(Minghui.org) Lo scorso 6 luglio Zou Jianhua, di 66 anni, residente a Yingkou nella provincia del Liaoning, è stata condannata a un anno e mezzo di prigione e multata di 20.000 yuan (circa 2.570 euro) per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito comunista cinese dal 1999.
Lo scorso 30 gennaio Zou è stata arrestata nella casa dei suoi genitori a Shenyang, capitale della provincia del Liaoning, a circa 120 miglia (circa 193 chilometri) da Yingkou. La donna si reca spesso a trovarli per prendersi cura di loro e, nell’appartamento, aveva sia il computer che la stampante, che le sono stati confiscati dalla polizia.
Quest'anno la madre di Zou, Chen Wanlian, compie 87 anni. Suo padre è disabile e costretto a letto. Entrambi fanno affidamento su di lei per le cure.
Il 6 luglio scorso la donna è stata condannata dal tribunale della città di Liaozhong (Liaozhong è sotto la giurisdizione di Shenyang). La donna ha fatto ricorso in appello contro il verdetto e al momento in cui scriviamo risulta essere ancora trattenuta presso il primo centro di detenzione della città di Shenyang. Non è chiaro cosa abbia scatenato il suo arresto, né sono disponibili i dettagli relativi alla sua incriminazione, al processo o alla sentenza.
Nel luglio 1996 Zou ha iniziato a praticare il Falun Gong. Ha detto che la pratica l'ha aiutata a capire il significato della vita e si è sforzata di vivere secondo i principi di Verità-Compassione-Tolleranza.
Vedendo il suo miglioramento, sia in termini di salute che di carattere, nel 1998 anche sua madre ha iniziato a praticare il Falun Gong. Nel giro di sei mesi, i suoi numerosi disturbi, tra cui i problemi al fegato, alla cistifellea, allo stomaco, le malattie ginecologiche, le cardiopatie e l’iperplasia ossea, sono scomparsi.
Anche dopo la persecuzione ordinata dal regime comunista nel 1999, madre e figlia sono rimaste salde nella loro fede. Hanno affrontato continue molestie da parte della polizia e degli operatori della comunità, che hanno cercato di costringerle a rinunciare alla pratica del Falun Gong.