(Minghui.org) Il 1° agosto scorso un uomo di 45 anni della città di Huludao, nella provincia del Liaoning, ha perso l’appello contro la condanna a quattro anni di prigione. Sua moglie ha sporto denuncia contro i sei agenti di polizia che lo hanno arrestato.
Il 21 gennaio dell’anno scorso, nove giorni prima del Capodanno cinese, Gong Yubo è stato arrestato. Il 6 dicembre è stato incriminato dal Procuratore distrettuale di Liaozhong, con l’accusa di aver pubblicato, tra il 2002 e l’anno scorso, 208 articoli sul sito PureInsight (un sito in cui i praticanti del Falun Gong possono condividere le loro esperienze di coltivazione) e tre articoli sul sito Minghui, con vari pseudonimi, tra cui “Xiao Lian”, “Shi Fangxing”, “Lan Xin” e “Yu Bo”.
Gong, praticante del Falun Gong, è stato accusato di “minare l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto”, un pretesto standard usato per criminalizzare il Falun Gong.
Il 18 maggio scorso il tribunale del distretto di Liaozhong lo ha condannato a quattro anni e multato di 20.000 yuan (circa 2.590 euro). Il giudice Duan Xiaoguang ha presieduto il processo. Erano presenti anche i giudici Tao Sha e Zhang Wenfei, Jin Jian (assistente dei giudici) e il cancelliere Guo Shuang.
Gong ha presentato appello contro la sentenza e, il 1° agosto scorso, il tribunale intermedio della città di Shenyang ha confermato la sua ingiusta condanna. L’appello è stato gestito dal giudice Wen Xiaoxia, insieme ai giudici Kong Xianglai e Song Yongzheng.
Il 4 ottobre scorso la moglie di Gong, Xue Mingli, ha sporto denuncia contro gli agenti di polizia che lo hanno arrestato, tra cui Shen Yutao, Jin Guanghu, Song Shaodong, Yang Da, Li Anfu e Han Xuesong. La donna li ha accusati di aver perquisito illegalmente la loro abitazione, di aver trattenuto il marito senza alcuna base legale e di aver commesso il reato di negligenza.
Le denunce sono state presentate all’e-mail del responsabile del dipartimento di polizia della città di Shenyang, che supervisionava i sei agenti. Xue ha presentato le stesse denunce anche sulle seguenti piattaforme di appello online, gestite da diverse agenzie governative:
12337 (gestita dal Comitato centrale per gli Affari politici e legali, che supervisiona la persecuzione del Falun Gong);12389 (designata per ricevere i reclami contro le forze dell’ordine);12309 (gestito dalla Procura Suprema del Popolo);12380 (gestito dal Dipartimento dell’Organizzazione del Partito Comunista Cinese).
La donna ha chiesto che le agenzie governative competenti indaghino sulla violazione delle procedure legali da parte dei sei agenti di polizia e ordinino di restituire i beni legittimi confiscati nel loro appartamento durante l’arresto del marito, tra cui il documento d’identità di Gong e 2.580 yuan (circa 334 euro) in contanti, oltre a una carta bancaria con un saldo di 1,8 milioni di yuan (circa 233.250 euro).
Xue ha detto che l’arresto del marito ha lasciato la loro famiglia in una situazione difficile. Essendo lui il capofamiglia, la donna ha faticato a mantenere la figlia in età universitaria e il figlio di un anno, inoltre il padre, costretto a letto e che vive con loro, si affidava a lei per le cure.
Il 21 gennaio dell’anno scorso, nove giorni prima del Capodanno cinese, Gong è tornato a casa dopo aver lavorato fuori città, per trascorrere le vacanze con la sua famiglia. Wang Shufeng, segretario del villaggio, Tian Changwu, vice capo della stazione di polizia del villaggio Shaheying, un altro agente di polizia e una persona che sosteneva di essere del centro di prevenzione delle pandemie, sono piombati nel loro appartamento.
Tian e il suo collega non erano in uniforme e la targa della loro auto era coperta da una mascherina chirurgica. Senza mostrare un mandato di perquisizione, hanno arrestato Gong e confiscato i suoi libri del Falun Gong, il computer e il cellulare. La moglie ha chiesto ripetutamente che cosa volessero, ma nessuno dei funzionari ha risposto.
Per i cinque mesi successivi Xue si è recata in diversi dipartimenti di polizia, procure e tribunali, per chiedere informazioni sul caso di suo marito, ma senza alcun risultato. Le autorità hanno affermato che il caso di Gong era legato a “segreti di Stato” e si sono rifiutate di fornire qualsiasi informazione sulla sua situazione.
Solo il 16 giugno Xue ha scoperto, tramite l’Ufficio appelli della città di Huludao, che il marito era stato messo agli arresti domiciliari e che l’Ufficio di pubblica sicurezza della città di Shenyang e il Dipartimento di polizia della città di Xinmin erano stati incaricati del suo caso.
Il 20 giugno Xue si è recata al Dipartimento di polizia di Xinmin per presentare i documenti necessari al suo rilascio. Gli agenti si sono rifiutati di parlare con lei e di accettare il materiale. Hanno affermato che il suo caso era legato a segreti di Stato e non potevano rivelarle nulla.
In seguito, si è recata all’ufficio appelli del locale dipartimento di polizia, a quello della città di Xinmin, alla Commissione per l’ispezione disciplinare di Xinmin e al Comitato per gli affari politici e legali della città di Xinmin, per presentare i materiali, ma è stata rifiutata da tutte le agenzie, con la scusa che il caso non era di loro competenza.
Xue si è infine recata alla Procura della città di Xinmin ed è stata ricevuta dal procuratore Liu Tiebing, che è stato molto scortese con lei. Le ha detto che Gong era detenuto in un hotel, ma non ha potuto farglielo vedere né rivelarle l’indirizzo, inoltre si è anche rifiutato di farle visionare i documenti del suo caso e di permetterle di essere il suo difensore familiare.
Il 20 luglio dell’anno scorso Gong è stato trasferito dall’hotel segreto al Centro di detenzione della città di Xinmin in detenzione penale. Il 10 agosto è stato approvato il suo arresto.
In seguito la donna ha assunto un avvocato. Dopo diverse comunicazioni con la polizia e il centro di detenzione, il 1° agosto dell’anno scorso l’avvocato ha ricevuto l’autorizzazione a incontrare l’uomo in prigione. Tuttavia, quando si è recato al centro di detenzione all’ora stabilita, le guardie gli hanno negato la visita, sostenendo che con Gong stesse già parlando la polizia.
Sotto la forte protesta dell’avvocato, le guardie hanno acconsentito alla visita, a condizione che rimanesse per sette giorni a Xinmin, per la quarantena del COVID-19. L’avvocato e Xue hanno fatto in modo di incontrare Gong.
L’avvocato e la moglie si sono recati tre volte a Xinmin, ma le autorità hanno sempre trovato scuse per negare loro la visita.
Il 6 dicembre dell’anno scorso la Procura distrettuale di Liaozhong ha incriminato Gong. Il 18 maggio scorso il tribunale del distretto di Liaozhong lo ha condannato a quattro anni e multato di 20.000 yuan.
Il suocero di Gong compie quest’anno 71 anni. Nel 2019 è stato colpito da un ictus e Gong ha chiesto un prestito al suo manager al lavoro per pagare un intervento. Sebbene il suocero sia sopravvissuto, è diventato incapace di intendere e di volere. Xue e sua madre devono prendersi costantemente cura di lui: gli danno da mangiare, lo girano e lo portano a passeggio.
Durante il Capodanno cinese di quest’anno, Xue ha raccontato che, mentre altre famiglie festeggiavano insieme, lei e la sua famiglia non erano dell’umore giusto, dopo aver trascorso un anno nella paura e nella preoccupazione per Gong. “Non so se mio marito sia al sicuro, se abbia abbastanza vestiti per stare al caldo e se venga torturato”, ha detto. “Non so per quanto tempo dovremo soffrire in questo modo”.
“Quando mio marito è stato arrestato, nostro figlio era ancora piccolo. Ora ha imparato a dire ‘papà’. Ma il suo papà non è lì per stare con lui, e questo mi addolora, quando guardo il viso dolce e innocente del mio bambino”.
“Abbiamo ancora decine di migliaia di yuan di debiti da pagare. Dipendevamo da mio marito, che provvedeva a noi. Con mio padre e mio figlio piccolo da accudire, non so come farò a sbarcare il lunario senza di lui”.
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