(Minghui.org) Mio figlio era uno spendaccione e un anno fa si è ritrovato con un debito di 38 mila yuan (circa 5mila euro), in prestiti online che non riusciva a restituire. Dopo avergli parlato, mi ha promesso che non avrebbe più preso a prestito denaro e così ho pagato il suo debito.
Il mio attaccamento al sentimentalismo
Ma nemmeno tre settimane dopo ha insistito per andare fuori città ad una gara automobilistica, dove solo i ricchi giocavano d’azzardo. Ha portato con sé un amico e si è fatto carico delle sue spese. Quando è tornato, aveva contratto un debito di 6 mila yuan (circa 780 euro).
Poiché non ha mantenuto la sua promessa, questa volta mi sono rifiutata di ripagare il suo debito e l’ho anche rimproverato. Dopo cena mi ha detto: “Vado a fare una passeggiata”.
Dopo le 23 ho notato che non era ancora a casa, così gli ho inviato un messaggio per chiedergli quando sarebbe tornato. Mi ha risposto: “Non torno”. Apparentemente era andato a stare da un caro amico, che era anche un suo compagno di classe. Perciò non ho preso a cuore quello che mi ha detto. Tuttavia, la mattina seguente non è tornato a casa e non risposto ai miei messaggi. Quando l’ho chiamato, non ha risposto e così ho iniziato a preoccuparmi.
Tre giorni dopo, sebbene avessi compreso che il Maestro protegge anche i familiari dei praticanti della Falun Dafa, ho dovuto chiamare mio fratello minore. Dopo che mio figlio si è diplomato, ha lavorato per alcuni anni nell’azienda di mio fratello e andavano d’accordo. Ma mio figlio non gli rispondeva. Ero agitata e non riuscivo a dormire la notte, finivo per rigirarmi nel letto con i miei pensieri retti e cattivi in guerra tra loro.
Il quarto giorno non era ancora tornato a casa. Durante il giorno ero molto occupata e me ne dimenticavo completamente. Ma di notte i miei pensieri retti si indebolivano e quelli cattivi dominavano. Uno dei figli di un mio amico si era recentemente suicidato buttandosi dall’edificio e avevo paura che mio figlio potesse fare lo stesso gesto. Così ho cercato di eliminare questi pensieri recitando la Fa e mi sono calmata.
Mi sono chiesta: “Se mio figlio dovesse porre fine alla sua vita, mi pentirei di non averlo aiutato questa volta?” Poi, davanti ai miei occhi, ho visto le scene di vita di mio figlio come se stessi guardando un film, dall’infanzia all’età adulta: da giovane era un ragazzo molto simpatico, ma più cresceva e più diventava ribelle.
Per questo motivo ero molto preoccupata per lui e facevo quello che dovevo fare come madre. Anche se a volte mancavo di gentilezza ed ero un po’ impaziente, non l’ho mai trattato male. Siccome non manteneva la parola data, qualche volta l’ho criticato e non era sbagliato. Ma perché in fondo ero ancora così preoccupata? Tutto si riduceva all’attaccamento al sentimentalismo.
In realtà, mio figlio era abbastanza estroverso. Non era il tipo di persona che si sarebbe arrabbiato per un piccolo affronto e avrebbe pensato di porre fine alla sua vita. Ma per quale motivo non tornava a casa? Non riuscivo a capirlo. All’improvviso, mi è venuta in mente una parola: “Interferenza!” Giusto, dovevano essere le vecchie forze che cercavano di impedirmi di aiutare a salvare gli altri praticanti; le vecchie forze stavano usando i sentimenti verso mio figlio per interferire con me.
Quello che dovevo fare era avere fede nel Maestro e nella Dafa e credere che il Maestro si sarebbe preso cura di mio figlio e che sarebbe stato bene. Ma se si fosse veramente tolto la vita, sarebbe stato un gesto che le vecchie forze avrebbero usato per mettermi alla prova. Quindi non dovevo più farmi ingannare da loro. Quando ci ho pensato, improvvisamente mi sono rilassata e addormentata.
Risolvere il problema del sentimentalismo
Il giorno dopo, sono andata all’aeroporto a prendere gli avvocati che avevamo assunto per difendere dei praticanti detenuti. Ci siamo recati al centro di detenzione e dopo aver finito l’incontro con i praticanti, ho riportato gli avvocati all’aeroporto. Tutto è andato molto bene e sono riuscita a tornare a casa subito nel primo pomeriggio.
Quella sera mio figlio è finalmente tornato a casa. È andato nella sua stanza e non è uscito per cena. Non ero eccitata o turbata e lo stavo vivendo come un giorno qualunque. Dopo averlo chiamato, è venuto a tavola. Gli ho chiesto dove fosse stato ultimamente e mi ha risposto: “Stavo pensando di parlare di quel tale”, intendendo il figlio del mio amico che si era suicidato.
Quando mi marito l’ha saputo, ha perso le staffe. Si è tolto una pantofola, ha cominciato a imprecare e l’ha colpito molto forte sulla testa. Mio figlio si è agitato e ha detto: “Voglio morire adesso”. Ha sbattuto la testa sul tavolino, si è alzato ed è corso dall’altra parte della stanza. Poi ha sbattuto la testa contro il muro molto forte per tre volte, è caduto a terra ed è rimasto immobile. Le sue gambe si sono contratte un paio di volte e alla fine ha smesso di muoversi.
Sembrava che stessero recitando una commedia. Sapevo chiaramente che non mi importava che tipo di trucchi usassero le vecchie forze, non potevano sfruttare il sentimentalismo per interferire con me poiché non mi sarei più fatta ingannare. Qualche minuto dopo mio figlio si è alzato, è tornato nella sua stanza e ha sbattuto la porta.
In seguito è diventato sempre più comprensivo e alla fine è tornato a coltivare la Dafa, che praticava da bambino. La sua fidanzata era una praticante e anche mio marito ha iniziato a praticare. La mia famiglia è diventata una famiglia di coltivatori e i due praticanti che ho aiutato sono tornati a casa sani e salvi dopo 37 giorni di detenzione.