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Jilin: Donna racconta l'arresto e la condanna per la sua fede

03 Dic. 2021 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dello Jilin, Cina

(Minghui.org) Una donna di settant'anni residente a Jilin, nell'omonima provincia, è stata condannata ad un anno di libertà vigilata, per aver distribuito materiale informativo sulla sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. La polizia ha fabbricato prove contro Zhao Xin e l'ha torturata nel locale centro di detenzione. La donna ha sofferto di cattiva salute dopo essere stata rilasciata, ma le autorità hanno continuato a molestarla, ordinandole di rinunciare alla sua fede.

Di seguito è riportato il suo racconto personale.

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Dopo lo scoppio della pandemia a Wuhan, ho letto la storia di una coppia di medici che ha contratto il virus. Quando le loro vite erano in pericolo, hanno recitato le frasi di buon auspicio: "La Falun Dafa è buona; Verità, Compassione, Tolleranza sono buone", e sono presto guariti.

Il 16 agosto dell'anno scorso, ho portato alcuni opuscoli informativi al mercato degli agricoltori, sperando di far conoscere a più persone la storia ed i benefici del Falun Gong. Prima che avessi la possibilità di distribuire i volantini, due persone mi hanno afferrata da dietro. Hanno detto che erano della polizia e che era illegale distribuire materiale del Falun Gong.

Nessuno dei due indossava un'uniforme della polizia. Uno di loro mi ha mostrato un piccolo distintivo, ma non ho visto chiaramente cosa fosse. Ho cercato di spiegarmi, ma loro hanno detto: "Stiamo facendo rispettare la legge con fermezza. Non vogliamo ascoltarti!".

Dopo essere stata condotta alla stazione di polizia di Changchunlu, ho saputo che uno degli agenti era Wang Quan. Quando ho rifiutato di farmi fotografare, mi hanno afferrata per i capelli e mi hanno sbattuto la testa contro il muro. Ero stordita e mi sono dovuta accovacciare. Un altro ufficiale si è avvicinato e mi ha spinto la spalla contro il muro, minacciando di rompermi il braccio, se avessi opposto resistenza.

Con la foto che mi hanno scattato, la polizia ha trovato il mio numero identificativo e l'indirizzo, attraverso il database. Gli agenti hanno perquisito la mia abitazione e confiscato venti libri del Falun Gong, trentadue copie del Minghui Weeklyed altri oggetti personali.

L'ufficiale Wang ha diffamato la pratica spirituale, sostenendo che facesse parte della politica nazionale arrestare i praticanti del Falun Gong. Ho risposto che nessuna legge ha mai criminalizzato il Falun Gong in Cina e che non avevo fatto nulla di male. Wang ha risposto che loro rappresentavano l'agenzia nazionale per la violenza e che avrebbero eseguito qualsiasi ordine proveniente dall'alto.

Nel documento presentato alla procura, sono stata accusata di "minare l'applicazione della legge con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato contro i praticanti del Falun Gong. Wang ha anche inventato un verbale di interrogatorio su di me ed il numero di materiali che mi erano stati confiscati, includendoli entrambi tra le prove dell'accusa.

In seguito sono stata trasferita al centro di detenzione di Jilin. Come risultato delle torture subite, ho sviluppato una grave ipertensione ed un problema cardiaco. Mi venivano concessi solo quindici minuti ad ogni pasto ed il cibo non consumato mi veniva ritirato allo scadere del tempo. Solitamente il cibo consisteva in un pezzo di torta fatto con la farina di riso ed una zuppa di foglie verdi, senza altro sostentamento. Avevo un costante dolore allo stomaco e spesso anche sangue nelle feci. Di notte il posto in cui mi era permesso di dormire era largo solo un piede (circa 31 centimetri) ed era difficile sdraiarsi. Durante il giorno venivo sottoposta a lunghe sessioni di torture fisiche.

Istigati dalle guardie, molti detenuti partecipavano alla persecuzione di noi praticanti. Non si curavano delle nostre condizioni fisiche e ci torturavano finché non eravamo allo stremo delle forze. Se cercavamo di persuaderli a non partecipare alla persecuzione, intensificavano le torture.

In seguito sono stata incriminata dalla procura del distretto di Chuanying. Il 18 dicembre dell'anno scorso, dopo quattro mesi di detenzione, il tribunale mi ha condannata ad un anno di libertà vigilata.

Secondo la legge cinese il mio mandato avrebbe dovuto terminare un anno dopo il giorno del mio arresto, ma le autorità l'hanno prolungato di quattro mesi, senza alcuna spiegazione.

Al mio ritorno a casa ho sofferto di sintomi persistenti. Continuavo ad avere sangue e pus nelle feci. Prima ero io a prendermi cura di mio marito, che ha una grave malattia cardiaca e la pressione alta, ma ora, date le mie condizioni, i miei figli hanno lasciato il lavoro e sono rimasti a casa per prendersi cura di entrambi.

Il governo non ci ha mai offerto alcun aiuto, nonostante le difficoltà che stiamo affrontando. Alcuni membri dello staff dell'Ufficio di giustizia locale, nello scorso mese di settembre, mi abbiano molestata e ordinato di scrivere una ichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Wang Quan (王权), ufficiale della stazione di polizia di Changchunlu: +86-13644470021

Bai Yan (白岩), funzionario del Comitato affari politici e legali della città di Jilin: +86-18843227866

Jiang Naiai (姜乃嫒), procuratore della procura del distretto di Chuanying: +86-17604420789, +86-432-64827317

Li Zhongcheng (李忠诚), giudice del tribunale del distretto di Chuanying: +86-13704316606, +86-432-62404967

(Altre informazioni di contatto dei perpetratori sono disponibili nell'articolo originale cinese).

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