai suoi ufficiali di portare le due donne in ospedale per esami clinici. Entrambe le giacche delle praticanti si sono strappate quando hanno opposto resistenza ad andare con la polizia.
Lo stesso giorno, quando più tardi le famiglie delle praticanti si sono recate alla stazione di polizia, il capo ha fatto firmare loro l'avviso di detenzione ed ha scritto delle dichiarazioni di denuncia del Falun Gong. Ha anche estorto 1.000 yuan (circa 130 euro) ad ogni famiglia.
Maltrattate in ospedale
Prima di essere portate in ospedale per eseguire un esame del sangue e del cuore, le due donne sono state esaminate per il Covid-19. Poiché si sono rifiutate di collaborare durante gli esami, Li ha chiesto agli ufficiali di trattarle duramente. Seguendo le sue istruzioni questi hanno tenuto le due donne in piedi e le hanno lasciate cadere sulle barelle per essere trasportate in stanze diverse per vari esami. Il suo ordine preciso è stato: «Non picchiamole e non provochiamo loro lesioni esterne. Lasciatele cadere sulle barelle in questo modo, così non causerà loro alcuna lesione visibile». Quando un medico ha chiesto alla polizia di andare più adagio mentre spingeva le barelle oltre la soglia di una porta, ha risposto: «Più la corsa è dura, meglio è! Loro (riferendosi alle due praticanti) non temono gli scossoni!».
Li, ha anche chiesto ad un medico di prelevare il sangue a Yin, così lui e gli agenti le hanno tenuto le braccia abbassate coprendole il viso con la camicia. Non contento, ha chiesto al medico di prelevarle del sangue in più e non di aiutarla a fermare l’emorragia.
Il medico ha punto il braccio di Tian per tre volte per prelevarle il sangue, tanto che tre giorni dopo presentava ancora delle ecchimosi. Quando l'ufficiale l’ha gettata sulla barella è quasi svenuta per le vertigini.
Interrogatorio e umiliazione
Dopo il tormento in ospedale, le donne sono state portate all'ufficio di Pubblica Sicurezza del distretto di Mancheng. Gli agenti le hanno trascinate fuori dall'auto, portate giù in un seminterrato e messe su delle sedie di ferro. Sono state ammanettate alla sedia e torturate. Come risultato Yin ha iniziato a tremare in modo incontrollato ed anche le braccia di Tian non riuscivano a smettere di tremare. Accusandole di recitare, un ufficiale ha trascinato Tian per la camicia gettandola all'entrata del seminterrato. La camicia le è stata tirata su fino alla testa, lasciandola in topless, sdraiata sul pavimento freddo, finché non è arrivato un funzionario del villaggio che l’ha aiutata ad alzarsi.
Rievocazione della tortura: bloccata su una sedia da interrogatorio
Quando le due donne hanno poi richiesto di usare il bagno gli ufficiali le hanno trascinate in un cortile e costrette ad evacuare davanti a sei ufficiali uomini.
Torturate fino a vomitare sangue al centro di detenzione
Intorno alle 22:00 le praticanti sono state portate in un centro di detenzione, dove le guardie hanno gettato Yin su una sedia e Tian sopra di lei. Quando le due donne si sono lamentate con il direttore, Chen Yonghui, per essere state costrette a fare i propri bisogni davanti a degli uomini, Chen ha risposto: «È normale, qual è il problema?».
Dopo tre giorni di detenzione, il 6 dicembre, Tian ha iniziato ad avere spasmi e a vomitare sangue, e nello stesso tempo, anche Yin ha vomitato sangue. Quel pomeriggio la polizia ha chieto alle famiglie delle due donne di andare a prenderle al centro di detenzione.
All’arrivo delle famiglie il capo Li le ha fatte attendere per un'ora scattando anche delle foto senza il loro permesso. Sono state poi minacciate di un possibile arresto se avessero praticato il Falun Gong. A questo punto le famiglie se ne sono andate dopo aver capito che la polizia non aveva nessuna intenzione di rilasciare le due donne.
Poco dopo le praticanti hanno sentito un membro del personale del centro urlare contro Li, dicendo che non era d'accordo con lui e che voleva liberare le due donne.
Le famiglie, ormai sulla via del ritorno a casa, hanno ricevuto una chiamata dalla polizia che chiedeva loro di andare di nuovo al centro di detenzione a prendere le due donne. Quella sera stessa, le praticanti hanno fatto ritorno a casa.
Praticare il Falun Gong ha salvato la vita delle praticanti
Le due praticanti hanno sofferto di numerose malattie croniche prima di iniziare il Falun Gong. La pratica le ha aiutate a guarire.
Il marito di Tian la picchiava e aveva relazioni extraconiugali. La donna si preoccupava così tanto che nemmeno i sonniferi potevano aiutarla a riposare. Soffriva di esaurimenti nervosi, problemi digestivi, anemia e problemi ginecologici. Anche se ha divorziato e si è risposata, la sua nuova suocera l’ha sempre guardata dall’alto in basso ed hanno avuto molti conflitti. Nel frattempo Tian aveva ancora problemi di salute e frequentemente doveva recarsi in ospedale.
Mentre si prendeva cura del padre colpito dal cancro nel 2004, è stata introdotta al Falun Gong ed ai suoi insegnamenti. Si è identificata con i suoi principi ed ha deciso di imparare la pratica. Tutte le sue malattie sono scomparse prima ancora che se ne accorgesse, ed è diventata anche più premurosa e propensa nel risolvere tutti i conflitti con la sua nuova famiglia.
Yin, invece, soffriva di un gonfiore addominale e di dolori al petto. I suoi arti le facevano terribilmente male a causa di un grave gonfiore. Era stanca ed aveva un brutto carattere a causa del dolore costante. Le medicine che ha preso e l'agopuntura che ha fatto non l’hanno aiutata.
Dopo vent’anni di sofferenza un suo amico le ha raccomandato il Falun Gong. È andata in un luogo di pratica ed ha ascoltato gli altri praticanti che leggevano lo Zhuan Falun, il libro principale del Falun Gong. Mentre ascoltava, ha deciso di vivere la sua vita seguendo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Il suo dolore e la sua sofferenza sono andati via gradualmente.