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Guangdong: Uomo viene ripetutamente picchiato nella prigione di Sihui per aver sostenuto la sua fede

03 Ott. 2021 |   Di un corrispondente Minghui del Guangdong, Cina

(Minghui.org) Mentre scontava una condanna a cinque anni per via della pratica del Falun Gong, il signor Wu Haibo è stato brutalmente torturato nella prigione di Sihui, sita nella provincia del Guangdong. La prigione è nota per l'uso delle tortureal fine di costringere i praticanti a rinunciare alla propria fede. A causa delle torture subite Wu ha riportato la frattura di un braccio, lo schiacchiamento di tutte le dita dei piedi ed inoltre è stato ricoverato più volte in ospedale a causa delle ferite riportate.

Il 2 dicembre 2015 Wu, della città di Zhanjiang, nella provincia del Guangdong, è stato arrestato per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal 1999 dal regime comunista cinese. L'8 giugno 2016 è stato condannato a cinque anni di prigione. Nel gennaio 2017 il suo appello per la scarcerazione è stato respinto.

Percosse e abusi regolari

Per privare Wu del sonno, le guardie hanno incaricato i detenuti di sorvegliarlo a turno. Ogni volta che chiudeva gli occhi, un detenuto lo colpiva con una gruccia, gli versava in bocca acqua con mozziconi di sigaretta, o puliva il water con un batuffolo di cotone e glielo metteva in bocca. Gli aguzzini non gli hanno permesso di urinare per più di ventiquattr’ore di seguito e di defecare per diversi giorni di seguito.

Wu era regolarmente costretto a rimanere accovacciato per lunghi periodi di tempo. Qualsiasi resistenza opponesse sfociava in un brutale pestaggio.

Di tanto in tanto le guardie ordinavano ai detenuti di torturarlo per tre o quattro volte al giorno, per circa un'ora ogni volta e per molti giorni di seguito. I detenuti hanno trasformato oggetti domestici in strumenti di tortura. Una volta hanno messo la gamba di un piccolo sgabello su una delle dita dei piedi di Wu e poi ci si sono seduti e sono saltati sopra. Dopo che il suo alluce si è rotto e ha sanguinato, un detenuto ci ha spruzzato sopra una manciata di sale. Tutte e dieci le unghie dei suoi piedi gli sono state staccate o sono diventate necrotiche. I detenuti l’hanno anche minacciato dicendogli: "Se non rinunci alla tua fede ti picchieremo finchè non diventerai disabile, poi ti cureremo e ti picchieremo di nuovo fino a portarti alla disabilità cronica".

I detenuti gli hanno anche versato dell’acqua speziata nelle narici, versato addosso dell'acqua gelida, colpito le dita delle mani, dei piedi e le caviglie con bastoncini di plastica e sferzato il corpo, le mani ed i piedi con una spessa suola, lasciandolo coperto di lividi e gonfiori.

Svenimento per le percosse subite con conseguente sutura alle labbra

Nel pomeriggio del 17 marzo 2017 il detenuto Chen Guoxiong ha tentato di persuadere Wu a rinunciare al Falun Gong. Wu si è rifiutato di conformarsi e gli ha chiarito la verità sulla persecuzione. Irritato dalla sua reazione Chen si è alzato e l’ha colpito sulla testa così forte da farlo svenire, facendogli mordere le labbra. Wu sanguinava copiosamente dalla bocca, quindi il detenuto Jiang Shuiping, che aveva delle conoscenze mediche, ha fatto pressione sulle sue labbra e, prima di segnalare l'incidente alle guardie, gliel’ha tamponate.

Le guardie non si sono preoccupate di chiedere cosa fosse successo, perchè i praticanti vengono feriti ogni giorno a causa delle percosse, e nessun detenuto è mai stato ritenuto responsabile delle ferite inflitte ai praticanti.

La guardia Zeng Jianxing alla fine ha portato Wu e diversi altri detenuti all'ospedale della prigione. Wu ha avuto bisogno di tre punti di sutura alle labbra.

Calpestato sulla testa e ferito ad un occhio

Nel giugno 2017 Wu, per protestare contro la persecuzione, si è rifiutato di accovacciarsi, così Wu Zhide ed altri detenuti, si sono alternati per picchiarlo e prenderlo a calci. Wu non ha reagito alle percosse ed il capo dei detenuti Liu Fei, l’ha preso a calci e gli ha pestato la testa. Quando la sua testa ha toccato terra, il suo occhio destro è stato ferito ed ha iniziato a sanguinare.

Il detenuto Chen Zhiyong l’ha guardato dicendo: “Peccato. Hai bisogno di nuovo di punti”. Camminando verso l'ospedale della prigione, la guardia Long Feizhi ha detto agli altri detenuti che Wu si era ferito e, all'ospedale, ha ordinato al medico di non fare troppi sforzi per curarlo.

Per impedire ad altri praticanti di vedere la sua ferita, mentre Wu tornava nella sua cella i detenuti l’hanno circondato, ma le bende sulla sua testa hanno preoccupato il capo del detenuto Liu Fei, così le ha tolte.

Liu Fei una volta ha detto a Wu: “In effetti non vogliamo picchiarti, privarti del sonno o impedirti di usare il bagno, ma dobbiamo seguire le istruzioni delle guardie. Senza i loro ordini non oseremmo toccarti, ma quando ci intimano di torturarti dobbiamo farlo, o non ridurranno i nostri termini di pena”.

Braccio rotto

Nonostante la brutale tortura, Wu si rifiutava ancora di rinunciare alla sua fede, così le guardie si sono vendicate. Il 26 novembre 2017 Liu Fei ed altri due detenuti hanno tenuto a terra Wu e l’hanno colpito con i gomiti. L’uomo, a causa delle percosse, ha sentito un forte dolore all'avambraccio sinistro ed ha detto: "Il mio braccio è rotto". Quando si sono fermati e hanno appurato che il braccio era effettivamente fratturato, tutti e tre i detenuti hanno immediatamente detto: "Non sono stato io!" Quando Wu ha chiesto di vedere le guardie in servizio, gli hanno risposto che erano occupate.

Il praticante ha poi appreso che queste stavano guardando tutto con le telecamere di sorveglianza e sapevano che il suo braccio si era rotto. Quando gli hanno detto che erano troppo occupate per controllarlo, stavano infatti discutendo riguardo a come gestire la situazione.

Mezz'ora dopo le guardie l’hanno chiamato insieme a due dei tre detenuti, Liu Fei e Wu Zhide, e gli hanno detto di recarsi in ufficio. Anche una guardia soprannominata Wu, gli ha detto: "Meritavi di essere picchiato". Il detenuto Wu Zhide ha poi detto: “Non l'abbiamo picchiato. è caduto e si è rotto il braccio da solo”.

Anche il medico della prigione Liang Ruicheng è stato chiamato per recarsi in ufficio, dove ha controllato attentamente il braccio di Wu e, prima ha detto che era rotto, ma poi ha ritrattato. La guardia soprannominata Wu gli ha detto: “Stai bene. Puoi tornare nella tua cella!”.

Quando Liu Fei è tornato in cella, ha annunciato ciò che le guardie avevano ordinato: "Lasciatelo riposare per alcuni giorni, continueremo a picchiarlo più avanti".

A causa delle ripetute richieste di Wu, una guardia ha finalmente accettato di portarlo in ospedale, dove una radiografia ha mostrato che il suo braccio era fratturato, ma il medico della prigione non è stato in grado di curarlo. La mattina dell'8 dicembre Wu è stato portato all'ospedale della città di Sihui, dov’è stato operato e gli è stata inserita nel braccio sinistro una placca di metallo.

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