(Minghui.org) Sabato 4 e domenica 5 settembre i praticanti della Falun Dafa di Parigi hanno organizzato delle attività in Place Saint-Michel e Place Colette. Hanno dimostrato la serie dei cinque esercizi e informato il pubblico sulla persecuzione in atto Cina e raccolto firme su una petizione per porvi fine.
Durante i fine settimana di settembre, a Parigi si svolgono molti eventi all’aperto e le strade si riempiono di un flusso costante di persone. Molti passanti si sono fermati a leggere le informazioni dei praticanti sulla persecuzione, che perdura da ventidue anni, dei loro amici in Cina da parte del Partito Comunista Cinese (PCC). Questa era la prima volta che alcune persone sentivano parlare della Falun Dafa, mentre altre erano già a conoscenza della persecuzione e della vera natura del PCC.
Dopo più di un anno di pandemia del virus del PCC (Covid-19), che ha portato malattie, morte ed enormi perdite finanziarie, la gente ha adesso una reazione di avversione quando sente la sigla “PCC”. La maggior parte delle persone non ha esitato a firmare la petizione, soprattutto dopo aver appreso i dettagli della brutale persecuzione, che comprende il prelievo forzato di organi dai praticanti ancora in vita da parte del PCC.
Alcuni parigini hanno commentato che come “madrepatria dei diritti umani” la Francia e le nazioni sviluppate in Occidente dovrebbero vergognarsi di non aver fermato questa persecuzione che va avanti da più di vent’anni, osservando che la maggior parte dei legislatori e dei dignitari continuano a rimanere in silenzio.
I praticanti della Falun Dafa dimostrano gli esercizi come parte delle attività della giornata informativa tenutasi a Place Colette nel centro di Parigi il 5 settembre
I parigini si fermano per leggere le informazioni e firmare la petizione per condannare la decennale persecuzione
Gli abitanti di Parigi leggono le informazioni e vengono a conoscenza della persecuzione in Cina durante le attività a Place Colette
Michel Lison, sessantotto anni, è un volontario della Croce Rossa e capo del Dipartimento di informazione e comunicazione. Ha assistito alle attività di sabato 4 settembre a Place Saint Michel ed ha appreso come in Cina i praticanti siano incarcerati per il fatto di seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Ha detto con rabbia: “Questo è un crimine e non è diverso da quello che i nazisti hanno fatto nei campi di concentramento. Dobbiamo urgentemente e fortemente opporci a livello globale... questo deve finire ed essere condannato pubblicamente!”.
Ha continuato: “Il PCC è assolutamente malvagio. È un bugiardo, e come tutti i regimi controlla la società sia in Cina che nel mondo. Quelli che fanno cattive azioni fingono di essere amici del popolo, tuttavia se si osserva bene, quello che fanno è l'esatto contrario”.
“Questi crimini commessi dal PCC in Cina sono andati avanti per molto tempo e penso davvero che sia troppo! Perciò dobbiamo porre fine rapidamente a questa persecuzione; ventidue anni sono un tempo davvero lungo! Se non finisce subito, allora altre persone saranno torturate e moriranno. Questa storia non deve continuare... abbiamo la responsabilità di denunciarla e resistere!”.
Clisson, che lavora nel governo, ha visto i praticanti in Place Saint-Michel e ha saputo della persecuzione. Ha detto: “Non lo capisco. Come può questa persecuzione iniziata negli anni 90 continuare ancora oggi? Questo silenzio è spaventoso... è una vergogna per questi grandi Paesi occidentali. Sanno tutto questo, eppure non prendono una posizione dura per porvi fine! La tirannia del PCC e l'assassinio di persone continuano ad avvenire... è inconcepibile! È un disonore lasciare che questo continui”. Prima di andarsene ha detto ai praticanti: “Dovete continuare a denunciare questa persecuzione, continuate così!”.
Marianne Slob è una scrittrice olandese che rimarrà a Parigi per circa tre mesi per lavorare ad un nuovo libro. Domenica 5 settembre era in piazza Colette per fare una passeggiata e ha firmato la petizione; ha affermato: “Il PCC è un regime totalitario, la persecuzione è orribile. Le libertà di pensiero e di cultura sono estremamente importanti. Devo esporre gli orrori di questa brutalità, anche se questo farà arrabbiare il PCC. Devo parlare e farlo sapere alla gente”.
Danielle, un'artista, ha firmato la petizione quando ha notato le attività dei praticanti a Place Colette e ha detto: “C'è poca libertà in Cina, vi sostengo! Sono con voi!”.