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Heilongjiang: Uomo subisce diciannove anni di prigione torture per essersi collegato a una rete televisiva e aver chiarito la verità (Parte 1)

14 Gen. 2023 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dell’Heilongjiang, Cina

(Minghui.org) Tra il 17 e il 18 agosto 2002 a Lanzhou, nella provincia del Gansu, diversi praticanti sono riusciti a intercettare i segnali televisivi e hanno trasmesso dei video per denunciare la brutale persecuzione del Falun Gong perpetrata dal Partito Comunista Cinese (PCC) e chiarire la verità sulla propaganda pervasiva e calunniosa nei confronti della pratica spirituale. I video sono stati trasmessi per mezz'ora su quattro canali locali, coprendo diverse aree della provincia del Gansu e della città di Xining, nella provincia del Qinghai.

Poco dopo quindici praticanti del Falun Gong sono stati arrestati e pesantemente condannati, fino a vent’anni di pena detentiva. A Sun Zhaohai, allora trentaquattrenne, sono stati inflitti diciannove anni di prigione. Ha subito una crudele persecuzione ed è sfuggito per poco alla morte.

Sun Zhaohai

Nato a Jiamusi, nella provincia dell’Heilongjiang, Sun è cresciuto nel terrore della violenza domestica inflittagli dal padre. All'età di vent’anni ha contratto la tubercolosi, che gli ha provocato cavità in entrambi i polmoni. Tossiva sangue ed era molto malato ed emaciato. La sua vita era molto misera.

Nel 1997 lui e sua moglie hanno iniziato a praticare il Falun Gong e, poco dopo, tutte le sue malattie sono scomparse. Il 20 luglio 1999, proprio mentre la sua vita familiare era felice e armoniosa, il PCC ha improvvisamente lanciato una persecuzione senza precedenti su scala nazionale contro il Falun Gong.

Come decine di migliaia di altri praticanti, Sun si è fatto avanti per parlare, senza temere la brutale repressione.

Mentre stava scontando la lunga condanna a diciannove anni nella prigione di Lanzhou, nella provincia del Gansu, è stato sottoposto a ogni forma di tortura e abusi, tra cui l’essere rinchiuso in cella d’isolamento, una piccola stanza buia, incatenato con pesanti catene, privato a lungo del sonno, congelato al freddo, privato del cibo, torturato sulla panca della tigre, legato al letto della morte e sottoposto ad alimentazione forzata. A causa delle percosse, l’uomo ha riportato due costole fratturate e una commozione cerebrale.

Il 21 agosto 2021, dopo essere sopravvissuto a terribili torture e alla prigione, Sun è stato rilasciato. L’uomo ha raccontato la sua storia, spiegando come sia riuscito a superare il periodo più buio in prigione, affidandosi alla sua fede nel Falun Gong.

***

Abbracciare il Falun Gong

Mi chiamo Sun Zhaohai. Sono nato nel 1968 e sono il secondo di quattro fratelli. Entrambi i miei genitori lavoravano a tempo pieno. Fin da piccolo sono sempre stato considerato più maturo dei miei coetanei.

Da bambino mi piaceva leggere e, quando ero in terza elementare, ho iniziato a sfogliare i romanzi classici, anche se non riuscivo a riconoscere tutti i personaggi. Leggevo qualsiasi libro su cui potessi mettere le mani e spendevo tutte le mie paghette per comprare o affittare libri da leggere. Ero un topo di biblioteca e mi mettevo a leggere ogni volta che potevo.

Ero affascinato dai personaggi giusti dei romanzi antichi, come "Tre eroi e cinque galli", "La leggenda di Yue Fei", "L'investitura degli dei" e "Storie antiche e nuove". Dai libri ho imparato a conoscere la cultura tradizionale cinese e i valori di benevolenza, rettitudine, cortesia, saggezza e fede, oltre che di gentilezza, cortesia e parsimonia. Tutto ciò influenzava in modo sottile il mio carattere, leale e giusto, onesto e affidabile.

Tuttavia, da quando ho memoria, la mia famiglia ha sempre vissuto nel terrore della violenza domestica. Mio padre era irascibile e alcolizzato. Ogni volta che era di cattivo umore, picchiava sia noi che nostra madre.

A dodici anni avevo talmente paura di essere picchiato da mio padre, anche per banali motivi, che sono scappato di casa e sono andato a vivere da alcuni parenti in campagna. Sono tornato solo dopo più di due mesi. Da allora mio padre, forse preoccupato che potessi scappare di nuovo, non mi ha più picchiato.

Mia madre veniva spesso maltrattata da lui e non vedeva alcuna speranza nella vita. Ha tentato di suicidarsi bevendo del pesticida ma, fortunatamente si è salvata. Quando avevo circa diciotto anni ho iniziato a proteggerla. Ogni volta che mio padre cercava di picchiarla, le facevo da scudo. Abbiamo iniziato a vivere separatamente sotto lo stesso tetto. Nel 1990 mio padre si è ammalato gravemente. Mia madre si è presa cura di lui senza lamentarsi, finché non è deceduto.

Ho avuto un'infanzia infelice. Quando frequentavo la scuola media ero già abbastanza indipendente. Mi chiedevo spesso da dove provenissero gli esseri umani e perché fossimo qui, su questa terra. Nonostante avessi letto molti libri, molte domande rimanevano ancora senza risposta.

Nel 1985, a diciassette anni, mi sono diplomato alla scuola media. Ho trovato lavoro presso la fabbrica di zucchero dell'amicizia di Jiamusi. Ho studiato lavorando e, nel 1988, all'età di vent’anni, ho conseguito il diploma di scuola media superiore. Proprio quando la mia vita cominciava a girare per il verso giusto, ho avuto la febbre per più di un mese. Sono andato in ospedale e mi hanno diagnosticato la tubercolosi di tipo 3. Mi sono stati somministrati farmaci antitubercolari e mi è stata fatta una flebo nell'ospedale della fabbrica. Ero diventato molto debole e magro, stavo sempre male e avevo il fiato corto.

Nell'autunno del 1989, a causa di cavità formatisi in entrambi i polmoni, avevo iniziato a tossire sangue. Se mi muovevo, anche per poco tempo, mi mancava il respiro e sono stato ricoverato per due mesi in un ospedale, a causa della tubercolosi. Sebbene la malattia fosse sotto controllo, ogni anno si ripresentava sotto forma di un leggero raffreddore e febbre, accompagnati dalla pleurite tubercolare. A quel tempo in Cina la tubercolosi era incurabile. Nonostante fossi alto un metro e settantadue centimetri, pesavo meno di cinquanta chilogrammi.

Nel 1994 mi sono sposato. Io e mia moglie andavamo molto d'accordo e ci volevamo bene. Anche la nostra situazione finanziaria non era male. Nel 1996 sono stato trasferito alla Squadra di Polizia Economica, dove ho lavorato.

Nel marzo 1997 una collega mi ha fatto conoscere il Falun Gong. Aveva speso una fortuna per imparare in altre scuole di qigong, ma ha detto che il Falun Gong era una vera pratica di coltivazione. Mi ha consigliato di comprare il libro Zhuan Falun, il testo principale del Falun Gong, dicendomi che avrei capito tutto dopo averlo letto. Sono rimasto davvero sorpreso dal fatto che avesse rinunciato così rapidamente a ciò che aveva imparato prima e fosse passata al Falun Gong con una tale determinazione.

All'inizio di aprile di quell'anno mia moglie e io siamo andati a fare shopping nel nostro giorno libero e abbiamo compato una copia dello Zhuan Falun in una libreria. Quando sono tornato a casa non vedevo l’ora di leggere il libro e ho passato tre ore a sfogliarlo.

Mi sono sentito molto emozionato mentre lo leggevo e le lacrime continuavano a rigarmi il viso. Alla fine ho trovato ciò che stavo cercando e lo Zhuan Falun ha risposto a tutte le domande che avevo da adolescente. Ho capito che il senso della vita è tornare al proprio vero sé. Il Falun Gong è meraviglioso!

Due o tre giorni dopo io e mia moglie ci siamo uniti a un gruppo locale di esercizi e di studio della Fa. L’ottavo giorno, quando ho finito gli esercizi al mattino e stavo per tornare a casa, ho sentito un dolore acuto al petto e alla schiena. Il dolore era così intenso che non riuscivo a raddrizzarmi. Non mi sono spaventato perché sapevo che le cose cattive del mio corpo venivano eliminate. Non l’ho detto a nessuno e sono tornato a casa lentamente, con la schiena piegata in avanti.

In tre minuti il dolore è cessato improvvisamente. Da allora la mia tubercolosi è scomparsa. Il mio corpo è stato purificato dal Maestro.

Dopo aver praticato per due o tre mesi il mio occhio celeste si è aperto. Mentre meditavo, ho visto molti Falun che ruotavano intorno a me.

Niente poteva scuotere la mia fede

Ho avuto un'infanzia infelice e una giovinezza dolorosa, ma il Falun Gong ha cancellato tutte le mie sofferenze. Proprio mentre mi crogiolavo nella gioia di praticare la coltivazione, l'ambiente intorno è cambiato.

Il 20 luglio 1999, dopo aver saputo da alcuni compagni di pratica che il governo stava pianificando di bandire il Falun Gong, più di una dozzina di noi ha deciso di recarsi a Pechino per appellarsi al diritto di praticare la nostra fede.

Sul treno per Pechino, alcuni amici praticanti sono stati fatti scendere dalla polizia, lasciando solo sette di noi a proseguire il viaggio. Prima che il treno lasciasse la provincia dell’Heilongjiang, anche molti praticanti del Falun Gong di altre zone sono stati fermati dagli agenti e riportati nelle loro città di origine. Quando abbiamo saputo che la polizia stava cercando con molta attenzione i praticanti del Falun Gong alla stazione ferroviaria di Pechino, siamo scesi dal treno a Sanhe, nella provincia dell’Hebei, la città più vicina alla capitale. Ci siamo divisi in tre gruppi per proseguire in autobus verso Pechino.

Intorno alle 15:00 del 22 luglio abbiamo visto alcuni praticanti riuniti davanti al governo municipale di Sanhe e un altoparlante ha iniziato a trasmettere l'avviso del governo di bandire il Falun Gong. Zheng Libin (che nel frattempo è deceduto a causa della persecuzione) e io ci siamo fermati ad ascoltare, ma non abbiamo parlato con i praticanti locali.

Abbiamo sentito che, negli ultimi giorni, molti di noi erano stati arrestati a Pechino ed ero molto preoccupato e ansioso. Prima di raggiungere la capitale, il nostro autobus ha superato due posti di blocco ed entrambe le volte è stato controllato dagli agenti armati. Con un clima caldo e afoso, io ero ansioso di arrivare a Pechino il prima possibile.

Quando siamo arrivati erano circa le 17:00. Ci siamo recati in Piazza Tienanmen, che era pesantemente pattugliata da poliziotti in borghese. L'atmosfera era molto tesa, ma non avevo paura.

Erano passate le 19:00 quando siamo arrivati all'hotel vicino al Tempio della Terra. Mi sentivo un po' in ansia e non sapevo bene cosa fare. Il mio unico pensiero era di mettermi in contatto, il prima possibile, con i praticanti di Pechino per pianificare le azioni da compiere.

All’inizio di agosto 1999 si è tenuta una conferenza di condivisione, in una pagoda abbandonata, sulla montagna vicino al villaggio di Nanshangle, nel distretto di Fangshan a Pechino. Circa 200 praticanti del Falun Gong sono riusciti a partecipare alla conferenza, e la maggior parte di loro proveniva dalla Cina settentrionale. Lo scopo dell’incontro era quello di discutere su cosa fare, sotto la forte pressione del regime. Molti praticanti hanno condiviso le loro conoscenze e ciò che avevano visto o sentito negli ultimi tempi. Abbiamo raggiunto un accordo per incoraggiare un maggior numero di praticanti a farsi avanti. Durante la conferenza abbiamo anche fatto insieme gli esercizi della Falun Dafa.

Quando la polizia in borghese è salita sulla montagna per controllare, ci siamo divisi e ce ne siamo andati rapidamente. Purtroppo alcuni di noi sono stati arrestati.

Dopo la conferenza della Fa a Pechino sono tornato nella mia città natale, ho condiviso le idee con alcuni praticanti locali e mi sono di nuovo recato nella capitale cinese. Mia moglie si è licenziata dal lavoro, ha preso in prestito del denaro ed è venuta a Pechino con me.

Verso le 19:00 del 24 settembre 1999, per la festa di metà autunno, alcuni poliziotti armati hanno fatto irruzione nella nostra casa in affitto in un sobborgo di Pechino, dopo che le nostre telefonate erano state monitorate. Più di una dozzina di praticanti sono stati arrestati e portati alla stazione di polizia di Sanjianfang per essere interrogati. Alcuni praticanti maschi, me compreso, sono stati picchiati dalla polizia.

In seguito siamo stati condotti al centro di detenzione del distretto di Chaoyang. Poiché mia moglie e un'altra praticante erano incinte, sono state riportate nella nostra città natale, a Jiamusi.

Rievocazione della tortura: Violente percosse

Yin Haizhu (un amico praticante) e io siamo stati rinchiusi insieme nel centro di detenzione di Chaoyang, dove le condizioni di vita erano pessime. La prigione era molto affollata e dovevamo dormire su un fianco come sardine inscatolate.

Quattro giorni dopo i membri del personale dell'Ufficio di collegamento di Jiamusi a Pechino sono venuti al centro di detenzione e mi hanno riportato a Jiamusi. Per circa ventisette ore ho viaggiato ammanettato sul treno e all'arrivo sono stato condotto direttamente alla locale stazione di polizia.

Vorrei ricordare un fatto miracoloso. A Pechino, quando sono stato arrestato, ho messo nella mia borsa da viaggio tutti i libri e i materiali del Falun Gong degli amici praticanti che avevano condiviso la stanza in affitto e li ho portati con me dalla stazione di polizia al centro di detenzione, per poi tornare nella mia città natale.

Mentre ci recavamo alla stazione di polizia, mi è capitato di incontrare mio fratello minore. Ho chiesto agli agenti di aspettare e ho consegnato la borsa a mio fratello.

In realtà, avrei avuto la possibilità di scappare dal treno, ma non l’ho fatto perché non potevo lasciare la borsa con i libri del Falun Gong. Forse perché avevo un cuore puro per proteggere i libri, sono riuscito a passarli a mio fratello minore.

Il 1° ottobre 1999 sono stato portato al centro di detenzione della città di Jiamusi. Nella nostra cella c'erano quindici o sedici persone, tra cui cinque o sei praticanti. Ci venivano dati due pasti al giorno con panini di farina di mais al vapore e zuppa di rape sottili e salate. Mi ci è voluto un po' di tempo per riuscire a mangiare un cibo così grezzo.

Mia sorella minore, grazie a qualche legame, ha portato un ufficiale di polizia al centro di detenzione. Il funzionario ha affermato che se avessi scritto una dichiarazione di garanzia per rinunciare alla pratica del Falun Gong, sarei stato rilasciato, ma io mi sono rifiutato.

Due anni di tortuosi lavori forzati

Campo di lavoro forzato di Jiamusi

Il campo di lavoro forzato di Jiamusi, nella provincia dell’Heilongjiang, si trovava nella borgata di Xigemu e copriva un'area di oltre 130.000 metri quadrati. Il campo di lavoro era affiliato all'Ufficio giudiziario della città di Jiamusi.

Per perseguitare il Falun Gong, il Comitato del Partito di Jiamusi e il governo municipale hanno costruito due nuovi edifici all’interno del campo di lavoro, dotati di moderne strutture di sorveglianza. Nell’autunno 2000 è stato messo in funzione l’edificio per la divisione femminile. Aveva una superficie totale di 12.000 metri quadrati, che si sviluppava su tre piani.

Alla fine di ottobre 1999, dall’altoparlante della nostra cella, ho appreso che ero stato licenziato dal mio posto di lavoro (lo zuccherificio).

Il 3 novembre 1999 tredici praticanti del Falun Gong di sesso femminile e quattro di sesso maschile, tra cui io, sono stati portati a un processo pubblico, che si è tenuto nel Palazzo della Cultura di Jiamusi, sotto la supervisione di capi del dipartimento di pubblica sicurezza, del procuratore, del tribunale e del locale Ufficio 610. Poco dopo siamo stati costretti a subire un processo forzato e condannati da uno a tre anni di pena detentiva, da trascorrere nei campi di lavoro forzato, per il reato di "disturbo dell'ordine sociale". A me sono stati dati due anni.

Il mio primo pasto nel campo di lavoro forzato di Jiamusi è stato a base di panini di farina scura, con una zuppa fatta di zucca congelata non lavata e tagliata a pezzi grandi. Non c'era una ciotola per mangiare e dovevamo accovacciarci intorno alla vasca, sul fondo della quale c'era uno strato di fango.

Il campo di lavoro aveva due brigate e ciascuna era formata da tre squadriglie. Sono stato portato dapprima nella squadra di addestramento insieme a Du Wenfu, Liu Junhua e Wu Chunlong (Du e Wu sono deceduti a causa della persecuzione) e, in seguito, nella Squadriglia nº 4 della Seconda Divisione. Nell’estate del 2000, dopo l’inizio della costruzione del campo di lavoro femminile, ci è stato ordinato di trasportare lì i materiali da costruzione.

Un giorno di fine autunno un terzo dei trentasei praticanti, detenuti nel campo di lavoro, è fuggito. L'incidente ha profondamente turbato le autorità. La notte stessa è stato catturato Jia Yongfa, dell'Ufficio forestale dell’Hebei. È stato brutalmente picchiato dalle guardie per diversi giorni e ha continuato a subire persecuzioni durante il periodo di detenzione. Poco dopo essere stato rilasciato è deceduto.

A causa di questo incidente, siamo stati riportati nel campo di lavoro maschile, dove le guardie hanno creato una squadra per cercare di trasformarci con la forza. Il capo del dipartimento di educazione ha cercato di farci il lavaggio del cervello, attraverso la propaganda contro il Falun Gong, ma senza successo.

In inverno ero rinchiuso da solo in una cella molto umida e fredda. Dove era bagnato, il pavimento era coperto da una lastra di ghiaccio. Stavo da solo per la maggior parte del tempo, sorvegliato da due detenuti assegnatimi dalla polizia. Di notte, quando avevo bisogno di andare in bagno, dovevo chiamare e chiedere loro di aprirmi la porta. A volte andavo in lavanderia e mi versavo addosso dell'acqua fredda, per alleviare la mia depressione.

Un mese dopo una guardia di buon cuore, la cui moglie è una praticante del Falun Gong, mi ha proposto di spostarmi in un'altra cella, dicendo che ero detenuto lì da troppo tempo e che era disumano. Per il solo fatto di aver mostrato un po' di compassione, ha perso l'opportunità di essere promosso. Una decina di giorni dopo sono stato trasferito in una cella relativamente più calda, accompagnato da un ex praticante che, sotto pressione, si era trasformato.

Due giorni prima del Capodanno cinese del 2001 sono stato trasferito in una grande cella, condivisa con quasi venti persone. Erano tutti ex praticanti trasformati. Poiché conversavo spesso con loro, sono stato trasferito nella Brigata nº 2, dove i detenuti non erano praticanti. Durante il giorno loro andavano a lavorare e io restavo in cella. Una volta, mentre facevo gli esercizi, il capo brigata Wang Tiejun è entrato e mi ha dato uno schiaffo in faccia.

Rievocazione della tortura: Schiaffo in faccia

Il 30 settembre 2001, alla scadenza del mio mandato, non sono stato subito rilasciato. Ho detto loro che era illegale prolungare il tempo della mia pena e che ne avrebbero dovuto sopportare le conseguenze.

Per protestare, ho sbattuto la testa contro il muro e mi sono ferito. Questo li ha allarmati e, il 3 ottobre dello stesso anno, mi hanno rilasciato.

Due anni senza libertà sono stati troppo lunghi. La vita infernale ha avuto un impatto devastante su di me, sia fisicamente che mentalmente. Mi preoccupavo soprattutto per mia madre che, nel 1998, era stata costretta a letto dopo aver sofferto di un ictus. Non ho adempiuto alla mia responsabilità di prendermi cura di lei. Si occupavano di lei mio fratello minore e sua moglie, ma nessuno dei due aveva un lavoro. Mia moglie guadagnava solo poche centinaia di yuan al mese, quindi la situazione finanziaria della nostra famiglia era molto difficile.

Costretto a divorziare

Dopo il mio rilascio, l’Ufficio 610 di Jiamusi mi ha inserito nella sua lista nera. Per evitare ulteriori molestie, subito dopo il Capodanno cinese del 2002 sono stata costretto a vivere da sfollato. Ho affittato un appartamento da solo. Di notte le spaventose sirene della polizia mi tenevano spesso sveglio e sapevo che i praticanti del Falun Gong correvano il rischio di essere arrestati illegalmente in qualsiasi momento.

Il 20 aprile 2002 i praticanti di Jiamusi sono riusciti a intercettare i segnali televisivi per trasmettere video sul Falun Gong. Anche se non ero coinvolto, sono stato considerato un bersaglio importante per la mia ferma fede nella pratica.

Quel giorno stavo cenando con mia moglie in un ristorante per festeggiare il nostro ottavo anniversario di matrimonio e avevamo programmato di festeggiare anche il mio trentaquattresimo compleanno pochi giorni dopo, ma non ce l’abbiamo fatta. Da quel giorno non ci siamo più rivisti per quasi vent'anni e quando ci siamo incontrati di nuovo i coniugi, che prima erano innamorati, erano diventati estranei.

Per evitare di essere arrestato, ho deciso di lasciare la mia città natale. Nel luglio 2002 ho saputo che la polizia, non avendomi trovato in un arresto di massa nella nostra città, ha arrestato mia moglie e l’ha portata al centro di detenzione, dove è stata trattenuta per due mesi.

Sotto la pressione del suo posto di lavoro e della sua famiglia, ha rinunciato a praticare il Falun Gong e ha divorziato da me a mia insaputa. Per verificare che avesse effettivamente rinunciato al Falun Gong, durante una cena il suo manager al lavoro l'ha costretta a bere alcolici (i praticanti del Falun Gong non bevono), finché non si è ubriacata.

(Segue)