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Pechino: Ex ingegnere di 60 anni detenuta per un anno in isolamento per la sua fede

15 Ott. 2023 |   Di un corrispondente Minghui di Pechino, Cina

(Minghui.org) Da quando è stata arrestata, il 25 settembre dell’anno scorso, una donna residente a Pechino, è detenuta in cella d’isolamento per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il benessere fisico e spirituale, nota anche come Falun Dafa, che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.

I familiari di Qi Yingchun hanno saputo da un informatore che l'ufficiale di polizia Tao Junfeng sospettava che lei avesse inviato informazioni sulla persecuzione del Falun Gong ai media d'oltreoceano. Per questo motivo ha proveduto al suo arresto, che è stato approvato subito dopo. Da allora la famiglia non ha mai ricevuto aggiornamenti ufficiali relativi al suo caso, né sa dove sia attualmente detenuta.

Persecuzioni passate

La sessantenne Qi era un ingegnere del centro di istruzione audiovisiva dell'Università Renmin della Cina. Nell'estate del 1997 ha iniziato a praticare il Falun Gong insieme a sua madre, Qi Yuzhen, professoressa in pensione del Dipartimento degli archivi dell'Università Renmin della Cina.

Qi Yingchun era spesso febbricitante, mentre sua madre soffriva di problemi cardiaci e di ipertensione, tuttavia poco dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong entrambe le loro patologie sono scomparse. Sebbene il padre di Qi non si unisse a loro nella pratica, il suo dolore ai nervi facciali si attenuava quando recitava le frasi “La Falun Dafa è buona” e “Verità, Compassione e Tolleranza sono buone”.

Il 26 marzo 2001, dopo l'inizio della persecuzione, la donna è stata arrestata sul posto di lavoro dal personale di sicurezza della sua scuola e dagli agenti della stazione di polizia di Haidian. Qi è stata portata al centro per il lavaggio del cervello situato all'interno del campo di lavoro forzato di Tuanhe. Due membri dello staff l'hanno afferrata per i capelli e le hanno sbattuto la testa contro il muro. L'hanno anche costretta ad accovacciarsi o restare in piedi per lunghe ore, senza permetterle di mangiare.

Dopo che è stata rilasciata, 45 giorni dopo, è stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia. Il 12 ottobre 2001 è stata licenziata e la scuola dove lavorava ha cancellato i suoi 20 anni di servizio dal conteggio delle prestazioni pensionistiche, una volta raggiunta l'età pensionabile.

Durante il Capodanno del 2002 Qi è stata nuovamente arrestata e trattenuta per 10 giorni nel centro di detenzione di Chongwen.

Il 18 maggio 2003 è stata denunciata da un amica, per averle parlato della persecuzione del Falun Gong, ed è stata arrestata. Un agente di polizia di cognome Wang l'ha colpita a un occhio e le ha dato un calcio al polpaccio con gli stivali duri, provocandole ferite sanguinanti e lividi, sia all'occhio che alla gamba. Wang le ha anche pugnalato la testa con un oggetto di metallo.

Anche se Qi aveva solo tre copie dei materiali del Falun Gong che aveva preparato per la sua amica, la polizia ha modificato le prove, affermando di averle trovato addosso, durante l'arresto, oltre 100 copie dei materiali. Successivamente le sono stati inflitti due anni nel campo di lavoro forzato femminile di Pechino.

Durante la sua permanenza nel campo di lavoro, mentre faceva uno sciopero della fame in segno di protesta, Qi è stata tenuta in ospedale per più di quattro mesi e sottoposta ad alimentazione forzata. Dopo essere stata riportata alla settima squadra del campo di lavoro, è stata monitorata costantemente da due detenute, che l'hanno picchiata e insultata a loro piacimento. Non le era permesso fare la doccia o il bucato. Spesso era costretta a restare in piedi, accovacciata o seduta su un piccolo sgabello senza potersi muovere per lunghe ore. In inverno, le detenute la costringevano a stare davanti a una finestra aperta per congelarla. Una volta diverse detenute l'hanno spinta a terra, provocandole gravi lesioni alla schiena.

Oltre alle torture fisiche, è stata anche costretta a guardare ogni giorno video che diffamavano il Falun Gong.

Dopo essere stata trasferita alla seconda squadra, ogni giorno le guardie l’hanno costretta a sedersi immobile su una sedia. Doveva tenere le gambe unite, con le mani in grembo e gli occhi rivolti davanti a sé. Se si muoveva o piegava un po' le braccia, le detenute che la controllavano la schiaffeggiavano, la picchiavano o le pugnalavano le mani con penne a sfera. Il dorso delle sue mani era coperto di ferite e sangue.

Rievocazione della tortura: Seduta su un piccolo sgabello

Qi, dopo essere stata rilasciata dal campo di lavoro il 18 maggio 2005, è tornata nel suo appartamento all’interno del campus, ma è stata costantemente monitorata dalla sicurezza scolastica e dagli operatori della comunità.  Dopo lo scoppio della pandemia nel 2020 le molestie e la sorveglianza si sono intensificate. Mentre camminava nel campus, è stato ordinato di controllare i suoi movimenti anche agli studenti, agli addetti alle consegne e ad altri dipendenti della scuola. Veniva spesso seguita quando si recava al supermercato, in banca o dal parrucchiere nelle vicinanze.

Tra il 20 gennaio e il 25 marzo dell’anno scorso, e soprattutto durante le Olimpiadi invernali di febbraio, non le è stato permesso di allontanarsi da casa. Se doveva uscire, doveva prima chiedere il permesso alla locale stazione di polizia.

Il 24 aprile dell’anno scorso, quando Qi si è rifiutata di rispondere a tre telefonate moleste dell'agente Tao Junfeng, alle 15:00 sette agenti in borghese si sono recati a casa sua. Hanno bussato alla sua porta, hanno coperto lo spioncino e la telecamera di sicurezza, quindi hanno interrotto la corrente elettrica e la connessione Internet.

Poco dopo diversi agenti hanno sfondato la porta e fatto irruzione nell’appartamento. Con la scusa che qualcuno l'aveva denunciata per aver praticato il Falun Gong, gli agenti hanno perquisito ogni angolo della casa e aperto con forza tutti i suoi armadietti, cassetti e cassettiere. Le hanno confiscato circa 80 libri del Falun Gong, una foto del suo fondatore, due computer desktop (incluso uno rotto), un computer portatile, tre lettori multimediali, diversi cellulari e la sua telecamera di sicurezza interna. Neanche la collezione di riviste e libri antichi dei suoi genitori è stata risparmiata.

Più tardi Qi è stata portata alla stazione di polizia, dove gli agenti le hanno rilevato con la forza le impronte digitali, oltre a campioni di sangue e urina. Le hanno anche eseguito un elettrocardiogramma e una radiografia. La donna ha chiesto di conoscere il motivo del suo arresto e un ufficiale ha risposto che era perché aveva appena gridato: "La Falun Dafa è buona!". Poiché il locale centro di detenzione si è rifiutato di ammetterla a causa della pandemia, il giorno dopo è stata rilasciata su cauzione per un anno. Cinque mesi dopo è stata nuovamente arrestata e da allora è ancora detenuta.

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