(Minghui.org) Il 23 agosto scorso un uomo di cinquantotto anni di Lanzhou, nella provincia del Gansu, è stato nuovamente arrestato per la sua fede nel Falun Gong dopo essere stato incarcerato e torturato per due decenni.
Anche il padrone di casa di Li Wenming e altri sei praticanti del Falun Gong sono stati arrestati lo stesso giorno; gli altri praticanti sono stati rilasciati dopo cinque giorni, ma Li rimane in custodia e non si sa dove si trovi attualmente.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Li, noto anche come Li Mingyi, lavorava presso la fabbrica di locomotive di Lanzhou. Dall'inizio della persecuzione è stato arrestato quattro volte; dopo il quarto arresto nel 2002 è stato condannato a vent’anni per aver sensibilizzato l’opinione pubblica sulla persecuzione. Durante la lunga condanna gli sono state negate le visite.
La scoperta del Falun Gong
Prima di praticare il Falun Gong Li era preoccupato solo per se stesso e spesso portava a casa alcune cose dalla fabbrica. Quando compilava i moduli di rimborso spese aziendali dichiarava tutto, anche le spese personali.
L’uomo ha lottato con problemi cronici al sistema respiratorio, digestivo e al tratto urinario. Ogni autunno e inverno aveva tosse e asma persistenti, era afflitto da gastroenterite, inoltre soffriva spesso di mal di schiena e debolezza agli arti. Ha provato diverse pratiche di qigong, ma non sono state efficaci nel curarlo.
Nel 1996 Li ha scoperto il Falun Gong e sentiva che era proprio ciò che stava cercando. Poco dopo i suoi problemi di salute cronici sono scomparsi, non ha più rubato cose dalla fabbrica e ha restituito quelle che aveva preso in precedenza.
Torturato per vent’anni in prigione
Il 30 agosto 2002 Li è stato arrestato per essersi collegato a una rete televisiva via cavo e aver trasmesso un video per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione. La polizia l’ha preso a calci e pugni, spinto in macchina, ammanettato ai polsi e ai gomiti e portato al dipartimento di polizia di Lanzhou.
Legato a una sedia
Gli agenti l’hanno legato a una sedia con una cintura e gli hanno messo in testa un casco speciale, inoltre gli stringevano le manette ogni quattro o cinque minuti, facendolo tremare dal dolore, fino a renderlo incontinente.
Illustrazione della tortura: Legato a una sedia
Il mattino seguente è stato portato al centro di detenzione di Xiguoyuan e successivamente trasferito al centro di detenzione n. 2 di Lanzhou. Durante gli interrogatori è stato legato a una sedia di ferro e la polizia ha continuato a stringergli le manette. I suoi polsi sono rimasti insensibili per oltre un anno.
Rinchiuso in isolamento
Il 27 ottobre 2002 il tribunale del distretto di Chengguan ha condannato sette praticanti per essersi introdotti nel sistema televisivo via cavo. Li,il signor Wei Junren e il signor Wang Pengyun sono stati condannati a vent’anni ciascuno, gli altri quattro: il signor Sun Zhaohai, la signora Qiang Xaioyi, i signori Liu Zhirong e Su Anzhou sono stati condannati a pene dai dieci ai diciannove anni. Il tribunale del distretto di Baiyin ha condannato i praticanti Zhang Guangli a dodici anni e Chang Jubin a undici anni.
Nel settembre 2003 Li è stato ammesso alla prigione di Lanzhou dopo un anno trascorso nel detenzione. Il primo giorno Li e Liu (che è stato torturato a morte nel 2006) sono stati messi in cella d’isolamento per un mese, dopo aver rifiutato di collaborare a una perquisizione e aver cercato di impedire alle guardie di picchiare altri praticanti.
La cella di isolamento era di tre metri quadrati con un cortile isolato di due metri quadrati, il letto era fatto di mattoni con una fossa ai piedi del letto usata come gabinetto, e non c'erano né riscaldamento né lenzuola, Li doveva sempre dormire con i vestiti addosso, non erano previsto che potesse usare utensili e doveva mangiare con le mani.
Durante la perquisizione dei suoi effetti personali gli agenti hanno strappato la giacca di Li per vedere se avesse del materiale del Falun Gong nascosto. Dopo la perquisizione i suoi pantaloni sono scomparsi.
Rievocazione della tortura: Incatenato
Li è stato costretto a indossare catene che pesavano più di venti libbre (circa 9 chilogrammi) e le guardie hanno collegato le manette alle catene. Le caviglie sanguinavano. Ha usato i pantaloni dell'uniforme per avvolgere le catene e, in seguito, i pantaloni si sono strappati.
Nel dicembre 2004 Li è stato messo in isolamento per la seconda volta. Quando si è rifiutato di sottoporsi a un test sulle regole del carcere una guardia ha cercato di colpirlo alla testa, ma lui si è protetto con le mani. Poiché le guardie gli hanno trovato addosso materiale del Falun Gong gli hanno messo delle catene da 64 libbre (circa 29 chilogrammi) e le hanno incatenate alle manette.
Una volta le guardie hanno portato Li in una nuova cella di isolamento. La stanza era di tre metri quadrati con un letto di cemento, aveva un gabinetto con lo sciacquone e una finestra chiusa al di sopra. All'esterno della stanza c'era un cortile isolato di due metri quadrati. Nella stanza e nel cortile erano installate telecamere di sorveglianza. La stanza era dotata di riscaldamento, ma quando qualcuno vi era confinato il riscaldamento veniva spento, la temperatura scendeva sotto i dieci gradi e il praticante era costretto a soffrire il freddo.
Ogni giorno, quando nevicava, le guardie costringevano Li a stare in cortile dalle 6:00 alle 21:00 con indosso solo un paio di pantaloni, scarpe da ginnastica e una giacca a maniche lunghe. Le catene erano così pesanti che non poteva muoversi e doveva rimanere seduto a terra tutto il giorno.
Un detenuto era responsabile della cella di reclusione. Spesso quando Li si trovava in cortile gli colpiva gli occhi con le dita. Poiché le mani e le gambe del praticante erano legate non poteva schivare i colpi. Le manette e le catene non gli venivano rimosse di notte, per cui era costretto a dormire rannicchiato.
Un mese dopo, temendo che Li potesse morire per il freddo, le guardie l’hanno spostato di nuovo in una cella normale. Quando gli sono state tolte le catene non riusciva più a camminare.
Nel settembre 2005 le autorità carcerarie hanno avviato un'altra campagna per cercare di costringere tutti i praticanti a rinunciare alla loro fede. Quando le guardie hanno cercato di ammanettarlo si è rifiutato di collaborare, così hanno dovuto immobilizzarlo per ammanettarlo, facendogli sbattere la testa sul termosifone. Gli sono stati applicati nove punti di sutura. Poco dopo è stato tenuto in isolamento per la terza volta, con quattro detenuti che lo controllavano 24 ore su 24 e tenevano la luce sempre accesa.
Le guardie hanno separato Li dagli altri praticanti per evitare che parlassero tra loro. Quando nel 2006 sono stati ammessi altri praticanti nel carcere, le guardie l’hanno trasferito in un'altra divisione.
Dopo il 1° maggio 2008 Li è stato nuovamente messo in isolamento e sorvegliato da quattro detenuti. Per due settimane è stato appeso per i polsi a un letto a castello e non gli è stato permesso di dormire. Il suo corpo si è gonfiato e i piedi e le caviglie sono diventati neri, era semicosciente e aveva sangue nelle urine. Una volta, quando doveva andare in bagno, ha chiesto ai detenuti di farlo scendere, ma quando gli sono state tolte le manette è caduto rovesciando il water.
Una volta un detenuto gli ha dato un pugno sull'addome; il dolore l’ha fatto sudare freddo. É sopravvissuto a malapena alle torture di quei tre mesi di detenzione.
Tortura della panca della tigre e impiccagione
Le guardie trovavano spesso scuse per torturare i praticanti del Falun Gong. Una volta una guardia ha accusato Li di non aver seguito le sue istruzioni e gli ha ordinato di uscire, ma lui si è rifiutato.
Un’altra guardia l’ha portato in una piccola stanza e l’ha appeso, e non l’ha lasciato dormire per tutta la notte. Quando è arrivato il momento dei lavori forzati le guardie gli hanno messo un cappuccio nero sulla testa e l’hanno ammanettato alla panca della tigre. Hanno anche preparato diversi strumenti di tortura tra cui una camicia di forza e del nastro adesivo per chiudergli la bocca.
Illustrazione della tortura: Appeso
Dopo essere stato appeso per molte ore Li si è assopito e il suo corpo si è gonfiato. Quando era in preda al delirio ha ricordato gli insegnamenti del Falun Gong e ha rafforzato la sua volontà.
Quando nel 2020 è scoppiata la pandemia le guardie hanno smesso di appenderlo a causa della carenza di guardie. Dopo la morte di un detenuto in prigione, le guardie hanno lasciato perdere Li e gli hanno permesso di tornare nella sua cella.
La persecuzione di altri praticanti
Oltre alle torture che Li ha subito in prima persona, ha anche assistito alla tortura di altri praticanti.
Quando il signor Jin Jilin è stato portato per la prima volta in prigione per scontare una pena di dieci anni, una guardia ha incitato i detenuti a versargli addosso dell'acqua bollente; in seguito gli hanno punzecchiato le vesciche con un ago e versato sopra del sale, e gli hanno impedito di dormire. Solo tre anni dopo essere stato rilasciato, nel 2012, è stato nuovamente arrestato e condannato ad altri sette anni. Quando nell’agosto dello scorso anno Li è stato rilasciato, Jin si trovava in isolamento.
Il signor Wang Youjiang, maggiore dell'esercito, è stato brutalmente torturato e ha subito un'emiplegia in seguito a un ictus. É morto il 1° luglio 2017.
Sun Zhaohai è stato tenuto in isolamento per oltre un anno e legato su un letto nella posizione dell’aquila aperta É stato anche torturato sulla panca della tigre, e le guardie gli hanno avulsomolti denti.
Rievocazione della tortura: Legato nella posizione dell’aquila aperta
Quando Li è stato rilasciato un praticante di settant’anni della città di Baiyin era anch'egli detenuto in una cella di isolamento ed era stato privato del sonno per più di quattro mesi.
Persone gentili
Nei giorni bui della tortura in carcere alcuni detenuti l’hanno aiutato, incoraggiato e gli hanno fornito il necessario. Le guardie hanno provato a minacciarli di stare lontani, ma loro non si sono tirati indietro e hanno biasimato le guardie per la persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Alcuni hanno anche condiviso con Li il cibo che le relative famiglie avevano dato loro.
Una volta Li ha avuto una discussione con un istruttore del carcere, ma nessuno dei detenuti si è schierato con l’istruttore o l’ha aiutato a picchiarlo. Ci sono state anche alcune guardie gentili che hanno dato a Li patate dolci arrostite e yogurt, altri spesso chiacchieravano con lui e gli chiedevano cosa avesse intenzione di fare dopo il suo rilascio. La loro gentilezza l’ha toccato e aiutato ad andare avanti.
Molti praticanti di Hong Kong, Macao, Taiwan e della Cina hanno inviato cartoline, lettere e denaro per incoraggiarlo. Anche se non gli è mai stato permesso di leggere le lettere, il fatto che molte persone gli scrivessero l’ha incoraggiato molto e in qualche modo ha dissuaso le guardie dal torturarlo. Anche altri praticanti nella prigione hanno usato vari modi per aiutarlo e incoraggiarlo.
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