(Minghui.org) Plovdiv, è la seconda città più grande della Bulgaria e la capitale della Provincia omonima. La sua storia di oltre 6.000 anni è rinomata per la sua cultura antica e diversificata. È anche la più antica città conosciuta in Europa.
Il 21 ottobre scorso, i praticanti della Falun Dafa in Bulgaria hanno organizzato un evento a Plovdiv, per introdurre la pratica spirituale e sensibilizzare l’opinione pubblica sui 24 anni di persecuzione dei compagni di pratica in Cina.
Nel corso dell’evento, durato quattro ore, hanno anche raccolto firme su due petizioni. La prima condanna il Partito Comunista Cinese (PCC) per le sue numerose violazioni dei diritti umani, tra cui la persecuzione dei praticanti. La seconda invita le istituzioni bulgare affinché, con norme specifiche, escludano qualsiasi coinvolgimento diretto o indiretto a operazioni di prelievo forzato di organi umani da parte del PCC.
L’evento si è tenuto prima delle elezioni politiche locali del 29 ottobre, pertanto molti candidati si sono fermati allo stand per conoscere in dettaglio notizie sulla persecuzione. Nel momento in cui si sono resi conto della gravità, hanno espresso solidarietà e vicinanza alla Falun Dafa.
Maya Manolova è un ex membro di quattro parlamenti bulgari ed ex difensore civico nazionale. Insieme al suo gruppo di lavoro, ha ascoltato con attenzione la spiegazione di un praticante sulla grave situazione in Cina.
Tutti hanno accettato dei volantini e la Manolova e il suo addetto alle pubbliche relazioni hanno convenuto, a sostegno internazionale per la Falun Dafa, le tutele dei diritti umani per i praticanti in Cina.
Maya Manolova (prima da sinistra) legge un volantino della Falun Dafa
Il candidato consigliere comunale del Partito Socialista Bulgaro (BSP) si è fermato allo stand dei praticanti. Subito ha capito la grave situazione in cui versano i praticanti in Cina, e ha detto: “Farò sicuramente qualcosa per ostacolare il PCC”.
Un candidato alle amministrative (secondo da destra) conosce la Falun Dafa
Dimka, si è fermata allo stand e subito ha firmato la petizione di condanna del PCC per le sue numerose e terribili violazioni dei diritti umani. Ha detto di essere a conoscenza dell’atrocità del regime comunista di prelevare organi da praticanti della Falun Dafa ancora in vita, e senza mezzi termini ha manifestato il suo profondo disappunto. Dopo aver appreso l’iniziativa dei praticanti per impedire alla comunità bulgara di contribuire, anche involontariamente, al prelievo forzato di organi da parte del PCC, ha firmato la petizione indirizzata al governo bulgaro.
Dimka (a destra) firma la petizione
“Viviamo in tempi complicati e ovunque ti giri sei testimone di violenze commesse nei confronti di persone o di un bene comune, ma quello che sta accadendo in Cina è senza confronto, in quanto, in questo caso, è lo stesso governo a praticare la violenza”, ha detto Dimka.
Una famiglia si è avvicinata allo stand informativo. L’uomo ha detto di aver invitato la moglie a firmare le petizioni, giacché le aveva firmate lui stesso qualche tempo fa. Ha detto di aver lavorato in Corea del Sud e in quella occasione aveva conosciuto la persecuzione dei praticanti della Falun Dafa in Cina.
Un uomo invita la moglie a firmare
Ha aggiunto che le veglie organizzate dai praticanti in Corea del Sud sono uno spettacolo impressionante e imponente. Ha raccontato che i passanti li riconoscono ed esprimono rispetto e ammirazione per la loro veglia silenziosa.