(Minghui.org) Ho 64 anni e pratico la Falun Dafa da quasi 25 anni. Nel 1997, dopo aver letto per la prima volta lo Zhuan Falun, ho cercato di vivere secondo i principi guida della Falun Dafa di Verità, Compassione e Tolleranza. Il Maestro mi ha subito purificato il corpo e le varie malattie croniche di cui soffrivo, come l’infiammazione della cistifellea, l’ulcera allo stomaco, la nevrastenia, l'appendicite, l’artrite, l’aritmia, l’ernia del disco lombare, il diabete e la mastite, sono scomparse. Sentivo il corpo incredibilmente leggero ed ero entusiasta!
Ho cercato di migliorare i miei principi morali ed essere una brava persona. Mi prendevo cura e rispettavo mio marito e trattavo i miei suoceri come fossero i miei genitori. La nostra vita familiare era armoniosa e felice. Al lavoro ero gentile con i colleghi e sempre pronta a dare loro una mano. Sebbene fossi la direttrice dell’ufficio non ho mai sfruttato questa opportunità per un tornaconto personale. In ogni incarico sono andata ben oltre il dovere, ricevendo elogi da tutti.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) non poteva tollerare una pratica spirituale così popolare come la Falun Dafa. Nell’estate del 1999 è stata lanciata una campagna di persecuzione e migliaia di praticanti sono stati arbitrariamente detenuti, imprigionati, torturati e alcuni persino uccisi.
Nel 2005, per aver sostenuto la mia fede, sono stata condannata a sette anni di prigione e di nuovo nel 2016 ad altri quattro anni e mezzo. Durante la detenzione mi hanno torturata e ho subito gravi ferite fisiche che mi avrebbero facilmente reso disabile o portata alla morte, ma con l’aiuto e la protezione del Maestro Li (fondatore della Falun Dafa), il mio corpo è stato miracolosamente riabilitato più volte.
Sull’orlo della morte
Nell’ottobre del 2015 sono stata arrestata e portata al centro di detenzione di Heishan. Quando una guardia ha cercato di ammanettarmi con le mani dietro la schiena, ho fatto resistenza e mi ha rotto l'avambraccio destro. Per protestare ho fatto lo sciopero della fame e sono stata alimentata forzatamente da un medico interno con l’aiuto delle guardie e di alcuni altri criminali detenuti.
Mi hanno inserito nel naso e nello stomaco un tubo di gomma spesso come un dito. Il naso e la gola si sono graffiati e mi scorreva sangue dal naso e dalla bocca, non potevo respirare, avevo la nausea ma non riuscivo a vomitare. Sono rimasta ammanettata con le mani dietro la schiena e hanno lasciato il tubo nella stessa posizione dalle 10:00 alle 15:00.
Tra una sessione di tortura e l’altra perdevo e riprendevo conoscenza. Il 16 gennaio 2006 sono stata condannata a sette anni di reclusione nel centro di detenzione. Tre settimane dopo le guardie mi hanno tirata fuori, caricata in un’auto della polizia e portata nella prigione di Dabei.
Durante la visita medica di controllo mi è stata riscontrata una grave insufficienza renale e cardiaca, un’elevata acidità nel sangue e un’estrema malnutrizione. Il medico ha riferito che ero in condizioni critiche, quindi gli amministratori della prigione si sono rifiutati di ammettermi.
Pur di farmi accettare le guardie del centro di detenzione hanno corrotto i funzionari della prigione offrendo loro 5.000 yuan. Il sistema carcerario di solito rimborsa al centro 800 yuan per ogni trasferimento da un centro di detenzione locale alla prigione. Le guardie del centro di Heishan erano disposte a pagare pur di farmi ammettere nella prigione di Dabei.
I funzionari della prigione, vedendo quanto fossi debole e temendo che potessi morire improvvisamente sotto la loro custodia, si sono rifiutati di completare il trasferimento. Quindi sono stata riportata al centro di Heishan e sottoposta ad un altro ciclo di fleboclisi e di alimentazione forzata.
Il vicedirettore del centro per gentilezza mi ha detto: “Ti porterò una copia dello Zhuan Falun”. Gli ho risposto che lo poteva leggere lui e ho aggiunto: “Questo non è il posto giusto dove studiare la Fa, voglio andare a casa per poterla studiare!”.
La mattina del 13 febbraio, durante l’alimentazione forzata, ho sputato due grumi di sangue viola scuro. Le guardie devono aver pensato che stessi per morire, quindi hanno tolto il tubo di alimentazione e hanno chiamato la mia famiglia affinché venissero a prendermi.
A questo punto tutto il corpo era gonfio, non riuscivo a camminare né a controllare l’urina. Subito dopo il mio rilascio, un giorno mentre strisciavo verso il bagno, ho avuto uno scompenso cardiaco e non son più riuscita a parlare. Prima di svenire ho chiesto aiuto al Maestro. Quando mi sono svegliata i miei vestiti erano madidi di sudore. Sapevo che il Maestro, ancora una volta, mi aveva salvata. Precedentemente avevo superato altri episodi di insufficienza cardiaca e sono sopravvissuta solo perché avevo chiesto al Maestro di aiutarmi.
Le mie condizioni fisiche erano molto gravi, il dottore ha dichiarato che ero praticamente in fin di vita, tanto che mi è stata negata l’ammissione in prigione. Tuttavia, quando sono tornata a casa, ho ripreso a studiare diligentemente la Fa e a fare gli esercizi e in un mese ho riacquistato completamente la salute.
Il braccio fratturato è tornato normale
Nel settembre 2007 sono stata arrestata di nuovo e detenuta nel centro di detenzione di Tieling per oltre un mese. Alla fine di ottobre mi hanno trasferita al campo di lavoro forzato femminile di Masanjia e trattenuta per un anno e mezzo.
Nell'ottobre 2008 alcuni praticanti detenuti sono stati ammanettati e appesi per i polsi ai letti a castello perché si erano rifiutati di firmare la dichiarazione di garanzia per smettere di praticare la Falun Dafa. Poiché ho protestato contro questo crudele trattamento, anch’io sono stata appesa a un letto a castello.
Hanno spinto la parte superiore del corpo nello spazio tra i letti, lasciando fuori dal telaio la parte inferiore. Mi hanno legato insieme le gambe e le hanno fissate al ferro dell’angolo sotto il letto. Entrambe le braccia erano distese e ammanettate alle due sponde laterali opposte della cuccetta superiore. Non riuscivo a stare in piedi per raddrizzare la parte bassa della schiena né ad accovacciarmi completamente. Le braccia dovevano sostenere il peso di tutto il corpo.
Dopo pochi minuti ho iniziato a sudare copiosamente e le mani si sono gonfiate e diventate viola scuro. Il dolore era insopportabile, col passare del tempo le manette mi tagliavano i polsi e hanno iniziato a sanguinare. Sono rimasta appesa così per due giorni. Quando alla fine mi hanno liberata, il lato destro del corpo aveva perso ogni sensibilità e non riuscivo a trattenere il cibo. Dopo una guardia mi ha detto che raramente qualcuno era in grado di resistere per due giorni di seguito a questo tipo di tortura, e che se non si moriva si sarebbe divenuti disabili.
Dopo tre settimane non avevo ancora nessuna sensibilità nel lato destro del corpo, quindi ho richiesto una visita e al medico ho domandato: “C’è speranza di guarire?”. Ha esitato e mi ha risposto: “Tutto dipende dalla terapia fisica. Potrebbero volerci un paio di mesi o forse un paio d’anni, o persino un decennio”. Gli ho chiesto di dirmi la verità: “Mi sta dicendo che è un danno permanente?”. Ha risposto: “Non abbiamo i macchinari tecnici in grado di sapere se è un danno permanente o no. Quindi non possiamo esserne sicuri”.
Il mio lato destro non aveva ancora riacquistato sensibilità. Verso la fine di dicembre, quando non ho ottemperato alla richiesta di firmare la dichiarazione di garanzia, tre guardie mi hanno afferrato la mano destra ancora insensibile e l'hanno premuta con forza sul modulo per ottenere l'impronta digitale. Il braccio si è fratturato ed è rimasto sollevato.
Il medico della prigione non poteva farci nulla, mi hanno portata allora al centro medico dell’università di medicina di Shenyang. Un dottore ha detto che l’unico modo di risistemare il braccio era l’intervento chirurgico. Non ero d'accordo e non volevo farlo, gli ho risposto che siccome mi era stato concesso il permesso di fare gli esercizi della Falun Dafa, per me sarebbe bastato poter fare quelli. Le guardie mi hanno portata allora a fare una visita dal direttore dell’ospedale ortopedico di Shenyang per delle terapie. Il trattamento era atroce poiché erano trascorsi tre giorni da quando mi avevano fratturato il braccio. Ho pensato: “Sono una praticante della Falun Dafa. Cosa ci faccio qui in terapia?”. Con la mano sinistra ho tolto le pinze dal braccio destro.
Una volta tornata a Masanjia mi hanno messo in custodia al quarto piano. Una detenuta dell’Hubei era incaricata di prendersi cura di me. Mi sono sdraiata sul letto e ho iniziato a recitare “Sulla Dafa (Lunyu)” e tutte le poesie che riuscivo a ricordare di Hong Yin e Hong Yin II. Mentre recitavo la Fa, sentivo come se qualcuno mi stesse tirando ripetutamente il braccio ma non provavo alcun dolore.
Tre settimane dopo sono stata riportata all'ospedale, in ortopedia, per una visita di controllo, e i medici hanno scoperto che il braccio era tornato a posto. Tuttavia il lato destro del corpo era ancora privo di sensibilità e non riuscivo a prendermi cura di me stessa.
Nel marzo 2009, dopo essere stata rilasciata, ho continuato a leggere gli insegnamenti del Maestro e a fare gli esercizi. In sole tre settimane mi sono completamente ripresa.
Il braccio, nel punto in cui si era rotto, non presentava alcuna protuberanza. Chiunque si sia fratturato un osso sa che non si sistema mai perfettamente da solo. Il corpo produce del tessuto fibroso che avvolge la parte fratturata, quindi dopo la guarigione dell’osso rimane sempre un nodulo. Tuttavia a me il braccio era tornato completamente normale e non presentava protuberanze.
Sarei potuta diventare una persona disabile, ma il Maestro mi ha ricostruito un corpo nuovo e sano.
La cistifellea sembra aver subito un intervento chirurgico
Nel giugno 2016 sono stata arrestata e detenuta di nuovo per aver praticato la Falun Dafa. Durante la visita medica trimestrale al centro di detenzione di Jinzhou, il dottore che ha eseguito l’ecografia mi ha chiesto: “Hai subito un intervento chirurgico alla cistifellea?”. Ho scosso la testa e gli ho domandato: “No, c’è qualcosa che non va nella cistifellea?”. Mi ha risposto: “Sembra che sia stata operata. La parete è sottile, liscia e uniforme”.
Gli ho detto che avevo sofferto di colangite, un’infezione dei dotti biliari e della cistifellea, ma dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa, sono stata bene senza dover ricorrere ad alcun trattamento o intervento chirurgico. Il dottore ha scosso la testa incredulo e ha ripetuto: “Incredibile. È incredibile!”.
Questo episodio mi ha ricordato un altro incidente avvenuto dieci anni prima. Mentre ero detenuta nel centro di detenzione di Heishan, ho fatto lo sciopero della fame e sono stata portata all’ospedale della contea per una gastroscopia.
Sulla via del ritorno una delle due guardie che mi scortavano ha detto all’altra: “Tutte balle, ha affermato di aver avuto la colangite ma la parete della cistifellea è sottile e sana”. Sentendoli parlare così, ho pensato: “Non ho mentito, prima di iniziare a praticare la Falun Dafa avevo davvero la colangite. Quel dottore allora mi aveva persino detto che la parete della cistifellea era ispessita e che prima o poi mi sarei dovuta operare”. Ero debole e non potevo discutere.
Tuttavia in quel momento ero troppo debole per mettermi a discutere o chiedere loro perché avessero fatto quel commento. Ora che mi era stata confermata l’attuale situazione della parete della cistifellea tutto aveva un senso. Sapevo che il Maestro l’aveva purificata ed era tornata sana e nella norma.
Questa vecchia signora è più sana di una giovane
Nel giugno del 2016, in seguito al mio arresto, sono stata condannata a quattro anni e mezzo di carcere. Quando mi hanno rilasciata nell’ottobre del 2020 avevo 63 anni.
Il medico della prigione, prima del mio rilascio, ha eseguito un esame fisico completo. Guardando i risultati degli esami un dottore ha detto agli altri: “Il battito cardiaco e la pressione di questa vecchia signora indicano che è più sana di una giovane”. Ho spiegato loro che in precedenza soffrivo di insufficienza renale, cardiaca e acidosi, e che essere ancora viva era di per sé un miracolo.
Ho raccontato di quando ero stata arrestata e condannata nel 2005. Ho spiegato loro che in seguito alle torture subite le mie condizioni fisiche erano così critiche che le autorità carcerarie si sono rifiutate di ammettermi. Tuttavia, un mese dopo essere tornata a casa, avendo ripreso lo studio della Fa e a fare gli esercizi, mi sono completamente rimessa. Ho spiegato loro che praticando la Falun Dafa ho ritrovato la salute e sono guarita completamente.
Tutti i dottori hanno pensato che fosse fantastico, uno di loro ha detto: “È veramente un miracolo!”
Coltivando la Falun Dafa ho trovato il luogo a cui appartengo davvero. Durante i vent’anni di violenta persecuzione del regime del PCC ho subito brutali torture e gravi ferite fisiche. Tuttavia la sostanza del mio essere è stata migliorata dal Maestro. Il Maestro mi ha guarito il corpo molte volte e ha rimodellato la mia vita. Le parole non possono esprimere la mia immensa gratitudine!
Grazie Maestro! È meraviglioso essere un tuo discepolo!