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Sichuan: Donna di ottantaquattro anni ripetutamente molestata e condannata per aver praticato il Falun Gong

25 Dic. 2022 |   Di un corrispondente Minghui della provincia del Sichuan, Cina

(Minghui.org) Negli ultimi due anni una donna di ottantaquattro anni ha affrontato continue vessazioni ed è stata condannata a una pena detentiva di un anno e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 29 gennaio dell’anno scorso è iniziato il calvario di Cai Zefang della contea di Yingshan, nella provincia del Sichuan, che è stata arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong. La polizia ha confiscato i suoi libri del Falun Gong, 2.000 yuan (circa 271 euro) in cartamoneta con informazioni sulla pratica spirituale stampate sopra e altro materiale riconducibile al Falun Gong.

A causa della rigida censura sulle informazioni in Cina, molti praticanti usano modi creativi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione, tra cui la stampa delle informazioni su carta moneta.

La polizia ha interrogato Cai per diverse ore e, intorno alle 20:00, l'ha rilasciata. Ha presentato il suo caso al Procuratore e ha continuato a perseguitarla. Nel mese di marzo dell’anno scorso è stato ordinato al nipote di firmare, a suo nome, il documento di rilascio su cauzione presso la Procura.

Alle 20:00 del 29 ottobre dell’anno scorso quattro agenti di polizia si sono presentati a casa della donna e le hanno ordinato di firmare un documento, ma lei si è rifiutata. Sono rimasti per un’ora, minacciando di molestarla ogni giorno.

L'8 novembre successivo la Procura le ha comunicato che era stata incriminata. Il giudice Yi Binhua ha confermato le sue condizioni per il rilascio su cauzione e, il giorno successivo, ha ordinato alla sua famiglia di firmare il documento per conto suo.

Il 3 gennaio di quest’anno Cai è comparsa in tribunale. È stata accusata di "minare l’applicazione della legge con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong. Le persecuzioni subite in precedenza sono state elencate come prova per l'accusa. La donna ha sostenuto che nessuna legge in Cina ha mai considerato la pratica del Falun Gong come un crimine, ma la sua spiegazione è rimasta inascoltata.

Il 9 febbraio scorso il giudice l’ha convocata e le ha annunciato la condanna a un anno e mezzo di prigione. Le è stata inflitta anche una multa di 3.000 yuan (circa 403 euro).

Quando Cai ha chiesto al giudice perché la sua età fosse stata cambiata da ottantaquattro a settantacinque anni, il giudice ha risposto che settantacinque anni corrispondevano a ottant’anni.

La sera stessa la donna è stata portata al centro di detenzione della città di Nanchong. Quando le guardie si sono rifiutate di ammetterla a causa della sua ipertensione di 220/180 mmHg, intorno alle 3:00 del mattino la polizia l'ha riportata a casa.

Il 24 aprile tre agenti si sono presentati a casa sua, le hanno afferrato le braccia, l'hanno trascinata nell'auto della polizia e portata alla stazione di Suian, dove è stata perquisita. Le hanno confiscato 200 yuan (circa 27 euro) in contanti con informazioni sul Falun Gong stampate sopra e un amuleto della pratica spirituale. Cai ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione e, intorno alle 20:00, è stata rilasciata. La polizia le ha ordinato di presentarsi alla loro stazione ogni volta che fosse stata convocata.

Il 16 maggio il tribunale ha ordinato a due agenti della stazione di polizia di Suian di arrestare nuovamente la donna. È stata portata in ospedale per un esame fisico e, alle 18:00, è stata trasferita in una struttura di detenzione senza cartello sulla porta, nella contea di Yilong. Quando le guardie carcerarie si sono rifiutate di accettarla, la polizia ha passato un'ora a cercare di convincerle, ma senza successo. Verso la mezzanotte gli agenti hanno l’hanno dovuta riaccompagnare a casa.

Lo scorso 29 novembre, quando è uscita di casa, Cai è stata fermata da due agenti che l'hanno trascinata a forza nell'auto della polizia davanti alla folla, con la scusa di volerle fare delle domande.

Dopo un test del DNA COVID-19 e un esame fisico, la polizia ha portato Cai in un centro di detenzione, dov’è stata chiusa in una cella e ammanettata. Ha fatto uno sciopero della fame per protestare, ma nessuno le ha mai risposto. Alle 20:00 del 1° dicembre la polizia l'ha riportata a casa e ha ordinato al comitato residenziale di tenerla d'occhio.

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