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Shandong: Praticante perseguita per aver condiviso sui social media informazioni sul Falun Gong

24 Nov. 2023 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dello Shandong, Cina

(Minghui.org) Una residente della città di Zibo, nella provincia dello Shandong, rischia di essere perseguita per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Lo scorso 3 novembre Cong Peixi ha ricevuto una telefonata da un ufficiale di nome Zhang (+86-17805335043), il quale l’ha informata che il suo caso era stato sottoposto al procuratore. La donna gli ha chiesto di quale reato fosse stata accusata e lui le ha risposto che aveva violato l’articolo 300 del Codice Penale, che persegue coloro che “minano l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto”.

Nella persecuzione del Falun Gong, l’articolo 300 è stato ampiamente utilizzato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong, anche se nessuna legge cinese lo prevede.

Cong ha anche chiesto all’ufficiale quali prove avessero contro di lei. Zhang ha risposto che non sarebbe stato in grado di spiegarlo al telefono. Le ha anche detto che, essendo stata rilasciata su cauzione dopo il suo arresto all’inizio dell’anno, dovrà presentarsi alla stazione di polizia ogni volta che verrà convocata, altrimenti sarà riportata in custodia.

Arrestata all’inizio dell’anno e rilasciata su cauzione

Secondo un informatore, la polizia ha preso di mira Cong dopo averla sorpresa a condividere, tra gennaio e marzo di quest’anno, alcune canzoni della Falun Dafa e una lettera a un giudice di Pechino in un gruppo QQ (piattaforma di social media molto diffusa in Cina). Il giudice aveva condannato a otto anni di prigione la praticante del Falun Gong Xu Na. Anche se in seguito Cong abbia abbandonato quel gruppo, era già stata notata dalla polizia.

Poco dopo la donna è stata arrestata, anche se non è chiaro in quale data esatta. In seguito è stata rilasciata su cauzione.

Il 30 agosto scorso quattro agenti hanno perquisito l’abitazione di Cong e le hanno confiscato due computer portatili, un desktop, un lettore musicale, un telefono cellulare e tre hard disk portatili. Sebbene la polizia abbia promesso di restituirle gli oggetti, le ha rispedito soltanto il cellulare.

Oltre a essere stata accusata, dallo scorso mese di maggio Cong si è vista sospendere la pensione. La donna ha intrapreso alcune azioni legali per ottenere giustizia e, al momento in cui scriviamo, è ancora in attesa di un esito.