(Minghui.org) La Cina ha una lunga storia del culto del divino. Ma nel corso delle dinastie, di tanto in tanto, ci sono stati ‘capitoli oscuri’ dove gli imperatori hanno perseguitato le pratiche buddiste e altre fedi. Quasi tutti questi imperatori sono andati incontro a gravi conseguenze, che sono servite da lezione per le generazioni successive. In questa occasione vorremmo esaminare l’imperatore Huizong della dinastia Song.

Sradicare il buddismo

Huizong fu l’ottavo imperatore della dinastia Song e la causa diretta della fine della dinastia dei Song del Nord. Era bravo nella letteratura, nella pittura e nella calligrafia, ma non riuscì a gestire il Paese. Come risultato, il Paese era debole, i funzionari erano corrotti e il popolo viveva in miseria. Per peggiorare le cose, indebolì il buddismo e durante il suo regno arrivò quasi ad eliminarlo.

Nel 1119, diversi anni dopo essere diventato imperatore, Huizong attuò una politica per riformare il buddismo. Più specificamente, riclassificò Buddha e Bodhisattva secondo il taoismo, e abolì i precetti come radersi la testa per diventare religiosi. Monaci e monache furono costretti a studiare le scritture taoiste. Inoltre, i monaci che avevano imparato alla perfezione le scritture taoiste venivano premiati con posizioni governative.

Questo è stato un problema serio. A differenza di altri: come l’imperatore Wu dello ‘Zhou del Nord’, che soppresse apertamente il buddismo e demolì i templi, quello che fece Huizong fu più subdolo e devastante poiché, costringendo i buddisti a leggere le scritture del taoismo, non solo distrusse il buddismo dall’interno, ma alterò anche entrambi i sistemi religiosi e la fede.

I monaci che resistettero alla politica di Huizhong andarono incontro a gravi persecuzioni. Sette di coloro che guidarono gli sforzi per resistere furono picchiati a morte, compresi Ri Huayan e Mingjue. Anche il monaco Yongdao fu esiliato a Daozhou (nell’odierna provincia di Hunan). Alcuni monaci cedettero e, per paura e per i propri benefici, sostennero apertamente Huizong.

Ben presto arrivò una grande catastrofe. Nel 1126 l’esercito Jin del nord invase e prese la capitale Bianjing (oggi Kaifeng nella provincia di Henan). Non solo catturarono Huizong e suo figlio Qinzong, ma presero anche un gran numero di membri della famiglia reale allargata (oltre 10.000 in totale, con le donne in maggioranza) come servi, alcuni dei quali costretti a prostituirsi. Questa catastrofe fu conosciuta e riportata come ‘Incidente di Jingkang’.

Fine ignominiosa

La dinastia Song settentrionale finì miseramente, tutti i maggiori disastri si verificarono dopo che Huizong attuò la politica per sradicare il buddismo. Dopo essere stati catturati, Huizong e suo figlio Qinzong furono tenuti a Wuguocheng (l’odierna contea di Yilan, nella provincia di Heilongjiang). Nei suoi scritti, Huizong incolpò i suoi funzionari per il fallimento e l’umiliazione, pur riconoscendo di essere il principale responsabile delle decisioni. Inoltre, non capì la gravità del suo peccato di persecuzione religiosa.

Una volta, padre e figlio incontrarono un vecchio di Bianjing. Ricordando i vecchi tempi, i tre si abbracciarono e piansero. I soldati Jin videro Huizong e Qinzong e diedero 50 frustate ciascuno. Quella notte, Huizong tagliò i suoi vestiti in strisce e ne fece una corda. Qinzong lo vide e impedì a suo padre di impiccarsi, e nuovamente i due piansero insieme.

Per sopravvivere all’inverno estremamente freddo, Huizong visse in un pozzo sotterraneo profondo diversi metri. Alla fine gli caddero i capelli, divenne sordo e la sua vista si offuscò. Morì a 52 anni.

Quando Qinzong scoprì il corpo di Huizong, era freddo e duro come una pietra. I soldati Jin lo portarono in una fossa di pietra e lo bruciarono per riscaldarlo. A metà strada, spensero il fuoco versando acqua nella fossa e spostarono il corpo bruciato in un’altra fossa piena d’acqua. Dissero che l’acqua con il corpo bruciato poteva essere usata per preparare l’olio per lampade. Affranto dal dolore, Qinzong stava per saltare dentro la fossa d’acqua per porre fine anche lui alla sua vita. I soldati Jin lo fermarono, dicendo che se una persona viva fosse saltata nell’acqua, non sarebbe stata adatta ad essere usata come olio per lampade.

Nella storia cinese ci sono stati molti funzionari e imperatori corrotti, ma pochissimi hanno incontrato il miserabile destino di Huizong. Ma questo non ci deve sorprendere, poiché la persecuzione religiosa è uno dei peggiori peccati e Huizong mirava letteralmente a distruggere il buddismo in Cina.

Persecuzione in nome della ‘China Law Society’

Purtroppo al giorno d’oggi, dopo che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha preso il potere nel 1949, la persecuzione della fede ha raggiunto un livello senza precedenti. Dalla campagna anti-destra nel 1950 che ha preso di mira gli intellettuali, alla rivoluzione culturale negli anni 60, che ha sradicato i valori tradizionali, il PCC non ha mai smesso di perseguitare i suoi stessi cittadini. Nel luglio 1999, ha iniziato la persecuzione del Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, una pratica di meditazione basata sui principi di ‘Verità, Compassione e Tolleranza’.

Dalla sua introduzione al pubblico nel 1992, il Falun Gong ha attirato circa 100 milioni di praticanti in tutta la Cina e in altri Paesi. I suoi principi di Verità, Compassione e Tolleranza sono in netta contrapposizione con la natura del PCC, fatta di inganno, odio e violenza. Di conseguenza, il regime cinese ha iniziato dal 1999 a sopprimere il Falun Gong e da più di 21 anni lo fa attraverso massicce campagne diffamatorie in collaborazione con la polizia, la procura e il sistema giudiziario.

Anche se la persecuzione contro il Falun Gong è diretta dall’organizzazione extralegale Ufficio 610 e i sistemi della Commissione Affari Politici e Legali (PLAC), il PCC ha mobilitato l’intera società per colpire i praticanti innocenti. Un esempio è la China Law Society, (è l'organizzazione ufficiale dei professionisti accademici legali cinesi) in realtà è un’agenzia governativa che si spaccia per una società accademica.

Il 20 marzo 2019, Wang Chen è subentrato a Wang Lequan come direttore della China Law Society. Wang Chen è un membro del Politburo, il massimo organo decisionale del PCC. Entro un mese, Wang Chen aveva pianificato un allenamento intensivo per intensificare la persecuzione del Falun Gong".

Secondo un documento trapelato, ‘China Law Society Training File 2019 No. 17’, l’agenzia ha ospitato 8 sessioni di formazione solo nel 2019. I relatori includevano persone dell’Associazione cinese contro la cultura, del Ministero della pubblica sicurezza, della Scuola centrale del Partito (nota anche come Accademia nazionale di governo), delle filiali locali della Scuola del Partito e degli istituti di istruzione superiore.

I tirocinanti erano direttori e funzionari chiave delle filiali della PLAC, delle filiali locali dell’Associazione Anti-Culto, così come anche: della polizia, della procura e del sistema giudiziario. Erano inclusi anche funzionari dell’Ufficio 610. Si è detto che il PCC aveva pianificato di intensificare la persecuzione del Falun Gong all’inizio del 2020 dopo queste sessioni di formazione nel 2019. Questo piano è stato interrotto dalla pandemia di coronavirus e, dopo che in Cina la situazione è migliorata un po’, il PCC ha lanciato la Campagna Zero-Out su larga scala, uno sforzo coordinato che si prefigge di costringere ogni praticante del Falun Gong sulla lista nera del governo, a rinunciare alla propria fede nel Falun Gong. Lavorando a stretto contatto con la PLAC e l’Ufficio 610 a tutti i livelli, la China Law Society ha provato a sradicare il Falun Gong.

Il coinvolgimento di Wang Chen nella repressione è iniziato ancor prima che l’ex leader del PCC Jiang Zemin lanciasse ufficialmente la persecuzione nel luglio 1999. Xu Guangchun, aiutante di Jiang e allora vice ministro della Propaganda, organizzò un incontro nel giugno 1996 per i direttori di 10 importanti giornali di Pechino. Egli chiese senza mezzi termini che questi media pubblicassero articoli contro il Falun Gong. Wang Chen, allora capo redattore del ‘Guangming Daily, ha eseguito attentamente l’ordine e ha pubblicato articoli diffamatori contro il Falun Gong sulla prima pagina del giornale. Questo operato ha fuorviato il pubblico e ha spianato la strada alla successiva persecuzione.

Dopo aver visto questi articoli del ‘Guangming Daily’, alcuni praticanti sono andati al giornale per presentare materiale per sfatare le menzogne contro il Falun Gong. Wang Chen ha rifiutato di incontrarli e ha ordinato alla sua segretaria di registrare le informazioni di contatto dei praticanti. Dopo l’inizio della persecuzione nel 1999, per rappresaglia ha ceduto tali informazioni alla polizia.

Come presidente del ‘Guangming Daily’ nel 2002 e vice ministro nel 2008, Wang ha continuato a dare istruzioni a questo giornale e ad altri media per diffamare il Falun Gong.

Sono stati puniti gli autori delle violazioni dei diritti umani

Il 7 dicembre 2020 il Dipartimento di Stato americano (DOS) ha annunciato di aver sanzionato 14 funzionari cinesi per violazioni dei diritti umani. Si tratta di Wang Chen e di altri 13 vicepresidenti del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (NPCSC).

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che questi funzionari non avevano seguito la Dichiarazione congiunta e la Legge fondamentale sulle questioni relative a Hong Kong, privando i residenti di Hong Kong dei loro diritti elettorali. Inoltre ha spiegato che l’assalto incessante di Pechino contro i processi democratici di Hong Kong ha sventrato il suo Consiglio Legislativo, rendendolo incapace di svolgere il ruolo di opposizione in modo significativo.

Tre giorni dopo, il DOS degli Stati Uniti ha nuovamente annunciato sanzioni contro 17 funzionari cinesi e altri funzionari stranieri per violazioni dei diritti umani. Pompeo ha detto che Huang Yuanxiong, capo dell’ufficio di pubblica sicurezza di Xiamen della stazione di polizia Wucun della provincia del Fujian, è uno dei ‘17’.

In una dichiarazione Pompeo ha affermato che Huang è stato sanzionato per il suo coinvolgimento nelle gravi violazioni dei diritti umani ai danni dei praticanti del Falun Gong.

Sia a Huang che a sua moglie è stato negato il visto per gli Stati Uniti.

C'è un detto cinese che dice che “Il bene è ricompensato con il bene e il male con il male”. Così com’è successo nel passato che coloro che hanno perseguitato e danneggiato persone innocenti abbiano affrontato le conseguenze, anche al giorno d’oggi quello che avviene per i praticanti del Falun Gong verrà ripagato dai responsabili come causa delle loro azioni malvagie. Le statistiche di Minghui mostrano che 164 funzionari del governo centrale e provinciale in Cina hanno affrontato tali conseguenze. Informazioni dettagliate possono essere trovate nel file scaricabile nella versione cinese di questo articolo.