(Minghui.org) Una donna della città di Panjin, nella provincia del Liaoning, è stata condannata ad un anno di prigione per aver distribuito materiale sul Falun Gong. Ha subito brutali torture durante la detenzione ed è stata rilasciata soltanto il 2 marzo scorso.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Arresto
L'anno scorso, nel pomeriggio del 4 marzo Sun Xiaojing distribuiva materiale del Falun Gong per strada. Una giovane donna di nome Zhang Yu ha ricevuto una copia del materiale e l’ha riferito al suo fidanzato Pei Shuai, ufficiale della stazione di polizia di Xinglong. Pei ha poi incaricato Zhang di monitorare la donna.
Pei e cinque agenti di polizia l'hanno quindi arrestata. I funzionari hanno fatto irruzione nel suo appartamento e le hanno confiscato due computer, nonostante fossero rotti. Sun è stata portata alla stazione di polizia di Xinglong, dove è stata ammanettata ad una sedia di ferro ed interrogata.
Il giorno dopo è stata trasferita al centro di detenzione della città di Panjin. Aveva la febbre, ma è stata comunque incarcerata.
Brutale alimentazione forzata
Per protestare contro l'arresto illegale, la donna ha dapprima rifiutato di indossare l'uniforme, poi ha fatto uno sciopero della fame. Il quinto giorno le sono state fatte delle infusioni forzate, mentre era ancora ammanettata ed incatenata. Altri giorni dopo, le guardie che hanno cominciato a nutrirla forzatamente nella stanza di quarantena, l'hanno quasi soffocanta. Il suo mento era fratturato e pieno di graffi.
Una volta durante l'alimentazione forzata, non riusciva a respirare, così il vice direttore Lin ha ordinato ad un giovane medico di usare il tubo gastrico. Il medico non è riuscito ad inserirlo, in quanto la donna opponeva resistenza. È stato quindi chiamato un altro medico che le ha inserito il tubo. La donna ha iniziato a tossire e vomitare. In seguito ha vomitato un coagulo di sangue grande quanto un cuore. Le detenute che assistevano erano terrorizzate e piangevano, pensando che fosse proprio il suo cuore ad essere uscito.
Il centro di detenzione l'ha costretta a pagare le spese per l'infusione, il sondino gastrico e gli esami del sangue, per un totale di 1.700 yuan (circa 222 euro).
La sua famiglia ha depositato altri 2.000 yuan (circa 261 euro) sul suo conto, ma la polizia non le ha permesso di acquistare beni di prima necessità, affermando che non aveva alcuna disponibilità. Non aveva carta igienica ed ha dovuto chiederla in prestito ad altri. Le guardie le hanno permesso di comprare i beni di prima necessità solo dopo il 9 maggio, quando è stata trasferita in una cella regolare, ma il saldo sul suo conto si era ridotto a 1.000 yuan (circa 131 euro). Nessuno le ha spiegato chi aveva usato i suoi soldi a sua insaputa.
Udienza falsata ed illegale
Più tardi, la procura del distretto di Xinglongtai l'ha accusata tramite una videochiamata. La donna ha raccontato come i funzionari della stazione di polizia di Xinglong l'avessero incastrata con prove false. Ha sostenuto che nessuna legge criminalizza il Falun Gong in Cina o lo etichetta come un culto e che inoltre l'ufficio di pubblicazione cinese, nel 2011, ha revocato il divieto sui libri del Falun Gong.
Il 20 luglio dell'anno scorso il procuratore l'ha incriminata ed ha deferito il suo caso al tribunale del distretto di Xinglongtai.
Il 2 settembre successivo è stata processata in videoconferenza. Si è rifiutata di accettare l'avvocato nominato dal tribunale, che era stato incaricato dalle autorità di dichiararla colpevole. La donna si è difesa da sola, proclamando la sua innocenza.
Ha chiesto al giudice di leggere il contenuto del materiale del Falun Gong da lei distribuito, ma lui si è rifiutato di farlo, dicendo di averlo gettato via.
La polizia ha affermato di aver trovato ottantanove opuscoli del Falun Gong, undici DVD, 251 volantini e due computer, quando ha perquisito la sua abitazione, ma Sun ha sostenuto di non avere queste cose in casa. Ciò che è stato portato via dalla polizia erano alcune lettere che aveva scritto al suo responsabile del posto di lavoro, dopo essere stata licenziata per aver praticato il Falun Gong. Non aveva idea del fatto che la polizia avesse considerato quelle lettere come volantini informativi. Ha chiesto di mostrare il filmato della confisca registrato dalle loro telecamere, ma il giudice ha rifiutato, sostenendo che il video non poteva essere riprodotto, e che l'avrebbero visionato in seguito.
Alimentazione forzata e gravi pestaggi di gruppo
Dopo l'udienza, la donna ha fatto uno nuovo sciopero della fame nel centro di detenzione, chiedendo di essere assolta. Il vice direttore Lin ha parlato con lei il sesto giorno dello sciopero, ma lei è stata irremovibile.
Il 2 ottobre dell'anno scorso è stata trasferita nella cella 312, dove la capo cella era nota per le torture. Non appena è arrivata nella nuova sistemazione, questa l’ha picchiata, con più di dieci compagne di cella. Il capo divisione Zhao ha ordinato alla capo cella: "Non importa quale metodo usi, finché riesci a farla mangiare, puoi avere i tuoi pasti. Altrimenti, niente cibo neanche per te".
Così le altre detenute hanno cominciato a torturarla. Alcune le schiaffeggiavano il viso con le suole delle scarpe, una le calpestava il corpo, una le afferrava i capelli e le sbatteva la testa contro il muro. Mentre la picchiavano, la capo cella imprecava: "Preferisco picchiarti a morte, preferisco scambiare la tua vita con la mia". Dopo il pestaggio, l'hanno nutrita forzatamente per due ore.
Ogni sessione di alimentazione forzata era una tortura per la donna. Persino le guardie, che guardavano attraverso la telecamera di sorveglianza, dicevano alle detenute: "E' orribile guardarvi mentre la nutrite a forza". Il mento di Sun era stato graffiato gravemente in meno di due giorni.
Una volta è quasi soffocata. Veniva anche privata del sonno ed una detenuta rimaneva sveglia, punzecchiandola ogni mezz'ora per svegliarla. Le hanno anche legato gli occhi con del nastro adesivo, per impedirle di chiuderli durante il giorno.
In seguito il tribunale distrettuale di Xinglong l'ha condannata ad un anno di prigione. Sun si è appellata al tribunale intermedio della città di Panjin, ma questo ha deciso di confermare il verdetto originale.
Dopo lo sciopero della fame, ha sofferto di forti dolori al petto per tutto il tempo. Invece di portarla all'ospedale come da lei richiesto, il vice direttore Lin l'ha schiaffeggiata due volte, ordinando alle suoe compagne di cella di torturarla. È stata trascinata in bagno, dove non c'erano telecamere di sorveglianza, ed è stata nutrita a forza con acqua. Lei ha resistito con decisione ed i suoi vestiti si sono tutti inzuppati.
A metà dicembre dell'anno scorso, le guardie l'hanno costretta a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, nonostante la sua condizione di estrema debolezza dovuta all'ultimo sciopero della fame. Per protestare contro la persecuzione ha fatto un altro sciopero della fame e si è rifiutata di indossare l'uniforme o di sedersi su un piccolo sgabello. In tal modo le sue compagne di cella hanno ricominciato a torturarla tutte insieme.
Una di loro di nome Gao Haimin l'ha torturata più duramente. In inverno l'ha spogliata lasciandola in mutande, poi ha lasciato la finestra aperta per farle prendere freddo ed umiliarla. Le ha anche strappato alcuni capelli e l'ha pizzicata per provocarle dei lividi sul corpo.
Sun è stata nutrita a forza, mentre aveva gli arti incatenati al letto. Le guardie tenevano la finestra aperta e diverse detenute più anziane si sono ammalate. Dopo l'alimentazione forzata, le guardie l'hanno lasciata incatenata al letto e le hanno lasciato il tubo di alimentazione ed il catetere urinario inseriti per circa una settimana.