(Minghui.org) Lo scorso anno quattro membri di una famiglia di Pengzhou, nella provincia del Sichuan, sono stati molestati più volte per la propria fede nel Falun Gong. Durante le ultime molestie avvenute il 7 dicembre, la polizia li ha costretti ad imprimere le impronte digitali sulle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Nelle prime ore del 7 dicembre, una dozzina di agenti di polizia e segretari di villaggio si sono recati a casa della signora Li Yongxian nel villaggio di Xijing.
Dopo che la praticante ha aperto la porta, la polizia ha perquisito ogni angolo della sua abitazione, comprese le scarpe, gli spazi tra gli strati del suo letto e gli armadi. Quando Li è stata spinta nell'auto della polizia, è rimasta sorpresa nel vedere suo fratello minore, il signor Li Yonggang, e sua moglie, la signora Wang Xiaoping.
La sorella minore di Li, la signora Hu Guofen, che viveva nell’appartamento accanto, è stata svegliata dal latrato dei cani. Ha aperto la porta per vedere cosa stesse succedendo ed ha scorto gli agenti di polizia fuori casa.
L'agente Liu Yong si è avvicinato, ha ordinato a Hu di consegnare i propri materiali del Falun Gong e ha minacciato di perquisire l’abitazione se non l'avesse fatto. Hu ha rifiutato di obbedire e la polizia ha fatto irruzione, ma mentre gli agenti frugavano ovunque, la luce nella stanza si è improvvisamente spenta e la polizia ha deciso di interrompere la perquisizione.
Quando la polizia ha cercato di arrestare Hu, sua figlia ha pianto e li ha implorati di non portarla via.
“Pratica il Falun Gong. Dobbiamo farle alcune domande. La riporteremo presto a casa», ha detto l'ufficiale Liu alla bambina.
"Quando?"
"Fra un'ora. Puoi aspettare a casa", ha detto l'agente Liu, prima di spingere Hu nell'auto della polizia.
La praticante, i suoi due fratelli e sua cognata sono stati poi condotti all'ufficio del villaggio, tenuti in stanze separate ed interrogati. Siccome tutti loro si sono rifiutati di firmare le dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong precompilate, la polizia li ha costretti ad imprimere le loro impronte digitali sui documenti. Nessuno degli agenti ha mostrato i propri documenti durante l'intero processo.
Hu ha detto di aver cercato di chiarire la verità sul Falun Gong alla polizia, che l'ha ascoltata e non ha discusso con lei. Un ufficiale le ha comunque ordinato di firmare tre dichiarazioni, consentendole solo di dare un'occhiata ai titoli. La prima era una dichiarazione in cui prometteva di non praticare mai più il Falun Gong, la seconda consisteva nel rinunciare al Falun Gong ed ammettere il suo errore nel praticarlo e prima che potesse leggere il titolo della terza, la polizia li aveva già nascosti. Hu ha rifiutato di firmare i documenti, ma Liu ha ordinato agli ufficiali di costringerla ad imprimere le proprie impronte digitali.
Prima delle molestie di dicembre, gli agenti del villaggio avevano già condotto la polizia a casa di Li nel marzo dello scorso anno e il 20 aprile hanno molestato anche sua sorella Hu. Poiché quest’ultima non era in casa, hanno preso a calci la porta d’ingresso e ci hanno sputato sopra. Sua figlia, che era a casa da sola, era terrorizzata e non riusciva a smettere di tremare.
Gli ufficiali sono tornati il 6 maggio, quando Hu aveva appena pranzato, e le hanno scattato delle foto nonostante le sue proteste, poi sono tornati in serata, hanno svegliato Hu chiedendole di poterle fotografarle di nuovo, ma lei non ha acconsentito.
La vice segretaria del villaggio Xie Xingru si è recata a casa della praticante il 25 maggio ed ha detto a Hu che il suo sussidio a basso reddito le era stato sospeso.
Oltre ai fratelli, anche il padre di Li, il signor Hu Dingfang, e sua sorella maggiore, la signora Li Yongxiu, sono stati presi di mira perché praticanti del Falun Gong ed entrambi sono deceduti.
Nel novembre 2009, mentre stava facendo la spesa con Li Hongxian, l'anziano Hu è stato accerchiato da un gruppo di agenti di polizia che l’hanno spinto e picchiato. Si è ammalato e al suo ritorno a casa è stato allettato ed è morto in meno di sei mesi.
La signora Li Yongxiu è stata arrestata nel 2004 e trattenuta in un centro per il lavaggio del cervello ed in un ospedale psichiatrico, dove le sono state iniettate droghe tossiche, ha sofferto di edema sistemico e non era più autosufficiente. È deceduta il 21 febbraio 2016.
Informazioni di contatto dei perpetratori:
Yang Yi (杨毅), capo della stazione di polizia di Longfeng: +86-13882006835
Liu Yong (刘勇), agente di polizia: +86-13882111611
Zeng Anbo (曾安波), segretario del villaggio di Xijing: +86-28-64831526
(Ulteriori informazioni di contatto dei perpetratori sono disponibili nell'articolo cinese originale).
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