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Stati Uniti: Agenti cinesi arrestati per aver partecipato alla persecuzione del Falun Gong

29 Maggio 2023 |   Del corrispondente Minghui Wang Ying

(Minghui.org) Il 26 maggio scorso, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato l’arresto di due agenti del PCC (Partito Comunista Cinese). Sono accusati di aver partecipato a un piano per la persecuzione dei praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti.

Un tribunale federale del distretto meridionale di New York ha pubblicato una denuncia che accusa due persone di aver agito come agenti del PCC non registrati negli Stati Uniti e di aver corrotto un pubblico ufficiale e cospirato per riciclaggio di denaro. Avrebbero anche partecipato a un piano diretto dal PCC per colpire i praticanti del Falun Gong che risiedono negli Stati Uniti.

Secondo la denuncia, John Chen, alias Chen Jun, 70 anni, ex cittadino della Repubblica Popolare Cinese (RPC), e Lin Feng cittadino cinese, entrambi residenti a Los Angeles, sono stati accusati di associazione a delinquere per aver cospirato come agenti non registrati di un governo straniero e di corruzione di un pubblico ufficiale, che prevede una pena massima di cinque anni. È stato anche formulato un capo d’accusa per aver agito come agenti di governo senza comunicarlo al Procuratore generale, che prevede una pena massima di 10 anni. I due sono stati accusati anche di corruzione di pubblico ufficiale, che prevede una pena massima di 15 anni, e di un’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di denaro, che prevede una pena massima di 20 anni.

Chen Jun e Lin Feng sono stati arrestati nel distretto centrale della California il 26 maggio e sono comparsi in tribunale il pomeriggio dello stesso giorno. A presiedere il processo è stato il giudice distrettuale capo degli Stati Uniti Pedro V. Castillo.

Chen Jun, membro della Federazione cinese dei cinesi d’oltremare rimpatriati, è un leader filocomunista di Los Angeles. Ha attaccato ferocemente il Falun Gong e incontrato diversi leader del PCC.

Il procuratore generale Merrick B. Garland ha dichiarato: “Il governo cinese ha tentato ancora una volta, senza riuscirci, di colpire chi è contrario al PCC negli Stati Uniti. Sosteniamo che gli imputati in questo caso abbiano tentato di corrompere qualcuno che pensavano fosse un agente del fisco per promuovere la campagna di repressione transnazionale del governo cinese negli Stati Uniti. Ma l’individuo che hanno tentato di corrompere era in realtà un agente delle forze dell’ordine sotto copertura, ed entrambi gli imputati sono stati arrestati questa mattina. Il Dipartimento di Giustizia continuerà a indagare, interrompere e perseguire i tentativi del governo del PCC di mettere a tacere i suoi oppositori e di estendere il raggio d’azione del suo regime al territorio degli Stati Uniti. Non smetteremo mai di lavorare per difendere i diritti che ogni persona negli Stati Uniti deve avere”.

Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha dichiarato: “Il governo cinese ha dimostrato ancora una volta di non rispettare lo stato di diritto e le norme internazionali. L’FBI non tollererà la repressione del PCC - i suoi sforzi per minacciare, molestare e intimidire le persone - qui negli Stati Uniti. Continueremo ad affrontare i tentativi del governo cinese di violare le nostre leggi e reprimere i diritti e le libertà delle persone nel nostro Paese”.

Secondo la denuncia presentata alla corte federale di New York, dallo scorso gennaio a maggio, Chen Jun e Lin Feng hanno lavorato negli Stati Uniti sotto la direzione del PCC, compreso un loro funzionario identificato come “funzionario 1 del PCC”, per promuovere la campagna del Partito di repressione e persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Il governo cinese considera il Falun Gong come una delle cinque minacce al suo governo. In Cina, i praticanti del Falun Gong devono affrontare una serie di misure repressive da parte del governo cinese, tra cui l’incarcerazione e la tortura fisica.

Nell’ambito della campagna del governo cinese per la persecuzione del Falun Gong, Chen Jun e Lin Feng avrebbero partecipato a un piano per manipolare il programma Whistleblower dell’IRS e togliere lo status di esenzione fiscale a un’entità gestita da praticanti del Falun Gong (“Entità 1”). Dopo che Chen Jun ha presentato al fisco una denuncia falsificata, assieme a Lin Feng ha pagato una tangente di 5.000 dollari in contanti e insieme hanno promesso di pagarne altre decine di migliaia a un presunto agente del fisco, che in realtà era un agente sotto copertura, in cambio della sua assistenza nell’avanzare la denuncia. Secondo la legge statunitense, un individuo che agisce come agente di un governo straniero deve informare il Procuratore generale, e né Chen Jun né Lin Feng lo hanno fatto.

Durante l’attuazione del piano, Chen Jun ha chiarito in una telefonata registrata che lo scopo del pagamento di queste tangenti dirette e finanziate dal governo cinese è quello di raggiungere l’obiettivo di “rovesciare il Falun Gong”.

Nelle telefonate intercettate sotto autorizzazione giudiziaria, Chen Jun e Lin Feng hanno detto di ricevere “istruzioni” dal funzionario 1 del PCC in merito al piano di corruzione, di cancellare le istruzioni ricevute per eludere l’individuazione, e se l’incontro tra Chen Jun e Lin Feng per corrompere l’agente sotto copertura non fosse andato come previsto, si sarebbe dovuto dare l’allarme al funzionario 1 del PCC. Chen Jun e Lin Feng hanno anche discusso sul fatto che tale funzionario 1 del PCC fosse il funzionario del governo della RPC responsabile del piano di corruzione contro il Falun Gong.

Nell’ambito del piano, Chen Jun e Lin Feng si sarebbero incontrati con l’agente sotto copertura il 14 maggio a Newburgh, New York. Durante l’incontro, Chen Jun ha offerto all’agente sotto copertura 1.000 dollari in contanti come parte della tangente iniziale. Inoltre ha proposto di pagargli un totale di 50.000 dollari per la revisione contabile della “Entità 1”. Se la denuncia di Chen Jun all’IRS fosse andata a buon fine, avrebbe anche pagato all’agente sotto copertura il 60% della ricompensa che l’informatore avrebbe dovuto ricevere attraverso il programma Whistleblower. Il 18 maggio scorso, Lin Feng ha pagato a un agente sotto copertura una tangente in contanti di 4.000 dollari all’aeroporto internazionale JFK di New York come ulteriore parte della tangente per portare avanti il piano.

Damian Williams, Procuratore del distretto Sud di New York, ha dichiarato: “Chen Jun e Lin Feng avrebbero condotto una campagna per conto del governo della Repubblica Popolare Cinese per influenzare un funzionario del governo degli Stati Uniti al fine di promuovere la repressione dei praticanti del Falun Gong da parte del PCC. Gli sforzi per manipolare e usare le armi del governo degli Stati Uniti per portare avanti gli obiettivi autocratici del PCC sono tanto scioccanti quanto insidiosi. Il mio ufficio lavorerà vigorosamente per proteggersi da influenze straniere maligne”.

Lisa O. Monaco, Vice Procuratore Generale, ha dichiarato: “Il Dipartimento di Giustizia continua a denunciare gli sfacciati tentativi del governo cinese di perpetrare una repressione transnazionale, questa volta attraverso tentativi di corruzione. Come evidenziato dagli arresti di oggi e dalle accuse di cospirazione, corruzione e riciclaggio di denaro, non tollereremo gli sforzi del PCC o di qualsiasi governo straniero per intimidire, molestare o minare i diritti e le libertà di cui godono tutti coloro che vivono negli Stati Uniti”.

Paul Abbate, vicedirettore dell’FBI, ha dichiarato: “Nessun’altra nazione rappresenta una minaccia così grave per i valori democratici degli Stati Uniti come il PCC. L’FBI non resterà a guardare mentre il PCC tenta di armare le nostre istituzioni e i nostri programmi e di attaccare i diritti di coloro che si trovano sul territorio americano. Qualsiasi tentativo di reprimere o molestare gli individui è direttamente contrario agli ideali su cui è stata fondata la nostra nazione, e non sarà semplicemente tollerato. L’FBI e i nostri partner restano impegnati ad affrontare la condotta illegale del PCC che minaccia la nostra sicurezza nazionale e la nostra libertà”.