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Liaoning: Praticante minacciata dalla polizia di essere imprigionata per aver aver parlato alla gente della persecuzione

07 Marzo 2023 |   Di un corrispondente Minghui della provincia del Liaoning, Cina

(Minghui.org) La polizia della città di Fushun, nella provincia del Liaoning, ha minacciato di far condannare una residente locale a pene dai tre ai cinque anni, dopo che era stata arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Lo scorso 3 febbraio Liu Pintong, di cinquantadue anni, è stata arrestata, tre anni dopo aver scontato una condanna a otto anni di prigione. La polizia l’ha trattenuta quindici giorni presso il centro di detenzione di Nangou. L’8 febbraio ha costretto i suoi familiari a portarla nella sua abitazione per perquisirla.

Il 14 febbraio la famiglia di Liu ha chiamato Jiao Chen, vice capo dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Shuncheng, per chiedere informazioni sul suo caso. Il funzionario ha affermato che, a causa del precedente arresto della donna, nel mese di maggio dell’anno scorso, per aver distribuito materiale del Falun Gong e per averne parlato con la gente, stavano pensando di condannarla a una pena da tre a cinque anni.

Allo scadere dei quindici giorni di reclusione amministrativa, Jiao l’ha messa in stato di detenzione penale e l’ha trasferita nel centro di detenzione di Liushan.

Precedente condanna a otto anni

Liu era già stata arrestata il 3 marzo 2012, sempre per aver sensibilizzato l'opinione pubblica sulla persecuzione della sua fede. La polizia ha costretto il figlio a firmare un documento falso per suo conto.

Il giorno successivo all'arresto, la polizia ha condotto Liu in una stanza vuota, per interrogarla. Tre agenti l'hanno insultata e picchiata, schiaffeggiata, presa a calci sulle gambe e le hanno tirato i capelli.

La donna ha protestato gridando "La Falun Dafa è buona!". A causa del suo cattivo atteggiamento, la polizia si è infuriata e ha minacciato di infliggerle una pesante condanna, anche a costo di falsificare il numero di materiali del Falun Gong confiscati.

Il 10 agosto 2012 il tribunale distrettuale di Zhenxing l’ha condannata a otto anni di prigione. Il giudice ha affermato che si trattava di un ordine dall'alto. Liu ha fatto ricorso in appello al tribunale intermedio della città di Dandong, che ha confermato il verdetto originale.

Durante i nove mesi trascorsi nel centro di detenzione della città di Dandong, Liu è stata sottoposta a brutali torture e costretta a lavorare per molte ore, senza retribuzione. L’11 dicembre 2012, quando è stata portata nel carcere femminile della provincia del Liaoning, soffriva di gravi problemi al collo, intorpidimento degli arti e vertigini. Aveva anche del sangue nelle feci.

Per costringerla a rinunciare al Falun Gong, le guardie carcerarie l’hanno sottoposta a ogni tipo di tortura, compresa quella di farla rimanere per lunghe ore in posizione eretta o seduta su un piccolo sgabello con delle punte sulla superficie. È stata anche umiliata, privata del sonno e dell'uso del bagno. Inoltre, le è stato impedito di lavarsi.

In un giorno molto freddo d'inverno, Liu è stata costretta a stare a lungo in piedi sul pavimento di cemento. In quel momento aveva le mestruazioni, ma le guardie le hanno impedito di usare il bagno, così il sangue le colava lungo i pantaloni.

Il 14 ottobre 2014 la donna ha avuto un'insufficienza renale ed è stata portata nell'ospedale designato dalla prigione, il 739 di Shenyang. Le guardie l'hanno legata sul letto nella posizione dell’aquila aperta. Le mani e i piedi le si sono notevolmente gonfiati. Era emaciata e non aveva nemmeno la forza di salutare la sorella quando andava a trovarla.

Le autorità carcerarie si sono rifiutate di rilasciarla in libertà vigilata in quanto, con un’insufficienza renale, se fosse deceduta sarebbe stata considerata come una morte naturale e non si sarebbero assunte alcuna responsabilità.

Dopo una settimana in ospedale, Liu è stata riportata in prigione. I 4.000 yuan (circa 550 euro) che la sua famiglia aveva depositato per comprare altro cibo sono stati confiscati e i suoi familiari non hanno potuto farle visita per due mesi, durante i quali le guardie l’hanno tenuta legata nella posizione dell’aquila aperta e nutrita a forza.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Liu Yude (刘玉德), direttore del Dipartimento di polizia del distretto di Shuncheng: +86-15941300098

Zhuang Dianfan (庄典凡), vice direttore del dipartimento di polizia del distretto di Shuncheng: +86-24-57646136, +86-13898326668

Jiao Chen (焦臣), vice direttore dell'Ufficio di sicurezza interna del distretto di Shuncheng: +86-13841339033

(Altre informazioni sui contatti dei responsabili sono disponibili nell'articolo originale in cinese).

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