(Minghui.org) Una cinquantottenne residente nella città di Dalian, provincia del Liaoning, è stata condannata a quattro anni di prigione nello scorso marzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Attualmente è reclusa nel centro di detenzione di Yaojia.
La signora Zhou Yanbo, ex infermiera dell'ospedale della zona di sviluppo di Dalian, è stata arrestata il 17 settembre 2019, mentre si trovava a casa della signora Sun Guifang, anche lei praticante del Falun Gong. Zhou è stata interrogata e la sua casa è stata messa a soqquadro. Anche Sun è stata arrestata.
Il 18 settembre Zhou è stata portata presso il centro di detenzione di Dalian, ma poco dopo si è ritrovata in gravi condizioni di salute con un problema cardiaco, insufficienza renale, ipertensione ed una patologia epatica. È stata rilasciata il 12 ottobre e messa agli arresti domiciliari.
La sua salute è migliorata dopo aver ripreso a fare gli esercizi del Falun Gong. Il 3 e il 7 aprile dell’anno scorso è stata convocata due volte dal tribunale distrettuale di Jinzhou per ritirare il suo atto d'accusa ma, siccome lei si è rifiutata di farlo, la polizia l'ha molestata a casa e così ha dovuto vivere lontano per evitare ulteriori molestie.
Il 12 novembre scorso era in un negozio di alimentari quando dei poliziotti in borghese l'hanno arrestata. È stata incarcerata nel centro di detenzione Yaojia e successivamente condannata a quattro anni di reclusione tramite un processo in videoconferenza.
Precedenti arresti e detenzioni
Zhou ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1996. Prima era emaciata e malata ma, dopo aver praticato per solo due mesi, tutte le sue malattie sono scomparse.
Ha sempre svolto i suoi compiti secondo i principi di Verità-Compassione-Tolleranza e si è guadagnata grandi elogi dai colleghi e dai supervisori. Ha ricevuto molti premi, tra cui "mentore eccezionale", "infermiera eccezionale" e "lavoratore dell'anno".
Dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong nel luglio 1999, è stata arrestata diverse volte e detenuta nei campi di lavoro forzato di Masanjia, di Zhangshi e di Shenxin, dove è stata sottoposta a brutali torture. Anche i funzionari dell'ospedale del suo posto di lavoro hanno cercato più volte di costringerla a rinunciare alla pratica del Falun Gong.
Il 15 ottobre 2000 Zhou è andata a Pechino per fare appello ed è stata arrestata tre giorni dopo. È stata trattenuta alla stazione di polizia di Dongba per due giorni, prima di essere portata al centro di riabilitazione per tossicodipendenti di Dalian il 20 ottobre. Lì è stata picchiata, costretta a stare in piedi ed accovacciata, e colpita con bastoni elettrici. È stata trasferita al centro di detenzione di Dalian l'11 novembre.
Due anni di detenzione nel campo di lavoro di Masanjia
Il 21 dicembre 2000 Zhou è stata condannata a due anni di lavori forzati senza alcun processo, e portata al campo di lavoro forzato di Masanjia.
Quando è arrivata quattro persone l'hanno circondata ed hanno cominciato a parlarle per due o tre giorni senza permetterle di chiudere gli occhi. Hanno cercato di costringerla a scrivere dichiarazioni di garanzia per rinunciare alla sua fede quando la sua mente era in uno stato confuso. Poiché si è rifiutata di acconsentire, è stata picchiata e costretta a stare in piedi ed accovacciata senza muoversi. Di notte era costretta a stare in piedi o accovacciata, mentre gli altri andavano a dormire. Dopo essere rimasta accovacciata per un giorno intero non riusciva più a camminare.
Zhou ha detto alle guardie che era illegale trattarla in quel modo, ma loro l'hanno circondata, le hanno tirato il colletto della camicia bloccandola a terra per poi iniziare a picchiarla.
È stata anche costretta a fare lavori non pagati come lavorare a maglia che la rendevano esausta e le causavano gonfiore alle dita, fino a non poterle raddrizzare.
A Zhou non è stato permesso di chiamare o scrivere lettere alla sua famiglia dopo essere stata trasferita al campo di lavoro di Masanjia. Inoltre i familiari sono stati anche tenuti all'oscuro di dove si trovasse dopo il suo arresto. Quando finalmente hanno scoperto i dettagli, hanno viaggiato da Dalian a Shenyang per farle visita il 5 gennaio 2001 ma, con loro disappunto, non hanno avuto il permesso di vederla. Poiché suo figlio non poteva farle visita, piangeva spesso a casa.
Detenuti nel campo di lavoro di Zhangshi
Il 19 aprile 2001 due praticanti maschi e dieci femmine, compresa Zhou, sono stati portati a Zhangshi, un campo di lavoro solo per uomini, poiché avevano rifiutato di essere trasformati.
Quando sono arrivati due poliziotti hanno letto loro il regolamento specificando che la regola che "la morte per percosse dei praticanti del Falun Gong [che rifiutano di trasformarsi] conta come suicidio" veniva dall'ex dittatore Jiang Zemin. I praticanti sono stati poi portati in un edificio.
Rievocazione della tortura: Vietato chiudere gli occhi
I praticanti sono stati separati ed ognuno è stato portato in una stanza diversa. In quella di Zhou c'erano due uomini ed una donna che la stavano aspettando e che si sono rifiutati di lasciarle chiudere gli occhi. È stata anche costretta a sedersi a terra per sei giorni senza dormire, mentre subiva un intenso lavaggio del cervello.
Il settimo giorno le hanno permesso di dormire. Quando stava per addormentarsi due uomini si sono seduti di fronte a lei. La donna ha chiesto loro di andarsene, ma hanno rifiutato dicendo che non potevano andarsene perché erano stati incaricati di sorvegliarla.
Torturata nel campo di lavoro di Shenxin
Zhou, assieme agli altri praticanti, è stata trasferiti al campo di lavoro forzato di Shenxin il 10 maggio 2001, dove sono stati sottoposti ad altri cicli di intenso lavaggio del cervello. Sono stati anche costretti a camminare, fare aerobica e strappare le erbacce nonostante fossero deboli. Come cibo veniva data loro zuppa di cavolo con sporcizia e pane di mais mezzo cotto con macchie di muffa.
Un giorno, mentre era costretta a guardare video che diffamavano il Falun Gong, nonostante fosse fisicamente debole si è alzata, ha barcollato fino al televisore ed ha staccato la spina. Una squadra di guardie si è precipitata nella stanza e l’ha trascinata in una cella di isolamento.
Le guardie l’hanno picchiata e appesa per i polsi ammanettati. Quattro guardie stavano in piedi intorno, prendendola in giro e ridendo: "Sembra davvero comoda". Tre giorni dopo è stata rilasciata dalla stanza per un colloquio con il capo del campo di lavoro, ma Zhou ha espresso la sua determinazione a sostenere la sua fede.
Illustrazioni di tortura: appesa e legata a un albero
Tre giorni dopo è stata portata alla prigione di Dabei e tenuta in un ospedale sotterraneo. Il posto ospita prigionieri del braccio della morte, condannati all'ergastolo e tossicodipendenti.
Le guardie si sono rifiutate di permettere a Zhou e ad altri praticanti, che hanno rifiutato di essere trasformati, di vedere le loro famiglie, cui è stato proibito anche inviare denaro. Senza soldi per le necessità quotidiane, i praticanti potevano contare solo su persone di buon cuore che fornivano loro carta igienica e sapone. Quando il marito della donna ha portato il figlio a trovarla, le guardie gli hanno estorto 500 yuan (circa 65 euro) con la scusa che lei non stava bene e volevano comprare del cibo per lei.
A causa delle torture nel campo di lavoro di Masanjia e di Zhangshi, era molto debole quando è stata trasferita nella prigione di Dabei. Le guardie l'hanno legata al letto della morte in una posizione di aquila aperta perché si rifiutava di rinunciare alla sua fede. Lei ed altri praticanti hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la tortura, ma sono stati nutriti a forza dalle guardie.
Durante l'alimentazione forzata, le sono stati strappati pezzi di capelli ed ha cominciato a vomitare sangue. Il giorno dopo un'infermiera le ha portato segretamente del latte. Ha detto che le si è spezzato il cuore nel vedere la sua situazione, e che ha pianto a lungo e la notte non riusciva ad addormentarsi.
Rievocazione della tortura: Legata al "letto della morte”
Mentre continuava lo sciopero della fame, è diventata gravemente malnutrita ed il suo cuore ed i suoi reni stavano cedendo.
Le autorità l'hanno finalmente rilasciata il 10 agosto 2001, per evitare di essere ritenuti responsabili se fosse morta in custodia. Poiché non poteva camminare, un detenuto l’ha portata fuori dall'ospedale sotterraneo della prigione. Anche se era estate, i suoi piedi erano ghiacciati.
Licenziata dal lavoro
Zhou è tornata all'ospedale dove lavorava ed ha chiesto di venire reintegrata al suo lavoro, ma il presidente dell'ospedale Li Xuezhong le ha detto di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong prima di poter tornare al lavoro.
Lei l’ha cercato diverse volte. A volte lui le diceva di cercare Li Meng del dipartimento delle risorse umane ed altre volte le ha detto: "Tu non appartieni più a questo ospedale; sei licenziata".
Quando Zhou gli ha chiesto perché non ne fosse stata informata, lui ha detto che non ci sarebbe stata alcuna procedura, poiché si trattava di un licenziamento orale.
Arrestata nuovamente
Zhou stava distribuendo materiale sulla persecuzione del Falun Gong il 31 ottobre 2001, quando è stata segnalata ed arrestata di nuovo e portata presso la stazione di polizia di Yongzheng.
Un ufficiale durante la notte l'ha picchiata e costretta sulla panca della tigre quando si è rifiutata di rispondere alle sue domande. La tortura ha causato ad entrambe le sue mani lividi e gonfiori.
La mattina dopo due poliziotti in borghese sono arrivati ed hanno iniziato a picchiarla mentre la interrogavano. Le percosse le hanno fatto vedere le stelle e l'hanno stordita.
In seguito è stata portata al dipartimento di polizia del distretto di Jinzhou, dove è stata nuovamente interrogata e picchiata. Nonostante ciò si è rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda. La polizia ha poi scritto qualcosa sulla dichiarazione e le ha detto di firmarla, ma lei ha rifiutato di nuovo.
Il giorno dopo è stata portata al centro di detenzione di Jinzhou, dove ha fatto uno sciopero della fame. Per questo, è stata picchiata e alimentata forzatamente. Undici giorni dopo, l'11 novembre 2001, è stata rilasciata.
Perseguitati nel centro di detenzione di Tieling
Mentre visitavano un amico praticante nella città di Tieling, provincia del Liaoning, l'8 ottobre 2002, Zhou ed il suo amico sono stati arrestati nel cuore della notte. Anche una dozzina di altri praticanti sono stati arrestati a casa loro la stessa notte.
Sono stati portati tutti al centro di detenzione di Tieling il giorno dopo. Lì la polizia ha urlato con un altoparlante contro di loro. Zhou è stata torturata per ventiquattr’ore; le guardie l'hanno legata a terra a gambe aperte per un mese. Fuori c'erano -30 gradi Celsius (-22 gradi Fahrenheit), ma le guardie hanno aperto le finestre per farla congelare, senza permetterle di indossare vestiti pesanti, perdipiù le guardie l'hanno fatta calpestare da diversi detenuti per tenerla ferma.
Il mese successivo le guardie le hanno legato i piedi al collo e l'hanno lasciata così a terra. Poiché la sua circolazione sanguigna era bloccata, non ha riacquistato la sensibilità alla gamba destra per sei mesi.
Il medico del centro di detenzione, Qian Dapeng, l'ha nutrita a forza con una soluzione salina altamente concentrata. Mentre era legata a terra, Qian ha tenuto il tubo di alimentazione nel naso per un mese; gliel’hanno rimosso solo quando ha avuto un'emorragia gastrica.
Illustrazione della tortura: Alimentazione forzata
Durante questo periodo le guardie hanno mandato Zhou al campo di lavoro di Masanjia tre volte. Tuttavia, poiché non ha superato gli esami sanitari tutte e tre le volte, il campo di lavoro si è rifiutato di accettarla.
Ancora una volta ha sviluppato sintomi di insufficienza cardiaca e renale, ed è stata sul punto di morire. Il centro di detenzione l'ha rilasciata il 9 dicembre 2002, non prima di aver estorto 4.000 yuan (circa 500 euro) alla sua famiglia.
Rinchiusa nuovamente al centro di detenzione di Dalian
L’11 gennaio 2003 Zhou era a casa di un'amica quando è stata arrestata. È stata tenuta nel seminterrato del dipartimento di polizia per due giorni ed una notte, prima di essere portata al centro di detenzione di Dalian. Lì è stata privata di cibo ed acqua per venti giorni, durante i quali il suo corpo è diventato rigido, magro e freddo.
Il 30 gennaio 2003 è stata rilasciata alla vigilia del nuovo anno cinese.
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