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Jilin: Donna muore dopo due decenni di arresti, detenzioni e torture

06 Gen. 2022 |   Di un corrispondente Minghui della provincia del Jilin, Cina

(Minghui.org)

Nome cinese: 刘淑琴

Genere: Donna

Età: Circa 70 anni

Città: Fuyu

Provincia: Jilin

Occupazione: N/A

Data di morte: 6 maggio 2021

Data dell'arresto più recente: 3 agosto 2019

Luogo di detenzione più recente: Stazione di polizia di Xiaojia

Dopo che nel luglio 1999 in Cina il regime comunista cinese ha ordinato la repressione del Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione tradizionale, la signora Liu Shuqin residente a Fuyu nella provincia del Jilin, è stata ripetutamente arrestata, molestata e detenuta. Nelle due condanne al campo di lavoro è stata sottoposta a continue percosse e ad abusi. Il disagio mentale causatole ha messo a dura prova la sua salute che l'ha vista soffrire di un'emorragia cerebrale ed è deceduta il 6 maggio di quest’anno all’età di settant’anni.

All'età di vent’anni, Liu aveva sviluppato un'ulcera duodenale e non riusciva a mangiare molto, era sempre affamata ed aveva un brutto carattere a causa del suo disagio fisico. Successivamente, a quarantasette anni le è stata diagnosticata un'ernia discale e non poteva più lavorare. Poco dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, nel 1996, si è completamente ripresa e ha iniziato a sentirsi piena di energia.

Tuttavia, la sua vita felice non è durata a lungo, poiché tre anni dopo il regime comunista ha ordinato la brutale persecuzione della pratica.

Nell'aprile 2002 Liu è stata arrestata e reclusa nel centro di detenzione della città di Fuyu, dove ha avuto un ictus e non riusciva più a parlare. Non volendosi assumere la responsabilità delle sue condizioni, la guardia del centro di detenzione assegnata a sorvegliarla, ha lasciato l'ospedale di nascosto e così Liu è stata riportata a casa dalla sua famiglia e ha ricominciato a praticare il Falun Gong, riprendendosi velocemente.

La praticante però è stata denunciata alla polizia per aver parlato con un suo parente del Falun Gong, così è stata arrestata di nuovo nell'agosto 2002 e condannata ad un anno da scontare nel campo di lavoro forzato di Heizuizi. Poiché si rifiutava di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, è stata picchiata così forte che è svenuta. Non appena si è ripresa le guardie hanno continuato a picchiarla, fino a procurarle ecchimosi su tutto il corpo. Sette giorni dopo il pestaggio è stata condannata ai lavori forzati.

Durante il periodo di un anno trascorso nel campo di lavoro, oltre ad essere obbligata a svolgere lavoro forzato intensivo, Liu è stata sottoposta a continue percosse, costretta a trascorrere lunghe ore in piedi e sottoposta a scosse elettriche.

Nell'ottobre 2003, solo due mesi dopo essere stata rilasciata, è stata arrestata ancora una volta e condotta al centro per il lavaggio del cervello di Changchun, dove le guardie l'hanno picchiata e presa a calci, le hanno afferrato i capelli e le hanno sbattuto la testa contro il muro. Inoltre l'hanno picchiata con le scarpe facendole gonfiare le mani e, dopo averle preso a calci una gamba, l'hanno costretta a sedersi a gambe incrociate. Durante il mese di detenzione la tortura durava quasi tutto il giorno, dalle 6:00 alle 23:00.

Nel luglio 2008 Liu è stata presa di mira ancora una volta durante una perquisizione della polizia, quando è stata condannata ad un altro termine sconosciuto nel campo di lavoro forzato di Heizuizi.

La sera del 23 settembre 2018 la polizia ha scalato la recinzione ed ha fatto irruzione nell’abitazione della praticante, ma fortunatamente lei non era in casa.

Il suo ultimo arresto è avvenuto il 3 agosto 2019, mentre era su un autobus. Il capo della polizia Zhang Xiao e l'ufficiale Yao Chuntao l'hanno costretta a scendere dall'autobus e condotta alla stazione di polizia di Xiaojia. Gli agenti hanno perquisito lei e la sua casa, ma non hanno trovato materiali relativi al Falun Gong, e così nel pomeriggio l’hanno rilasciata.

La pressione mentale della persecuzione in corso ha messo a dura prova la salute della donna, che ha avuto un'emorragia cerebrale ed è deceduta il 6 maggio dello scorso anno.