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Sichuan: Donna muore mentre sta scontando cinque anni per la sua fede

27 Dic. 2022 |   Di un corrispondente Minghui della provincia del Sichuan, Cina

(Minghui.org)

Nome:Qing Liju

Nome cinese:卿立菊

Sesso:Donna

Età:Cinquantuno anni

Città:Pengzhou

Provincia:Sichuan

Occupazione:N/D

Data del decesso:11 dicembre 2022

Data dell'ultimo arresto:9 marzo 2021

Luogo di detenzione più recente:Carcere di Qionglai

Sei mesi dopo che Qing Liju è stata condannata a cinque anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong la cinquantunenne residente a Pengzhou, nella provincia del Sichuan, un tempo in buona salute, è deceduta.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 9 marzo dell’anno scorso la donna è stata arrestata mentre stava distribuendo materiale informativo sul Falun Gong insieme a un'altra praticante, Fu Shunju, di settant’anni. L'arresto è avvenuto solo due anni dopo che Qing è stata rilasciata, avendo scontato dieci anni per la sua fede.

Alla stazione di polizia della città di Mengyang gli agenti hanno perquisito entrambe le donne e usato un coltello per tagliare le scarpe, i bottoni dei vestiti, le cinture e le cerniere.

Il giorno successivo Fu è stata rilasciata, mentre Qing è stata condotta al centro per il lavaggio del cervello di Xinjin con la testa coperta da un cappuccio nero. In seguito è stata trasferita al Centro di detenzione della città di Chengdu, dov’è stata torturata.

Dopo l’arresto le autorità hanno vietato ai suoi familiari di farle visita. Hanno potuto consegnarle dei vestiti solo due volte. In seguito il centro di detenzione ha vietato loro di consegnare anche gli abiti, adducendo la pandemia come scusante.

Il 21 giugno di quest’anno il tribunale di Pengzhou ha condannato Qing a cinque anni di pena detentiva, da scontare nel carcere di Qionglai.

Il 1° ottobre la sua famiglia ha ricevuto una telefonata in cui il Centro di detenzione comunicava che la donna versava in gravi condizioni. Lo stesso giorno la famiglia si è recata in carcere e ha avuto il permesso di videochiamarla ma, quando i familiari hanno fatto richiesta per lei della libertà condizionata per motivi medici, il carcere l’ha respinta.

Due settimane dopo, il 14 ottobre, la prigione ha chiamato nuovamente i familiari per informarli che la donna era stata ricoverata in ospedale. Il 16 ottobre si sono recati in carcere e hanno avuto un'altra videochiamata con lei. A quel punto la donna era diventata estremamente debole e le sue gambe si erano gravemente gonfiate. La famiglia ha chiesto di nuovo per lei la libertà condizionata per motivi medici, ma il carcere ha rifiutato.

Settimane dopo i familiari hanno avuto un'altra videochiamata con Qing e le sue condizioni erano ancora più gravi. Quando hanno fatto un'altra richiesta per vederla a metà novembre, il carcere l'ha respinta, adducendo come scusa la chiusura a causa della pandemia.

L'ultima telefonata che hanno ricevuto dal Centro di Detenzione è stata l'11 dicembre, quando hanno appreso che Qing era in rianimazione nell'ospedale nº3 di Chengdu. Si sono precipitati all'ospedale, ma la donna era già deceduta. Il medico ha detto loro che al mattino, quando è stata trasferita dall'ospedale Zhengcheng, aveva già smesso di respirare.

Prima dell'ultima condanna, il 23 ottobre 2009 Qing era già stata arrestata e, il 13 ottobre 2010, condannata a dieci anni dal tribunale della città di Guanghan. Nel dicembre 2010 è stata condotta nel carcere femminile della provincia del Sichuan.

Una volta le guardie carcerarie l’hanno privata del sonno per sei giorni, perché si rifiutava di rinunciare al Falun Gong. Non appena chiudeva gli occhi, la picchiavano e la prendevano a calci. Le guardie l’hanno anche costretta a indossare una camicia di forza e l’hanno appesa per i polsi al telaio della finestra.

Illustrazione della tortura: essere appesi

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