(Minghui.org) Diverse detenute hanno spogliato la signora Jin Hong, le hanno messo molti insetti sul corpo, legato i polsi alla ringhiera del letto superiore, l'hanno appesa e le hanno fissato i piedi alla scala a pioli della cuccetta inferiore, poi le hanno messo un sacchetto di plastica sulla testa ed hanno cominciato a picchiarla con alcune bottiglie d'acqua piene.Jin è quasi soffocata ed è svenuta. In seguito una detenuta le ha pizzicato i capezzoli, una seconda ha usato un nastro adesivo per strapparle i peli pubici, una terza l'ha presa a calci nell'addome ed una quarta l’ha colpita alle parti intime con un piede affetto da un’infezione micotica detta “piede d'atleta”, per infettarla.
Questa terribile tortura è avvenuta il 27 giugno dello scorso anno nella seconda prigione femminile della provincia del Liaoning, ad opera di nove detenute sotto l'istruzione delle guardie carcerarie. Jin, sulla cinquantina, di Shenyang nella provincia del Liaoning, sta scontando un mandato di quattro anni per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999, è stata arrestata il 4 dicembre 2019 e condannata a settembre 2020.
La donna è stata incarcerata nella quinta squadra della prima divisione della seconda prigione femminile della provincia del Liaoning. È stata costretta a partecipare a sessioni di lavaggio del cervello a partire dal 21 aprile dello scorso anno e due settimane dopo le è stato ordinato di fare il pattugliamento notturno dalle 22:00 alle 5:00. Nonostante durante il giorno non avesse tempo per dormire, doveva comunque partecipare alle sessioni di lavaggio del cervello.
Il 7 maggio le guardie carcerarie Li Xiaoyi, Sun Weijing e Wang Jing si sono impegnate a far rinunciare Jin alla sua fede nel Falun Gong. Hanno incaricato la detenuta Cheng Xianfeng di picchiarla per tre giorni consecutivi, ma senza successo.
La donna, tra il 26 ed il 29 giugno, è stata inviata alla settima squadra per un'escalation persecutoria, che ha portato all'atroce tortura avvenuta il giorno successivo e descritta in apertura d'articolo.
Il giorno successivo è stata costretta a lavorare, e per coprire la ferita provocata dal pestaggio, la guardia Sun Weijing le ha ordinato di indossare abiti a maniche lunghe e una maschera. Le ha inoltre organizzato una passeggiata con detenute anziane e disabili, in modo chenessuno si accorgesse che zoppicava. Dopo il lavoro è stata di nuovo appesa nel dormitorio con i quattro arti distesi. Le detenute le hanno stirato forte i quattro arti e colpito l'addome.
La notte seguente, dopo averla ammanettata dietro la schiena, le premevano il viso in una bacinella d'acqua e poi le tiravano su la testa, operazione ripetuta per più di venti minuti, fino a quando non è arrivata sul punto di morire.
Poiché i familiari della donna hanno chiesto insistentemente di vederla, le guardie carcerarie hanno iniziato a ridurre le sue torture, ma è ancora obbligata a frequentare la sessione quotidiana di "studio" in laboratorio.