(Minghui.org) Tre giorni dopo che ad una residente settantaduenne di Tangshan, provincia dell’Hebei, era stata rifiutata l'ammissione ad un centro di detenzione a causa delle sue cattive condizioni di salute, la polizia l'ha arrestata di nuovo, costringendo il centro ad accettarla. La signora Liu Lili sta ora affrontando un processo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
L'ultima esperienza di persecuzione di Liu segue l'arresto di gruppo di alcuni praticanti locali, avvenuto il 13 luglio 2019, nel corso del quale oltre trenta agenti di polizia hanno fatto irruzione nella sua abitazione e l’hanno perquisita. Anche se questi hanno ceduto e non hanno arrestato la donna dopo che sua suocera, costretta a letto, li ha supplicati pietosamente, sono tornati spesso per molestare lei e la sua famiglia, a volte scattando loro delle foto.
Traumatizzati, la suocera novantenne ed il marito di Liu che ha lottato con i postumi di un ictus e la cecità per oltre due decenni, sono deceduti entrambi dopo poco tempo.
Liu,da quando ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1996, ha goduto di una buona salute, il che le ha permesso di prendersi cura del marito e della suocera ma, dopo le ripetute molestie, la sua salute è peggiorata rapidamente.
Nel mese di agosto dell'anno scorso gli agenti hanno perquisito di nuovo la sua abitazione e l'hanno condotta alla stazione di polizia locale per interrogarla. Liu ha negato qualsiasi atto illecito nella pratica del Falun Gong. Dopo che il centro di detenzione n. 1 della città di Tangshan ha rifiutato la sua ammissione a causa dei suoi problemi di salute, la polizia ha costretto suo figlio a pagare una cauzione di 10.000 yuan (circa 1.280 euro) e l'ha rilasciata.
Nei mesi successivi la polizia l'ha molestata ed intimidita più volte. Poco dopo essere stata condotta in procura per rispondere ad alcune domande, nel febbraio scorso, la polizia ha fatto un altro tentativo di trattenerla il 17 marzo. Il centro di detenzione n. 1 di Tangshan ha rifiutato nuovamente di ammetterla a causa delle sue gravi condizioni di salute, ma il 20 marzo la polizia è riuscita a costringere le guardie ad accettarla. Liu si trova ora sotto accusa, dopo che il suo arresto è stato approvato.
Il 31 marzo 2016, prima dell'ultima serie di molestie iniziata nel 2019, dieci agenti hanno fatto irruzione nel suo appartamento e l’hanno ammanettata, per poi mettere tutto a soqquadro. La polizia ha confiscato i suoi due computer, diverse stampanti, materiale d'ufficio e 4.000 yuan (circa 510 euro) in contanti. Solo dopo che la suocera, costretta a letto, è uscita dalla sua camera e si è unita alla disperata protesta del marito disabile di Liu, gli agenti se ne sono finalmente andati senza arrestarla.