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Coltivare me stessa mentre svolgo il lavoro di coordinatrice

28 Dic. 2023 |   Di una praticante della Falun Dafa fuori dalla Cina

(Minghui.org) Sono una giovane praticante che attualmente vive fuori dalla Cina. Nel 2011 ho iniziato a praticare la Dafa in Cina e nel 2015 mi sono trasferita all’estero. Vorrei condividere alcune delle mie esperienze di coltivazione mentre svolgo il lavoro di coordinatrice di un gruppo di giovani praticanti.

Nel 2019 mi sono trasferita nella città dove vivo attualmente e ho incontrato molti praticanti coinvolti in diversi progetti, compresi i giovani. La loro età varia dall’adolescenza a oltre trent’anni. Alcuni vanno ancora a scuola, altri hanno appena iniziato a lavorare, qualcuno ha un impiego fisso e altri ancora lavorano a tempo pieno nei progetti mediatici.

Inizialmente, non c’era un ruolo specifico come “coordinamento dei giovani discepoli della Dafa” in questa città. Ma quando sono arrivati giovani praticanti più capaci, il coordinatore dell’associazione della Dafa mi ha chiesto se fossi disposta a unirmi alla squadra dei coordinatori. Questo gruppo principalmente ha il compito di coordinare le attività di chiarimento della verità nei club in vari college, di ospitare incontri regolari di studio della Fa e di condivisione per i giovani praticanti, di organizzare attività sociali dedicate a loro e di introdurre i giovani praticanti adatti in altri progetti.

All’inizio ero riluttante ad assumermi questa responsabilità aggiuntiva, perché sentivo che il mio stato di coltivazione era disastroso. Come avrei potuto coordinare gli altri? Sapevo di essere ancora attaccata ai sentimenti e pensavo che se avessi incontrato altri praticanti della mia età, soprattutto di sesso opposto, avrei potuto aumentare il mio sentimentalismo, il che non sarebbe stato positivo per la mia coltivazione.

Non l’ho vista come opportunità per elevarmi, finché un giorno mi sono ricordata di aver letto una condivisione di una praticante in Cina responsabile di un sito di produzione di materiali informativi. Ha raccontato che, prima di essere coinvolta nel progetto, ha visto il Maestro trasformare un sedile di fiori di loto per lei e le ha detto di sedersi sopra. Diceva che il Maestro voleva che fosse lei a occuparsi di questo progetto e ad assumersene la responsabilità.

Riflettendoci ho capito che non era una coincidenza che mi fosse stato chiesto di coordinare e che poteva esserci una ragione più profonda dietro. Quindi dovrei sfruttare quest’opportunità e lavorare bene nel progetto.

Sentimentalismo umano

Per me, la sfida più grande è bilanciare pensieri retti e sentimentalismo umano. Poiché il gruppo dei giovani praticanti è un gruppo speciale, dobbiamo usare alcuni modi di fare della gente comune per organizzare le attività sociali, in modo che i giovani praticanti (specialmente quelli che hanno abbandonato la coltivazione a causa di alcune tribolazioni) sappiano che ci preoccupiamo per loro.

Allo stesso tempo, non dobbiamo essere attaccati ai sentimentalismi e alle amicizie umane. Spesso ho pensato di non aver fatto bene e di aver usato il sentimentalismo per costruire relazioni con gli altri praticanti. Quando ho parlato di questo argomento con una praticante veterana che svolge il lavoro di coordinamento da molti anni, mi ha detto che si tratta soprattutto di saper bilanciare le cose.

Ho anche ricordato ciò che il Maestro ha detto:

“I discepoli della Dafa possono trattare le emozioni con razionalità, tuttavia non è possibile essere completamente liberi dalla sua influenza. Potete affrontarle con razionalità. Solo la parte di voi che ha completato la coltivazione se ne libererà.” (“Insegnamento della Fa a Washington D.C. 2018”, Insegnamento della Fa nelle conferenze XV)

“Affrontarle con razionalità, per un discepolo della Dafa, dipende da quanto è forte la tua razionalità. Questo è quello che intendiamo con pensieri retti. Si tratta del fatto che la tua coltivazione sia solida o meno, ecco cosa è. Se puoi gestire razionalmente tutto, è davvero straordinario.” (“Insegnamento della Fa a Washington D.C. 2018”, Insegnamento della Fa nelle conferenze XV)

Ho capito che quando coltiviamo nella società ordinaria, non dovremmo tagliarci fuori dal mondo umano, ma dobbiamo prestare attenzione a come gestire le cose quando affrontiamo tutte le varie forme di tentazioni, emozioni e attaccamenti mondani.

Devo anche stare attenta a non discriminare nessun praticante valutando quanto gli sono vicino.

Attaccamento alla lussuria e al perdere la faccia

Un’altra sfida nel lavoro di coordinamento è che spesso devo contattare giovani praticanti di sesso opposto. Sapere come avere cura di questa sacra opportunità e non sviluppare sentimentalismi o lussuria è per me un’altra grande prova. Ritengo che possa essere facile sviluppare ‘qing’ (sentimentalismo) se abbiamo spesso contatti con l’altro sesso o se trascorriamo troppo tempo insieme.

Oltre a garantirmi il tempo di studiare la Fa, fare gli esercizi e inviare pensieri retti ogni giorno, non ascolto o guardo canzoni, film, video o libri delle persone comuni. Presto particolare attenzione anche a eliminare la sostanza della lussuria e qualsiasi altra nozione di film o letture rimaste nella mia mente dal passato. Quando appare ogni pensiero devo stare vigile e separare quelli che non provengono dal mio vero sé, in modo da poter distinguere ed eliminare le mie nozioni umane. È così che ho capito cosa intende il Maestro quando ha detto: “…coltivando costantemente la xinxing…” (“Coltivazione autentica”, Hong Yin)

A volte ho esitato a contattare praticanti di sesso opposto. Ma ho capito che anche questo era un attaccamento alla reputazione. Se devo contattare qualcuno per questioni legate al progetto, dovrei comunque farlo. Non dovrei disturbare i praticanti con le mie questioni personali o passare molto tempo a chiacchierare con loro di cose non legate alla coltivazione.

Risentimento e invidia

Un giorno quando ho introdotto un giovane praticante in un altro progetto di chiarimento della verità, si è scoperto che non era veramente adatto al lavoro e sono nati dei conflitti. Mi sono sentita pressata tra il coordinatore del progetto e il giovane praticante, il che mi ha fatto nascere del risentimento.

Quando coordinavo le attività di chiarimento della verità in alcuni club universitari locali, nutrivo risentimento per i praticanti che studiavano in quegli istituti, perché ritenevo che dovessero occuparsi loro stessi del lavoro. Non mi soffermavo a considerare che forse potevano essere impegnati nello studio o in altri progetti.

Io e un’altra praticante condividevamo interessi simili e siamo diventate molto amiche. Col passare del tempo però ho cominciato a pensare di aver fatto più io per lei che lei per me. Il mio risentimento ha causato una frattura tra noi, sentivo di dare troppo e non apprezzavo il suo aiuto. A volte confrontavo il mio interessamento e cura per gli altri giovani praticanti e come li aiutassi negli studi, nella vita, nel lavoro e che nessuno facesse lo stesso per me. Mi sentivo considerata ingiustamente ed ero invidiosa.

Gradualmente mi sono resa conto che attaccamenti come il risentimento, l’invidia, la rivalità e la sensazione che nelle vicissitudini non ci sia giustizia sono tutti legati tra loro e correlati. In definitiva, si tratta dell’egoismo degli esseri del vecchio universo. Se voglio liberarmene, me ne devo liberare di tutti, perché se solo un attaccamento rimane, riporta anche tutti gli altri.

Inoltre, non dovremmo pensare che gli altri abbiano coltivato meglio di noi e ammirarli ciecamente. Ogni praticante incontra delle difficoltà, poiché deve affrontare prove e karma durante la coltivazione e la salvezza delle persone. Se facciamo troppa pressione o riponiamo troppa speranza in un particolare praticante, quest’ultimo potrebbe non essere in grado di gestirla. Se ammiriamo il praticante o dipendiamo da lui, gli procureremo tribolazioni.

Attaccamento alla reputazione, all’interesse personale e al mettersi in mostra

Col passare del tempo gradualmente ho imparato a conoscere meglio i praticanti locali. Quando molti di loro hanno iniziato a elogiarmi e a dire che nel coordinamento ero capace e socializzavo facilmente, ho dovuto fare attenzione all’autostima e a non prendermi i meriti.

Sono una persona introversa e poco socievole per natura e non ho mai pensato di diventare esperta di interazioni sociali. Ma poiché sono naturalmente anche cordiale e affettuosa sono disposta ad aiutare gli altri. Alcuni praticanti hanno detto che ho la capacità di far sì che gli altri aprano il loro cuore a me. Riconosco che questa è una capacità che mi ha dato il Maestro.

Qualche settimana prima di scrivere questa condivisione, ho avuto un conflitto con uno degli altri coordinatori del gruppo dei giovani praticanti. In quel periodo ero impegnata in un progetto mediatico e in altre cose e non avevo molto tempo per organizzare attività sociali per il gruppo. Intimamente mi sono lamentata che avevamo fondato il gruppo per organizzare eventi di chiarimento della verità per salvare le persone e non per avere i nostri eventi sociali.

Inoltre, un altro coordinatore ha detto che avevo preso in carico troppi progetti, il che influiva sul mio lavoro di coordinamento e che l’esempio calzante era quello che il Maestro descrive nell’Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa di New York 2010”, (Insegnamento della Fa nelle conferenze XI), “Un orso cieco che raccoglie il mais”. Ho spiegato che i progetti che portavo avanti erano più importanti dell’organizzare un gruppo di persone per andare a divertirsi. A un certo punto sono persino uscita dalla chat di gruppo dei coordinatori.

In seguito, altri praticanti mi hanno spiegato che, se uscire per chiarire la verità è importante, lo è altrettanto che i giovani praticanti formino un corpo unico. Dopo aver partecipato alle attività sociali, ho capito quanto fossero preziose. Alcuni ragazzi che avevano perso i genitori a causa della persecuzione avevano trovato una nuova casa nel nostro gruppo, e altri avevano trovato praticanti della stessa età con cui studiare. I nuovi praticanti e i loro familiari ora ci hanno compreso meglio; coloro che lavoravano fino a tardi nei media, qui potevano fare una pausa. Quei praticanti che avevano appena lasciato la Cina, ne hanno potuto incontrare altri e avere l’opportunità di collaborare ai progetti; oppure quei giovani praticanti che avevano coltivato da soli o non erano riusciti a superare le proprie tribolazioni hanno trovato l’opportunità per farsi avanti di nuovo nel gruppo.

Una sera, dopo uno di questi eventi sociali, un giovane praticante il cui padre era stato perseguitato a morte ha detto: “Siete la mia seconda casa”. Ho capito che forse è a causa di una precedente relazione predestinata che alcuni praticanti sono entusiasti di fare alcune cose e che dovremmo incoraggiare i praticanti a farle mentre cerchiamo di perfezionarci e di cooperare bene, invece di negarle. A questo proposito, vorrei ringraziare i membri del team di coordinamento dei giovani praticanti per aver dedicato tempo e sforzi all’organizzazione delle attività e per aver aiutato tutti a formare un corpo unico.

Negli ultimi anni, interagendo con i giovani praticanti, mi sono resa conto che è come ha detto il Maestro: “…ci saranno sempre nuove persone e arriveranno persone capaci.” (“Insegnamento della Fa alla Conferenza Internazionale della Fa della grande regione di New York 2009”, Insegnamento della Fa nelle conferenze IX)

Ci sono molti giovani praticanti che praticano solo da uno o due anni e hanno già iniziato a lavorare nei progetti di chiarimento della verità e di coordinamento, e il loro stato di coltivazione a volte mi ha fatto vergognare, dato che io coltivo da oltre dieci anni. Ho anche capito che la rettifica della Fa sta ora passando al mondo umano e avverto l’urgenza delle cose.

Prima di fare coordinamento, raramente ho pensato a quanto fosse difficile il lavoro di tutti i coordinatori: di gruppo o di progetto, grande o piccolo. Davo per scontato il loro contributo. Come giovane praticante, non sapevo quante difficoltà hanno sperimentato i praticanti veterani quando è iniziata la persecuzione e nonostante tutto, andavano a lavorare ogni giorno, si prendevano cura delle proprie famiglie e continuavano a fare bene le tre cose e hanno fondato una società di media.

Il Maestro ha già menzionato l’importanza del coordinamento:

“… dato che siete coordinatori, dovreste riunire i praticanti locali insieme, li dovreste riunire insieme per conto del Maestro cosicché possano migliorare nella coltivazione e dovreste aiutare il Maestro a guidarli bene. Questa è la vostra responsabilità come coordinatori nella vostra zona.” (“Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa di New York 2015”, Insegnamento della Fa nelle conferenze XIII)

Il Maestro ha anche detto:

“Quando sono nato, molte Divinità sono scese con me. Da allora in poi, questo è accaduto ogni anno e ci sono sempre Divinità che scendono. Nel momento in cui ho iniziato a insegnare la Fa queste Divinità sono scese come fiocchi di neve – erano così tante. Ho calcolato la loro età ora e da quando ho iniziato a insegnare la Fa fino ad ora, sarebbero dei giovani di 25 anni circa, molti dei quali davvero non sono stati ancora salvati; erano tutte Divinità, venute giù sulla terra e si sono disperse in tutte le zone del mondo…” (“Insegnamento della Fa alla Conferenza della Fa di New York 2016”, Insegnamento della Fa nelle conferenze XIV)

Questo dimostra quanto sia importante coordinare i giovani praticanti. Dovrei fare meglio in futuro, incoraggiare un maggior numero di giovani praticanti a coltivare diligentemente e aiutarli a partecipare ai progetti, in modo che possano contribuire maggiormente alla salvezza degli esseri senzienti.

Queste sono alcune delle mie esperienze recenti. Se c'è qualcosa che non è in linea con la Fa, vi prego di segnalarlo.