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Mongolia Interna: Praticante sessantaseienne in condizioni critiche dopo uno sciopero della fame messo in atto per protestare contro la sua detenzione illegale

24 Feb. 2022 |   Di un corrispondente Minghui della Mongolia Interna, Cina

(Minghui.org) Una praticante sessantaseienne di Chifeng, nella Mongolia Interna, è in coma dopo settimane di sciopero della fame per protestare contro il suo ultimo arresto avvenuto il 1° febbraio scorso per aver praticato il Falun Gong. La polizia ha rifiutato di rilasciarla, nonostante le sue condizioni critiche.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Ji Yunzhi è stata arrestata presso la propria abitazione intorno alle 8 del mattino del 1° febbraio, giorno del Capodanno cinese. La polizia ha fatto irruzione quando la sua famiglia si è allontanata brevemente per portare fuori la spazzatura. Anche un'altra praticante, la signora Sun Zhifang, che era in visita da lei per caso, è stata arrestata. La polizia ha perquisito la residenza di Ji, confiscandole quaranta libri del Falun Gong ed una foto del fondatore della pratica.

Poiché Ji si è rifiutata di andare con la polizia, gli agenti hanno trascinato lei e Sun con la forza fino all'auto della polizia. Entrambe le donne sono state condotte al centro di detenzione del Bahrain, dove Ji ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro l'arresto e la detenzione arbitraria.

L'11 febbraio i familiari di Ji sono stati informati dalla polizia di andare all’ospedale del Bahrain. Quando vi si sono recati sono rimasti devastati nel vedere Ji in coma. Nonostante le sue condizioni, la polizia le teneva ancora i piedi incatenati al letto d'ospedale. Il medico ha ordinato loro di firmare un modulo in cui prendevano atto delle condizioni critiche della loro cara.

La famiglia di Ji ne ha chiesto il rilascio su cauzione il giorno successivo, ma la polizia ha posto tre condizioni, che non è chiaro quali siano, prima di approvare il rilascio su cauzione.Ji al momento della stesura di questo articolo era ancora ricoverata in ospedale.

Dall'inizio della persecuzione Ji è stata arrestata e condannata due volte ai campi di lavoro forzato. Durante la detenzione ha subito torture incessanti, tra cui l'essere appesa, costretta ad assumere droghe, alimentazione forzata punitiva e scosse elettriche. Si è ammalata di una grave patologia cardiaca ed è rimasta paralizzata. Dopo il suo rilascio le autorità hanno continuato a molestarla.

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