(Minghui.org) Un vedovo della città di Dalian, provincia del Liaoning, ha subito la persecuzione per due decenni a causa della sua fede nel Falun Gong, ed è morto all'età di cinquantasei anni, il 20 gennaio scorso. La morte del signor Yang Chuanjun, è stata preceduta da molteplici arresti e due condanne al carcere per un totale di nove anni. Sua moglie, anche lei praticante del Falun Gong, era deceduta sedici anni prima dopo aver sopportato anni di vessazioni e torture.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale per il benessere di mente e corpo perseguitata dal regime comunista cinese dal 20 luglio 1999.
I primi arresti
Il signor Yang, uno dei volontari che coordinavano un sito di esercizi del Falun Gong a Dalian, era indicato come uno dei principali obiettivi quando è iniziata la persecuzione. Alle 4:15 del 20 luglio 1999, un gruppo di agenti hanno fatto irruzione nella sua casa e l’hanno arrestato.
Non si sa cosa sia successo all’uomo dopo il suo primo arresto. Nel 2000, a causa di una denuncia, è stato detenuto nel campo di lavoro forzato di Masanjia dove per un carico intensivo di lavoro a cui era sottoposto, è rimasto privo di conoscenza per 10 ore dalla stanchezza.
La prima condanna alla prigione
Yang, è stato arrestato nuovamente il 24 aprile 2002 e detenuto per diversi mesi presso il centro di detenzione di Yaojia. La polizia, ha tentato di mandarlo di nuovo al campo di lavoro, ma il suo ingresso non è stato accettato. Sebbene in seguito sia stato rilasciato, la polizia l’ha messo agli arresti domiciliari negandogli di tornare al lavoro.
Pur di imprigionare l’uomo, la polizia non ha esitato a fabbricare prove contro di lui affermando che stava organizzando una conferenza internazionale dei praticanti del Falun Gong a Dalian.
Yang è stato subito arrestato e il 21 gennaio 2003, è stato processato presso il tribunale del distretto di Ganjingzi. Ha negato ogni atto illecito per aver praticato il Falun Gong ed ha rivelato che la polizia l’aveva picchiato e colpito con bastoni elettrici per tre giorni per estorcergli una confessione. Il giudice l’ha segretamente condannato a quattro anni di prigione.
Per protestare contro la persecuzione, Yang ha iniziato uno sciopero della fame ma le guardie come punizione l’hanno rinchiuso in una piccola cella e alimentato forzatamente, lasciandogli il tubo nello stomaco per aumentare la sua sofferenza.
Secondo periodo di detenzione
Il 19 giugno 2007, Yang, è stato arrestato nuovamente e spesso torturato fino a svenire e a vomitare sangue. Quando è stato portato al Dalian Central Hospital, aveva la pressione sanguigna molto alta.
Il tribunale distrettuale di Xigang ha tenuto due udienze per il suo caso (la prima il 14 settembre 2007), ma il procuratore non ha presentato alcuna prova. Alla terza udienza, alla quale il procuratore non ha nemmeno partecipato, il giudice ha condannato direttamente l’uomo a cinque anni presso la prigione di Dongling a Shenyang. Yang ha protestato contro il verdetto in tribunale, ma il giudice se n'è andato rapidamente senza dire una parola.
La tragica morte della moglie
La signora Dai Zhijuan, moglie di Yang, era medico presso l’ospedale femminile e pediatrico della città di Dalian.
La donna, è stata arrestata nell’aprile del 2000, mentre si recava a Pechino per appellarsi al Falun Gong ed è stata detenuta presso il campo di lavoro forzato di Masanjia dove è stata sottoposta a percosse, privazione del sonno, lavori forzati, isolamento e sorveglianza, iniezione di droghe sconosciute, e altro. È stata torturata a tal punto da non potersi prendere cura di se stessa e così su consiglio medico è stata rilasciata.
La donna, è stata arrestata nuovamente insieme al marito il 24 aprile 2002 e le è stato inflitto un secondo periodo di tre anni nel campo di lavoro.
Questo periodo, l’ha lasciata devastata sia mentalmente che fisicamente e non potendo nutrirsi da sola è stata di nuovo rilasciata su consiglio medico.
Il 1 settembre del 2004, otto agenti di polizia hanno cercato di arrestare Dai e sua madre ma non ci sono riusciti. In seguito, quattro agenti in borghese si sono appostati all'ingresso del suo condominio per sorvegliarla. La signora Dai è stata costretta a vivere lontano da casa per evitare la persecuzione. È deceduta il 21 dicembre 2005.
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