(Minghui.org) Il 12 giugno 2018 Li Fubin, della città di Lanzhou, nella provincia del Gansu, è stato condannato a sei anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene presa di mira dal regime comunista cinese dal 1999. Il 3 settembre scorso l'uomo è stato rilasciato dalla prigione di Lanzhou, dopo aver subito torture inumane, tra cui l'essere costretto a sedersi su un piccolo sgabello per lunghe ore e ad essere picchiato violentemente, con conseguente innalzamento della sua pressione arteriosa e della glicemia.
Arrestato e condannato
Nel novembre 1997 Li, operaio in pensione di settantuno anni, ha iniziato a praticare il Falun Gong. Le sue numerose malattie, come l'ulcera allo stomaco, l'ernia del disco e l'artrite reumatoide sono scomparse dopo tre mesi di pratica. Anche il suo cattivo carattere è cambiato ed è diventato una persona allegra e gentile.
Si èpreso cura della suocera paralizzata quando la moglie, Zheng Shu, era impegnata al lavoro. Ha trattato la suocera come se fosse sua madre aiutandola a cambiarsi i vestiti e a mettersi le scarpe. Ha anche cucinato per lei, le ha dato da mangiare e le ha insegnato a praticare il Falun Gong. Zheng si è complimentata con lui per essersi preso cura della madre, che non aveva più bisogno di usare le stampelle. In seguito anche Zheng ha iniziato a praticare il Falun Gong.
Il 3 settembre 2016 una dozzina di agenti del dipartimento di polizia distrettuale di Chengguan, della stazione di polizia di Baiyinlu, di quella di Zhangyelu e di quella di Tuanjie Xinchun hanno bussato alla porta dell'appartamento in cui abitava Li. Al suo rifiuto di aprire, hanno forzato la porta usando un martello, un trapano e uno scalpello. Li non ha avuto altra scelta che aprire alla polizia.
Gli agenti si sono riversati nell'appartamento e hanno ammanettato l'uomo e la moglie. Hanno messo a soqquadro l'abitazione e hanno confiscato il computer, la stampante, la plastificatrice, la taglierina, la rilegatrice, la carta per la stampa, la pellicola di plastica, i libri del Falun Gong e 7.200 yuan (circa 980 euro) in contanti. Gli agenti hanno anche perquisito gli armadietti della cucina, il frigorifero e la lavatrice.
Due ore dopo la polizia ha portato i coniugi in ospedale per il prelievo di campioni di DNA e di sangue. I coniugi si sono rifiutati di collaborare e sono stati presi a pugni e calci dagli agenti, che hanno cercato di prelevare loro il sangue con la forza, ma non sono riusciti a trovare le vene. La violenza è cessata solo dopo il prelievo. Zheng è svenuta, ma la polizia ha continuato a trascinarla per sottoporla a ulteriori esami fisici.
In seguito i coniugi sono stati inviati alla stazione di polizia di Tuanjie Xincun. Li è stato rinchiuso in una stanza per gli interrogatori e ammanettato. Il giorno successivo, sono stati trasferiti al Centro di detenzione nº 3 della città di Lanzhou.
Dopo l'arresto l'uomo ha avuto un pericoloso innalzamento della pressione sanguigna. Il centro di detenzione si è rifiutato di accoglierlo, ma la polizia è riuscita a farlo ricoverare.
La sua pressione ha continuato a salire a causa della detenzione e dei continui interrogatori. A volte il misuratore non riusciva a indicare la pressione perché superava il limite.
Nel mese di agosto 2017 Li è stato accusato di "minare la legge", un pretesto standard usato per incastrare i praticanti del Falun Gong, ed è comparso in tribunale un mese dopo. Il giudice presiedente, Wang Haibin, gli ha impedito di leggere la sua dichiarazione difensiva, ma gli ha ordinato di presentarne una copia. Li non ha consegnato alcun documento.
In seguito l'uomo è stato condannato a sei anni dal giudice Wang. Era la sua seconda condanna. Nel 2003 gli erano stati inflitti otto anni e nel carcere di Lanzhou aveva subito torture da parte di guardie e detenuti che gli avevano fatto alzare la pressione.
Costretto a sedersi su un piccolo sgabello per dieci ore al giorno
Il 12 giugno 2018 Li è stato trasferito alla prigione di Lanzhou e detenuto nella divisione nº 9, la sezione più brutale nella tortura dei praticanti del Falun Gong.
Al suo arrivo sei detenuti sono stati incaricati di sorvegliarlo. Quando ha cercato di praticare la meditazione del Falun Gong, questi l’hanno costretto a indossare una camicia di forza tirando le corde fino a quando non ha avuto difficoltà a respirare e non riusciva più a muoversi.
Dopo aver scoperto, in seguito a una visita medica, che aveva la pressione estremamente alta, le guardie gli hanno premuto la testa e gli hanno aperto la bocca per dargli delle medicine. Poi l’hanno lasciato a terra per circa cinque o sei ore, prima di dargli una coperta strappata e portarlo sul letto superiore del castello. È rimasto in uno stato di sonnolenza per tutta la notte.
Rievocazione della tortura: Seduto su un piccolo sgabello
La mattina dopo le guardie hanno chiuso l'uomo in una stanza umida e buia con sei persone che lo controllavano costantemente. Doveva chiedere il permesso per andare in bagno. Dalle 7:00 alle 21:00 è stato fatto sedere su un piccolo sgabello, senza potersi muovere o parlare con nessuno. Quando si rifiutava di memorizzare le regole del carcere, veniva picchiato. Le torture sono continuate ogni giorno per sei mesi.
Picchiato e costretto a lavorare
Dopo sei mesi una guardia nota per la persecuzione dei detenuti è stata promossa a capo della Divisione nº 9 e Li, a causa della sua età avanzata, è stato trasferito alla Divisione nº 1.
Il 10 dicembre 2018 anche la Divisione nº 1 ha avuto una nuova gestione. L'istruttore Wang Wei ha assegnato al criminale più violento, Ma Zhigang, il compito di monitorarlo e torturarlo.
Anche molti detenuti erano coinvolti nel suo ininterrotto monitoraggio. Non gli era permesso parlare con gli altri o andare in giro senza supervisione. Veniva fatto sedere su un piccolo sgabello e poteva bere solo tre piccole tazze d'acqua, equivalenti a un totale di 150 grammi (poco più di 5 once) al giorno. Doveva chiedere il permesso prima di poter fare qualsiasi cosa.
Una volta Ma l’ha afferrato e gli ha morso la bocca dopo che aveva parlato con qualcuno. L'uomo sanguinava, ma la guardia di turno si è rifiutata di curarlo e l’ha rimproverato di non aver lavato via le macchie di sangue. La guardia ha anche ordinato agli altri di andarsene senza fare commenti. La sua ferita è guarita dopo più di due mesi e gli ha anche lasciato una cicatrice.
Nel luglio 2019 Li stava svuotando la sua bottiglia d'acqua quando Ma l’ha colpito alle spalle con una pesante scatola di plastica. L'uomo è caduto a terra e non è riuscito ad alzarsi per molto tempo. Il criminale Ma è rimasto in piedi dietro di lui e non ha permesso a nessuno di aiutarlo. Qualcuno ha segnalato il suo comportamento alle guardie, che però hanno chiuso un occhio.
Un altro giorno Ma ha colpito Li sul volto e l’ha preso a calci. Ha afferrato il suo colletto e ha fatto pressione sul suo corpo. Un altro detenuto si è unito a Ma, ma una guardia, che aveva visto tutto, li ha fermati. Li è stato chiamato nell'ufficio dell'istruttore, per poi essere incolpato di non essersi pulito il sangue dal viso.
Illustrazione della tortura: Percosse
Il braccio dell'uomo era ferito dalle percosse. Non riusciva a raccogliere nulla, nemmeno la sua ciotola di riso. Aveva anche difficoltà a fare la doccia o a lavarsi i vestiti. I detenuti l’hanno umiliato e chiuso in cella. È stato di nuovo costretto a sedersi su un piccolo sgabello, finché i detenuti non sono tornati dopo una giornata di lavoro.
Poiché Ma diventava sempre più violento nel picchiare Li, le guardie l’hanno sostituito con un detenuto straniero, Vitaly. Come Ma, anche Vitaly picchiava e imprecava contro di lui ogni giorno, quando le guardie lo esortavano a trasformarlo.
Vitaly l’ha costretto a copiare documenti con contenuti che diffamavano il Falun Gong. Quando Li si rifiutava veniva picchiato e punito, inoltre non gli era permesso di usare il bagno. Le torture hanno fatto sì che la sua pressione sistolica rimanesse tra i 230 e i 280 mmHg (un intervallo normale dovrebbe essere inferiore a 120 mmHg). Eppure hanno continuato a torturarlo.
L'uomo è stato anche costretto a svolgere lavori non retribuiti. Con l'aumento della glicemia ha perso gran parte della vista, il che rallentava i suoi progressi lavorativi, tuttavia le guardie continuavano a costringerlo a fare gli straordinari fino alle 21:00, anche durante l'inverno, quando in officina non c'era il riscaldamento.
Dopo essere rimasto seduto per più di dieci ore, le sue gambe erano gonfie e dolorose. Poteva camminare solo lentamente, ma le guardie lo spintonavano per costringerlo ad accelerare il passo. Questo ha fatto sì che anche il suo cuore accellerasse.
Sotto istigazione dei detenuti responsabili della sua trasformazione, nessun altro osava compatirlo o parlare in suo favore. Se i detenuti imprecavano contro di lui, anche gli altri li seguivano. I detenuti gli somministravano a forza le medicine, quando sveniva, e facevano persino in modo che facesse il turno di notte. A causa della pressione alta, l'uomo aveva spesso mal di testa e poteva solo sdraiarsi a terra, ma i detenuti lo costringevano comunque a lavorare.
Le torture gli hanno causato un forte calo di memoria, ma le guardie non hanno smesso di perseguitarlo. Nel luglio 2020 la prigione ha intensificato la persecuzione contro i praticanti. Sono aumentati gli sforzi per il lavaggio del cervello e la loro trasformazione.
Le guardie hanno avuto diversi colloqui separati con lui per cercare di farlo rinunciare alla sua fede. Al suo rifiuto, l’hanno aggredito e picchiato. Qualcuno ha minacciato di impiccarlo e di picchiarlo nuovamente.
I molti anni di tortura hanno fatto sì che la sua pressione sistolica rimanesse a ritmi elevati (280 mmHg). Aveva la glicemia alta, dolori al petto, vertigini e gonfiore alle gambe. Durante la prigionia gli sono state negate le visite dei familiari. Ha parlato con loro solo due o tre volte attraverso una breve telefonata. Alla sua famiglia non è stato permesso di inviargli vestiti.
Quando stava per essere rilasciato, ha firmato un modulo di rilascio e ha scritto che avrebbe presentato una denuncia penale contro coloro che lo perseguitavano. Le guardie l’hanno trascinato in ufficio e maltrattato verbalmente per più di due ore. Gli hanno anche intimato di rinunciare all'idea di sporgere denuncia contro di loro.
Lo scorso 3 settembre Li è stato rilasciato.
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